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Ambrì Piotta

5 spunti da Ambrì: fette di vittoria, zone calde, così si segna, non c’è da scusarsi, il salvavita

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


1. È così che segna l’Ambrì

Solitamente quando Ambrì Piotta o Lugano giocano una sola partita nel weekend questa rubrica salta, perché è difficile trovare sufficienti spunti per renderla interessante. Questa settimana facciamo però un’eccezione grazie ai dati di NLIcedata.com, che ci regalano diverse informazioni interessanti da condividere.

I primi numeri riguardano le tendenze offensive dei biancoblù, e ci indicano in che modo sono stati segnati sin qui i gol (nel caso specifico quelli a parità numerica).

La circostanza più redditizia è stata al termine di un “rush”, che ha contraddistinto il 45.9% dei gol e che vede l’Ambrì come leader di lega in questo senso. 19.7% le segnature su rebound, 8.2% quelle con una deviazione, mentre degli screen hanno caratterizzato il 18% dei gol.

L’Ambrì è inoltre sinora stata la squadra più efficace nel far muovere il portiere avversario (39.3% dei gol) e nello sfruttare la “Royal Road” (41%), concetto quest’ultimo che vede il disco sostanzialmente passare da un lato all’altro del terzo prima di andare al tiro. Statistiche che in generale confermano un gioco caratterizzato da maggiore qualità.

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2. Una fetta di vittoria

Nelle ultime settimane ci sono alcuni giocatori che si sono distinti particolarmente come ad esempio Juvonen, Formenton oppure Spacek, ed è dunque interessante andare a vedere quanto i singoli contribuiscano ai risultati dei leventinesi.

Ci vengono in questo senso in aiuto le proiezioni sulle “win shares”, ovvero il numero di vittorie che un singolo giocatore porterà alla squadra sull’arco di 52 partite. Da notare che la grafica di seguito vede i giocatori ordinati per win shares, e non per il loro ruolo nel lineup.

Juvonen avrà in proiezione l’impatto maggiore con 3.3 vittorie, ma anche Conz ha il potenziale di portare 3 successi alla squadra. Nei reparti offensivi e difensivi si vede invece una netta divisione tra i giocatori di punta e quelli maggiormente “di sostanza”, ma in generale la realtà potrebbe rivelarsi diversa da quella prevista dello schema.

I dati fanno infatti una media tra le prestazioni delle ultime tre stagioni, ma ci sono elementi che in biancoblù hanno avuto un netto aumento rispetto al passato. Ne sono un esempio Heim, Kneubuehler oppure lo stesso Juvonen, mentre ad esempio Conz vede la sua proiezione “corretta” verso l’alto dalle prestazioni dei recenti campionati, migliori di quello attuale.

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3. Zone troppo calde

La necessità dell’Ambrì Piotta di ridurre le chance concesse dallo slot era stato un argomento ad inizio stagione, e si è tornati a notare questa tendenza domenica, quando il Losanna ha scagliato il 66% dei suoi tiri dalla zona calda davanti a Juvonen.

In generale solo Kloten (17.86 a partita) e Ajoie (16.79) concedono più tiri dell’Ambrì (16.35) dallo slot, e questo si conferma anche guardando i dati relativi alla tipologia di chance concesse agli avversari dai leventinesi.

A livello di posizione i biancoblù sono invero efficaci nel difendere quello che viene definito “home plate” (questa area), visto che solamente il 31% (il dato più basso di lega) delle occasioni concesse arriva da tiri partiti dopo un passaggio in questa zona. La squadra di Cereda è inoltre brava nell’evitare che Juvonen o Conz debbano contenere dei tiri passati dalla “Royal Road” (questa area), circostanza che si verifica solo nel 16% delle occasioni concesse (quarto miglior dato di lega).

Qual è dunque il problema? L’Ambrì soffre le azioni tipiche dei power forward, visto che delle chance concesse ben il 44% di queste arriva a risultato di “walk-in”, ovvero con tiri da parte di giocatori che si sono portati il disco sul bastone sin nello slot. In questo senso i leventinesi sono i più “scardinati” della lega.

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 4. Non c’è di che scusarsi

“We’re not going to apologize for good goaltending”. Era questo uno dei mantra di coach Alain Vigneault quando era alla guida dei New York Rangers, e così rispondeva spesso a chi gli chiedeva se la squadra non si basasse troppo sulle prestazioni eccezionali di Henrik Lundqvist.

Ultimamente ad Ambrì è Janne Juvonen ad essere sotto le luci della ribalta, ed anche Tim Heed ha ammesso che la squadra non può lasciare solo il portiere come successo domenica contro il Losanna.

In generale però il PDO è sostanzialmente in equilibrio al 100.51%, dunque complessivamente c’è sempre stato un certo sostegno grazie anche ad una buona percentuale al tiro del 10% ed un volume di 29 conclusioni ad incontro. A questi si aggiungono i tiri bloccati, oltre 16 a partita che rappresentano il terzo miglior risultato di lega.

5. Powerplay salvavita

Da inizio dicembre ad oggi l’Ambrì Piotta viaggia ad un ottimo ritmo di 1.73 punti ad incontro, che si è tradotto in 19 punti ottenuti in 11 partite. Tra i motivi di questi risultati c’è sicuramente l’efficacia del powerplay, che ha trovato la rete con una percentuale del 30% ed ha spesso tratto d’impiccio i biancoblù.

L’esempio più recente l’abbiamo avuto domenica contro il Losanna, quando il powerplay ha girato la partita, mentre qualche giorno prima nel derby in superiorità era arrivata la rete della sicurezza di Heim. Con l’uomo in più era stato costruito anche il successo sul Bienne (due reti), così come l’ultima vittoria del 2022 contro gli ZSC Lions (3 PPG). Insomma, le avversarie sono avvisate…

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