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Ambrì Piotta

Il Lugano vive e mette fine alla stagione dell’Ambrì Piotta

La vittoria mantiene i bianconeri al decimo posto, Ambrì al capolinea. Grande prestazione di Koskinen, ai leventinesi non basta il ritorno al gol di Bürgler

Il Lugano vive e mette fine alla stagione dell’Ambrì Piotta

AMBRÌ – LUGANO

2-4

(0-0, 1-2, 1-2)

Reti: 20’37 Bennett (Granlund) 0-1, 28’38 Zanetti 0-2, 39’30 Bürgler (Heim, Virtanen) 1-2, 47’03 Morini (Fazzini) 1-3, 56’59 Carr (Koskinen) 1-4, 59’51 Kneubuehler (Rüfenacht) 2-4

Note: Gottardo Arena, 6’775 spettatori
Arbitri: Stricker, Hungerbühler; Cattaneo, Duc
Penalità: Ambrì 4×2, Lugano 3×2

Assenti Ambrì: Tobias Fohrler (infortunato), Janne Juvonen (ammalato), Lionel MarchandZack MitchellRocco PezzulloJosselin DufeyValentin HoferGiona Bionda (sovrannumero)

Assenti Lugano: Mark ArcobelloBrett ConnollyJeremi Gerber (infortunati), Yves StoffelDavide FadaniAlessandro Villa (sovrannumero)

AMBRÌ – Le emozioni di un derby che contava moltissimo, forse quello più importante da tanti anni a questa parte, pur se Ambrì Piotta e Lugano si sono affrontati in una situazione che nessuno sperava di dover fronteggiare. Però questo ha contribuito a fare di questa partita la più attesa della stagione, e puntualmente ha deliberato una sua sentenza inappellabile, quella che vuole la squadra biancoblù fuori dai preplayoff.

L’annata 2022/23 per i biancoblù vedrà quindi il suo termine sabato sera alla SGKB Arena di Rapperswil, mentre il Lugano dovrà certificare la qualificazione agli scontri ad eliminazione contro il Bienne alla Cornèr Arena, con l’obbligo di fare almeno un punto in più del Kloten – impegnato a Davos – oppure staccando il ticket con una sconfitta a zero punti degli aviatori.

E se a parole degli allenatori ci si aspettava un derby attendista, tattico e prudente, queste caratteristiche sono state rispettate forse solo nel primo periodo, ma in generale è stata una partita combattuta, intensa e giocata a viso aperto dalle due squadre, che hanno messo cuore e coraggio sul ghiaccio.

Forse qualcosa in più ce l’ha messo il Lugano, soprattutto per quello che riguarda l’ordine difensivo e la compattezza (anche se entrambe le squadre hanno tirato molto verso i due portieri) così come l’efficenza offensiva, dipesa in parte comunque dalle prestazioni dei due portieri.

Da un lato un Conz che ha giocato una buona partita ma senza l’intervento salva squadra, dall’altra un Koskinen schierato forse un po’ a sorpresa per la terza partita consecutiva che ha ritrovato le migliori sensazioni, capace di compiere quegli interventi che al momento giusto hanno sempre tenuto distante l’Ambrì una volta che il Lugano aveva trovato il vantaggio.

Un vantaggio anche doppio che i bianconeri si sono costruiti con maggior insistenza dalle parti di Conz, non ben protetto nello slot dai suoi difensori – difetto già visto nelle ultime partite – e le prime tre reti del Lugano hanno praticamente suggellato quei momenti di maggior spinta, con la squadra di Gianinazzi capace di non perdere il filo dopo aver subito il gol di Bürgler a pochi secondi dalla sirena.

Gli ospiti hanno contenuto bene il tentativo di rimonta dell’Ambrì, gestendo sapientemente i momenti concitati e come d’abitudine badando soprattutto al sodo, mentre la squadra di Cereda ha peccato in troppi errori di esecuzione complicandosi troppo la vita cercando delle entrate nel terzo macchinose.

Il Lugano alla fine si è meritato questa vittoria, l’ha cercata fino in fondo con quell’attitudine da playoff che sta caratterizzando Granlund e compagni da qualche partita (in particolare dopo la scoppola di Rapperswil) e se i leventinesi sono usciti sconfitti non è certo perché non se la siano giocata senza cuore, piuttosto la presenza biancoblù è andata troppo ad intermittenza in fase offensiva al contrario di un Lugano più “martellante”.

La squadra di Luca Cereda ha onorato l’impegno sul piano dell’attitudine, ma è venuta meno la lucidità nelle decisioni e aldilà del ritorno al gol di Bürgler, sono mancati ancora quei giocatori che da troppo tempo non riescono più ad incidere sul gioco della squadra, dovendo accettare infine anche la settima sconfitta casalinga consecutiva.

La delusione in casa Ambrì Piotta è grande ed è normale che lo sia, l’ambizione di arrivare ai preplayoff era assolutamente giustificata e alla portata dei biancoblù, e senza quest’ultimo filotto terribile alla Gottardo Arena oggi staremmo parlando di un derby che avrebbe avuto in palio ben altro. Quel che è fatto è fatto però, e se da sabato ci sarà poi tempo per analisi, processi ed elogi, per ora bisognerà lasciare da parte la rabbia per onorare almeno fino all’ultimo la regular season.

Per il Lugano la missione non è ancora compiuta, la squadra di Gianinazzi deve uscire dalla giornata di sabato battendo il Bienne entro il 60’ o perlomeno con un punto in più del Kloten.

Ad ogni modo i bianconeri hanno interpretato il derby benissimo, sulla scia delle ultime vittorie, con grande determinazione, spirito di squadra e coraggio, con la capacità di fare la differenza in una porta e nell’altra grazie a quella piccola scintilla in più che sta mantenendo vivi i bianconeri. E che dovrà servire allo slancio definitivo.


IL PROTAGONISTA

Mikko Koskinen: Le vittorie contro Ginevra e Davos lo avevano visto progredire durante i match, stavolta in una partita attesa, ricca di tensione e che valeva quasi una finale, ha mostrato fin da subito le sue capacità. Freddezza, presenza forte nella sua area e appoggio per i difensori, il portiere dei bianconeri ha tenuto lontani i leventinesi proteggendo il risultato a favore del Lugano, vincendo il suo duello contro il dirimpettaio Conz.


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