BIENNE – AMBRÌ
1-4
(1-1, 0-0, 0-3)
Reti: 1’44 Künzle (Brunner) 1-0, 10’44 Chlapik (Spacek, Formenton) 1-1, 47’55 Chlapik (Spacek, Pestoni) 1-2, 54’02 Rüfenacht 1-3, 58’22 Formenton (Bürgler) 1-4
Note: Tissot Arena, 6’340 spettatori
Arbitri: Hebeisen, Borga; Steenstra, Francey
Penalità: Bienne 3×2 + 1xrigore, Ambrì 4×2
Assenti: Diego Kostner, Tobias Fohrler (infortunati), Giona Bionda, Lionel Marchand, Rocco Pezzullo, Josselin Dufey, Janne Juvonen (sovrannumero)
BIENNE – All’Ambrì Piotta si chiedeva di entrare finalmente in modalità playoff dopo le ultime due sconfitte casalinghe, e sabato a Bienne si è vista esattamente la reazione che ci voleva. Contro la seconda della classe la squadra di Cereda ha infatti sfoderato una prestazione con il coltello tra i denti, portando sul ghiaccio tutti gli ingredienti necessari per darsi delle chance di chiudere tra le prime dieci.
Stavolta il linguaggio del corpo dei biancoblù ha infatti lanciato il giusto messaggio, con tanta intensità e concentrazione ad ogni cambio e quella capacità di soffrire che ha permesso di mantenere alta la tensione anche quando era il Bienne a guidare le operazioni. Ed in alcune circostanze una pezza ce l’ha pure dovuta mettere Benjamin Conz che, dopo la rete incassata a freddo in apertura d’incontro, è entrato nel ritmo e si è fatto trovare pronto anche nei momenti di maggior traffico davanti a lui.
Nel complesso la vittoria dei leventinesi appare comunque come meritata e legittimata da una prestazione in cui Chlapik e compagni hanno evidenziato anche una certa fiducia nei loro mezzi, affrontando i seeländer a viso aperto – e non era evidente, visto che in casa propria sono la squadra più forte della lega – e lavorando tantissimo per arrivare poi a quelle due reti fondamentali ottenute nel terzo tempo.
La frazione centrale era infatti stata delicata da gestire, perché è stato in quei momenti in cui Törmänen ha cercato di far ingranare una marcia in più ai suoi, ma l’Ambrì dal canto suo ha dimostrato di non essere frenato dal timore di lasciarci le penne. I biancoblù sono così riusciti a non sbandare nemmeno nelle fasi in cui le due squadre si sono pericolosamente scambiate varie opportunità da gol, ed anzi in transizione hanno mantenuto sempre sull’attenti il Bienne.
L’intensità dell’Ambrì è poi stata premiata al 47’55, quando Chlapik ha finalizzato una bella ripartenza infilando il vantaggio e la doppietta personale. Su quell’azione la panchina del Bienne ha tentennato per un possibile offside leventinese, ma le immagini televisive erano poco chiare – chissà cosa ha pensato Brunner in quei momenti… – e dunque il challenge non è stato chiamato.
I biancoblù hanno comunque lavorato per il vantaggio giocando un terzo tempo di spessore, guadagnandosi anche un rigore (fallito da Heed) ed allungando poi con la prima rete di Rüfenacht, che è tornato a segnare un gol dopo tre anni (ed una settimana, per essere precisi) ed è stato premiato per una prima settimana con l’Ambrì Piotta sicuramente convincente.
Convincente come lo è stata nell’occasione l’intera squadra, che il medesimo feeling lo avrebbe trasmesso anche in caso di sconfitta – in fondo sarebbe bastato qualche rimbalzo sfavorevole per arrivare ad un esito diverso – perché ad essere differente rispetto alle precedenti due uscite è stata la convinzione mostrata sul ghiaccio.
La squadra di Cereda si è così messa in tasca tre punti importantissimi, per riprendere vigore in una corsa ai pre-playoff più serrata che mai. L’Ambrì ha agganciato il Lugano – pur avendo giocato una partita in più – ed anche Kloten e Berna sono a tiro, ma guardandosi alle spalle Losanna e Langnau sono ad un nulla.
A livello di classifica insomma tutto resta tiratissimo, ma ora l’Ambrì ha avuto una nuova dimostrazione di quale sia la ricetta da seguire per essere davvero in gioco. Guai però a togliere il piede dal gas.
IL PROTAGONISTA
Benjamin Conz: Non si è sicuramente ritrovato in una situazione facile il portiere giurassiano, che nell’arco della stagione ha dovuto spesso guardare dalla panchina uno Juvonen che assicurava maggiore solidità rispetto a lui. Stavolta però Conz è stato fondamentale per il successo dei leventinesi, con ben 31 parate caratterizzate da tanto traffico davanti a lui e vari interventi tutt’altro che di routine.