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Lugano

La pazienza premia il Lugano, Berna espugnata ai rigori

I bianconeri partono in difficoltà ma poi trovano l’equilibrio giusto lottando fino ai rigori. Gianinazzi perde Arcobello, uscito malconcio da un contrasto alle assi

(PostFinance/KEYSTONE/Peter Klaunzer)

La pazienza premia il Lugano, Berna espugnata ai rigori

BERNA – LUGANO

1-2

(0-0, 1-1, 0-0; 0-1)

Reti: 21’08 Morini (Thürkauf, Fazzini) 0-1, 36’51 Lindberg (DiDomenico, Ennis) 1-1

Rigori: Granlund

Note: PostFinance Arena, 14’131 spettatori
Arbitri: Lemelin, Mollard; Stalder, Kehrli
Penalità: Berna 2×2, Lugano 4×2

Assenti: Julian WalkerBernd WolfMarco MüllerJeremi Gerber (infortunati), Mikko KoskinenKris Bennett (sovrannumero)

BERNA – Appare chiaro come le partite di queste settimane, per chi è coinvolto nella “dog fight” attorno ai preplayoff, non siano da interpretare come partite normali ma come da playoff inoltrati.

Lugano e Berna ne hanno ancora dato prova sabato sera, in una partita combattuta e giocata fino in fondo. Non subito però da parte dei bianconeri, perché nel primo tempo la squadra di Gianinazzi (priva di Marco Müller e Wolf) ha mostrato ancora troppa passività, forse un certo timore di volere essere troppo aggressivo e di cadere nell’errore.

Ma poi, quando sorretto da un grande Schlegel, il Lugano è tornato in pista per il secondo tempo ancora con il risultato sullo 0-0 ha trovato la chiave per essere finalmente aggressivo e determinato come la partita richiedeva, andando in vantaggio con Morini e sfiorando il raddoppio in più di un’occasione, pure in shorthand.

(PostFinance/KEYSTONE/Peter Klaunzer)

I bianconeri hanno ricominciato a fare maggiore densità in zona neutra e per conseguenza il Berna ha trovato meno spazi per lanciarsi in verticale come fatto spesso nel primo periodo, mentre il Lugano ha potuto approfittare di qualche spazio lasciato nello slot dai padroni di casa. Quando però i ticinesi sembravano in grado anche di dettare il ritmo, con un forecheck alto e aggressivo, a tradire Connolly e compagni sono state le penalità, tre in fila che alla fine si sono rivelate decisive per il pareggio di Lindberg. Oltre a ciò Gianinazzi si è visto costretto a rimescolare ancora le linee a causa dell’infortunio di Arcobello, rientrato negli spogliatoi dopo uno scontro alla balaustra di fondo.

Il Berna ha ripreso in mano le operazioni, gestendo meglio il ritmo rispetto al Lugano ma ha sempre lasciato qualche spazio ai bianconeri perché si facessero pericolosi al cospetto di Wüthrich, soprattutto quando Fazzini e compagni hanno trovato corridoi in entrata del terzo offensivo.

Il portiere del Berna però ha avuto vita più “facile” rispetto a Schlegel, in quanto gli attacchi del Lugano sono sempre sembrati imprecisi e privi della cattiveria necessaria, con tanti tiri fuori e altri centrali, insomma il solito male che attanaglia il reparto offensivo dei bianconeri.

(PostFinance/KEYSTONE/Peter Klaunzer)

Anche un po’ di sfortuna nelle mani del Lugano, come mostrato dall’asta piena colpita da Carr in un overtime spettacolare, ma poi è bastato il guizzo del solito decisivo Granlund ai rigori per portare in Ticino due punti che in parte riscattano la sconfitta patita contro il Langnau.

Contro il Berna i bianconeri hanno in parte rispolverato anche una tattica più attendista, paziente e lavoratrice, meno propensa a fare gioco come successo contro il Langnau ma basata su sacrificio e sofferenza, raddrizzandosi dopo un primo tempo che in parte non prometteva nulla di buono.

E a volte torna a far sorridere pure l’hockey da trincea, anche se le emozioni non sono certo mancate, ma a vincere è stato il più freddo. E con uno Schlegel di nuovo stellare tutto diventa un po’ meno difficile, in attesa di riuscire di nuovo a vincere con più di due reti segnate.


IL PROTAGONISTA

Niklas Schlegel: Mettiamo una menzione d’onore per un Granlund a tratti monumentale e capace di segnare l’unico rigore della partita, ma se il Lugano ha potuto giocare fino in fondo questa partita è merito del portiere bianconero. Il numero 34 ha tenuto in piedi la baracca in un primo tempo di grande sofferenza e vedendo la sua porta inviolata durante i rigori.


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