Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!
1. Una coppia inseparabile
Erano arrivati in Leventina con la prospettiva di giocare fianco a fianco, ma poi situazioni varie ed esigenze tattiche hanno portato a volte Cereda a schierarli in linee diverse. Chlapik e Spacek sono però tornati a colpire sabato alla Tissot Arena, ricordando quanto la “coppia di amici” immaginata da Duca in sede di mercato possa essere efficace fianco a fianco.
Un’alchimia che nella passata stagione era stata ipotizzata anche tra Regin e Kozun, ma che all’atto pratico non si era mai vista, invece ora i biancoblù hanno a disposizione due elementi con una chemistry praticamente innata.
È infatti impressionante constatare come Chlapik e Spacek abbiano messo a segno in combutta ben 20 reti, con il primo che nel frattempo è salito a quota 22 centri stagionali, numero inferiore solamente ai 24 gol firmati da Saarela, Hartikainen e Stransky.
Chlapik è così già diventato il secondo miglior marcatore dell’era Duca–Cereda, con solamente D’Agostini nel 2019/20 che aveva saputo arrivare a 20 gol. Con cinque partite da giocare il ceco ha inoltre nel mirino il connazionale Kubalik, che nel 2018/19 di gol ne mise a segno 25.
2. Road warriors
Con la ripresa del campionato si è confermata una tendenza che avevamo già visto nel corso della stagione, ovvero la difficoltà dell’Ambrì Piotta nel performare alla Gottardo Arena, ed il piglio invece più combattivo quando i biancoblù devono giocare in trasferta.
Lontano da casa la squadra di Cereda ha infatti ottenuto addirittura sei vittorie consecutive, mentre davanti al proprio pubblico siamo arrivati a cinque sconfitte filate.
Una sorta di paradosso che potrebbe però nascondere anche un tipo di approccio mentale diverso alle partite, probabilmente inconscio ma che scatta in rapporto alle aspettative che si hanno nei confronti dell’incontro da affrontare.
Più volte in passato abbiamo infatti visto l’Ambrì dare il meglio quando confrontato con prove molto complicate, in piste difficili e con avversari molto più quotati. Non è infatti un caso che i leventinesi giochino spesso delle belle partite a Zurigo oppure Zugo, ed è quando scatta quella mentalità “noi contro tutti” che il gioco di Cereda può dare il meglio.
Con una media di 1.3 punti a partita fuori casa l’Ambrì è settimo in questa speciale classifica, ottenendo uno dei migliori risultati degli ultimi anni in combutta con la stagione 2018/19 (1.32). I biancoblù sono però anche la seconda peggior squadra della lega in casa, e per arrivare ai pre-playoff questo dovrà sicuramente cambiare.
3. Non è Tömmernes, ma…
Gli appassionati di statistiche avanzate saranno sicuramente andati a spulciare i numeri, per scoprire che nella rosa dell’Ambrì Piotta il giocatore di movimento con il valore di win shares più alto è Tim Heed con 2.6. Nel caso dello svedese però non serve ricorrere alle analisi di NLIcedata per accorgersi del suo impatto sul ghiaccio, ribadito anche nell’ultima settimana con delle prestazioni davvero complete.
Lo standard che riesce ad assicurare il 32enne di Göteborg è infatti di quelli importanti, con una media di minuti a partita (25’09) inferiore solamente a quella di Tömmernes (26’08) ed il primato assoluto di lega per tiri bloccati ad incontro (2.77).
Il tutto producendo 23 punti in 39 match (nove gol) e con 2.13 tiri a partita che unisce ad una percentuale di efficacia di quasi l’11%. Insomma, Heed non sarà Tömmernes, ma là dietro l’Ambrì ha davvero un giocatore completo.
4. Caldo variabile
A cinque partite dal termine l’Ambrì Piotta avrà bisogno di tutti, e la speranza è che nel momento più caldo della stagione tutti i giocatori di maggior talento sul fronte offensivo sappiano vivere una fase ispirata in termini realizzativi.
I biancoblù a Bienne sono infatti tornati a segnare quattro reti, ma gli elementi “hot” nell’attacco leventinese non sono tantissimi. A distinguersi ultimamente sono infatti stati in tre, ovvero Chlapik (7 gol nelle ultime 9 partite), Formenton (7 gol nelle passate 12) e Spacek (2 gol e 7 assist in 10 partite).
Ora saranno i giocatori svizzeri a dover ingranare a loro volta una marcia in più, dopo un periodo di magra dal punto di vista realizzativo. Heim non segna infatti da 12 partite, Bürgler è a secco da 6, Zwerger da 11 e Pestoni non segna da ben 14 incontri, anche se nel suo caso sono stati preziosi i 10 assist ottenuti.
Il finale di regular season si prospetta rovente, e per farsi trovare pronto l’intero attacco biancoblù dovrà riuscire a regolare di conseguenza la sua temperatura.
5. La semina e il raccolto
È stata la passata stagione quella in cui si è iniziato a parlare sempre più spesso di statistiche avanzate ed “Expected Points”, che nell’ultimo torneo avevano messo in luce molto bene come l’Ambrì Piotta potesse ambire ad ottenere risultati migliori in rapporto al gioco prodotto.
Quest’anno i numeri dipingono invece una situazione diversa, ed estremamente coerente. I biancoblù sono infatti l’unica squadra della lega ad avere una media punti effettiva identica a quella attesa, ovvero di 1.32 punti ad incontro.
Questo da un lato significa che il gioco prodotto è stato effettivamente concretizzato, ma dall’altro ci restituisce una squadra biancoblù che ha saputo generare solamente l’11esimo dato di lega, e dunque sulla carta non sufficiente per arrivare al post-season.
Il Lugano in questo senso – ad esempio – ha più da recriminare con 1.36 punti ottenuti contro quelli attesi di 1.62, mentre tra gli altri il Langnau ha ecceduto la matematica con 1.28 punti contro gli 1.04 aspettati. La sfida ora per l’Ambrì? Ingranare una marcia in più e sbugiardare le proiezioni statistiche. D’altronde si può raccogliere solo dopo aver seminato.