AMBRÌ – Con la sua rete Dario Bürgler ha dato il là ad una rimonta tanto improbabile quanto esaltante. Sono infatti bastati 13 minuti di gioco nel terzo tempo per rimontare tre reti alla capolista e costringerla ai tiri di rigore. Per come si erano messe le cose, un piccolo trionfo per l’Ambrì di Luca Cereda.
“È vero, è una rimonta che dà tanta euforia”, ha commentato il numero 87. “I primi due tempi non li abbiamo giocati al top e per quaranta minuti il Ginevra ci ha sovrastati. Merito loro di essere riusciti a giocare con intelligenza il disco specialmente in uscita dalla zona, oltre che di sfruttare con cinismo le occasioni da rete che si sono creati. Anche noi ce ne siamo create diverse, ma non siamo stati abbastanza lucidi per concretizzarle. Poi, dal terzo tempo, siamo cresciuti. Per come si erano messe le cose è decisamente un punto guadagnato”.
La tua rete in apertura di terzo tempo ha dato parecchia carica agonistica alla squadra che da quel momento ha cambiato registro. Più merito vostro di averci creduto o demerito del Servette per aver tirato i remi in barca?
“Penso entrambe le cose. Difficile dire cosa sia passato nella loro testa ma sappiamo ciò che è avvenuto nella nostra: sotto per 3-0 abbiamo deciso che volevamo provarci. Forse il Ginevra è rientrato un po’ più rilassato rispetto ai primi quaranta minuti, consapevole dell’ampio vantaggio. Da parte nostra siamo stati bravi ad averci creduto e a sfruttare l’energia generata dall’1-3”.
Per lunghi tratti il Servette ha controllato la sfida riuscendo a colpire soprattutto in quei momenti in cui stavate spingendo. Questo non vi ha demoralizzato e, anzi, avete portato una reazione nel terzo tempo…
“Penso sia stata la chiave della partita. Non è stato facile iniziare la sfida subito in inferiorità numerica, dopo una chiamata arbitrale peraltro molto severa nei nostri confronti. A Fohrler sono stati fischiati due minuti che, onestamente, non c’erano. Era una tipica situazione che all’interno di una partita si presenta almeno una ventina di volte… Eppure gli arbitri hanno deciso di intervenire rendendoci l’inizio di partita in salita, con il Ginevra abile ad approfittarne grazie anche ad un mio errore nello slot. Praplan era il mio uomo e non l’ho marcato stretto”.
Sta di fatto che ogni volta che ci vogliono gol pesanti, in un modo o nell’altro ci metti la firma…
“Non vorrei prendermi meriti che non mi spettano, anche perché la mia rete è arrivata dopo un ottimo lavoro dei miei compagni in powerplay. Non è importante chi segna, quanto piuttosto che la squadra lavori nel modo giusto per arrivare al gol. Trovo sia importante e di aiuto che, giunti a questo punto della stagione, i nostri special teams abbiano cominciato a funzionare e a portare reti pesanti”.
Ha fatto discutere anche la chiamata forse un po’ troppo severa a Grassi sullo scadere del sessantesimo, costringendovi a giocare l’inizio di overtime in inferiorità numerica. Come giudichi quella situazione?
“Onestamente? Non potevo credere ad una chiamata del genere, specialmente in quel momento della partita. È inaccettabile. Così com’è inaccettabile ciò che è successo a partita in corso quando uno di noi si è diretto verso l’arbitro per discutere di un episodio e lui lo ha guardato ribattendo «chi sei?!». Questa è una mancanza di rispetto che non posso tollerare. Bisognerebbe sentire che cosa hanno da dire, forse si sono resi conto dell’errore commesso con Grassi ma sta di fatto che la chiamata era sbagliata e ci ha impedito di giocare l’overtime a ranghi completi”.