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Ambrì Piotta

5 spunti da Ambrì: casa dolce casa, scelte complicate, un sorriso e l’occhio nero

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


1. Casa dolce casa

C’era stato un periodo in stagione in cui il rendimento casalingo dell’Ambrì Piotta era diventato un serio problema, con appena tre vittorie su 11 partite disputate tra fine settembre e fine novembre. In quella fase i biancoblù avevano ottenuto soli 12 punti in 12 uscite, una media superiore solamente a quella dell’Ajoie.

Le cose sono però decisamente cambiate da inizio dicembre, quando i biancoblù sono riusciti a rendere nuovamente la Gottardo Arena un fortino praticamente inespugnabile. La media di punti casalinga nelle ultime cinque partite – tutte vinte! – è infatti stata la più alta della lega con 2.6 ad incontro, e questa è una notizia fondamentale per l’Ambrì.

Se la squadra di Cereda vorrà rimanere in corsa il più a lungo possibile per i pre-playoff avrà infatti bisogno delle certezze della propria pista, in cui non manca mai il sostegno dei tifosi. La media spettatori di 6’453 presenze ha infatti dell’incredibile.

2. Poco assistente, tanto talismano

Non eravamo soliti vederlo in panchina, ma ci stiamo velocemente facendo l’abitudine. Scorgere Pauli Jaks al fianco di Luca Cereda durante la Coppa Spengler è stato particolare, anche perché il vero motivo della sua presenza a bordo ghiaccio era dovuta alla scarsa disponibilità di posti in tribuna stampa.

Anche alla Gottardo Arena per i media la situazione non è invero ideale, con diversi giornalisti che devono lavorare su normali seggiolini di tribuna e magari con a pochi metri dei tifosi (giustamente) agitati. I membri dello staff biancoblù hanno però logicamente delle posizioni riservate, che nella prima partita del 2023 non hanno però visto la presenza di Pauli Jaks.

L’ex portiere ha infatti continuato ad essere presente al fianco di Luca Cereda in panchina, con i due che hanno spesso scambiato le loro opinioni su quanto avveniva in pista. Un nuovo assistente insomma? Non proprio, ma sicuramente dare continuità ad una situazione che ha portato al primo trofeo in oltre 20 anni non può fare male… D’altronde nello sport non si dice mai di no ad un buon talismano!

3. Scelte complicate

Non è sicuramente facile il compito con cui si trova confrontato Luca Cereda nella gestione dei suoi portieri, reparto che di recente gli ha imposto delle scelte difficili.

Benjamin Conz è infatti il portiere che ha accompagnato il coach di Sementina in tutto il suo percorso da allenatore dell’Ambrì Piotta, e non deve dunque essere stato semplice – per quanto sportivamente fosse la scelta migliore, e con il senno di poi anche pagante – ad esempio comunicargli che sarebbe stato Juvonen a giocare sia semifinale che finale di Coppa Spengler.

Così come non deve essere stato evidente lasciare in sovrannumero Trisconi, un “soldato” sempre fedele ma che nell’ultima uscita dell’anno ha sicuramente compreso la necessità di mandare sul ghiaccio la miglior formazione possibile. Fare parte di una squadra significa anche accogliere con il giusto spirito queste situazioni.

Ora il finale di stagione si prospetta un sfida di gestione delle energie e dei talenti soprattutto pensando ai portieri, con Conz che dal 5 novembre ad oggi è stato schierato da titolare solamente tre volte, e che ha lasciato intendere di pensare ad un futuro altrove. Per arrivare ai pre-playoff ci sarà però bisogno anche di lui.

La prossima decisione sarà quella di scegliere il portiere per il derby della Cornèr Arena, pista in cui Conz non si è mai trovato particolarmente bene. In 13 apparizioni con i biancoblù ha fatto registrare l’88% di parate ed oltre 4 reti incassate, mentre Juvonen nel suo unico incontro in casa dei cugini aveva parato 32 tiri con il 91.43% di efficacia.

Anche questa, come tante altre, non sarà una scelta facile.

 4. Un sorriso e l’occhio nero

Ci sono cose che indubbiamente vanno oltre lo sport, e che hanno davvero più importanza di una partita vinta piuttosto che persa. Ce lo ha ricordato Dominic Zwerger, che durante la Coppa Spengler ha spiegato i seri problemi con cui si era dovuto confrontare negli scorsi difficili mesi.

L’empatia ed il sostegno mostrati dall’Ambrì Piotta durante il periodo in cui l’austriaco era in chiara difficoltà sul ghiaccio merita un plauso, e quelle affermazioni che recitavano “Zwerger è uno di noi, e non rappresenterà mai un problema” lasciano anche intendere dei valori umani che vanno oltre la freddezza che un business come l’hockey moderno giocoforza deve imporre.

Zwerger ha così avuto l’opportunità di giocare ogni singola partita della stagione nonostante in alcuni momenti non avesse in maniera evidente molti strumenti per fare la differenza, ma Cereda ed il suo staff – nonostante la pressione di risultati che stentavano ad arrivare – hanno capito che le condizioni del 26enne necessitavano di un vero supporto.

Ed allora è sicuramente stato emozionante per tutti vedere Zwerger esultare in anticipo due volte durante i rigori con lo Sparta Praga, guidare i festeggiamenti dopo il successo alla Spengler, oppure tornare in gol sabato contro il Bienne.

Il tutto con un occhio nero rimediato a Berna, ma anche con un sorriso ora ritrovato.

5. Punti persi e guadagnati

Dopo 35 partite disputate l’Ambrì Piotta è una delle squadre ad aver vinto il minor numero di partite nei 60 minuti, ovvero solamente otto. L’Ajoie è l’unica squadra ad avere fatto peggio con sette successi nei tempi regolamentari.

Quello che però permette ai leventinesi di restare in corsa per pre-playoff è stata la capacità di essere estremamente efficace dopo la terza sirena, con ben sette partite vinte all’OT ed una ai rigori, al fronte di appena due sconfitte oltre il 60esimo.

Ognuna di queste situazioni presuppone però anche che dei punti siano stati lasciati per strada, ed è dunque interessante verificare come l’Ambrì sia arrivato a questi epiloghi.

In sette occasioni i leventinesi hanno ottenuto un risultato utile facendosi rimontare nel punteggio. In tre occasioni erano avanti di due reti, in due circostanze avevano un vantaggio di tre gol, mentre in due casi l’Ambrì era avanti solo di uno. Le rimonte sono invece state tre, di cui una con un doppio svantaggio.

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