DAVOS – La bacheca dell’Ambrì Piotta non può vantare tantissimi trofei, ma quando i biancoblù erano riusciti a portare in Leventina i successi in Europa a fine anni Novanta, le sensazioni furono uniche.
Se lo ricorda bene Pauli Jaks, che di quelle squadre era il portiere e che negli ultimi giorni ha vissuto al fianco di Luca Cereda una Coppa Spengler che potrebbe permettere al club di tornare a festeggiare dopo oltre vent’anni. Nulla è però ancora raggiunto, e per superare anche lo Sparta Praga ci vorrà una prova maiuscola.
“Le sensazioni in spogliatoio dopo la conquista della finale erano bellissime, ma tutti erano ben coscienti che potevamo godercele solamente per quei momenti in cui eravamo ancora assieme in pista”, ci ha raccontato Pauli Jaks. “Il focus deve infatti andare all’ultima partita di sabato, perché per noi la Coppa Spengler è un momento importante e siamo venuti qui con un obiettivo che vogliamo raggiungere”.
Sembrate la squadra che ha più fame, questo è fondamentale…
“Abbiamo giocato tre solide partite, in cui tutta la squadra assieme ha lottato sia per mettere scompiglio davanti alla porta avversaria, sia in retrovia per bloccare tanti tiri e lavorando per portare i dischi fuori dal terzo. Questo è il gruppo che è uscito, ed è fantastico”.
Hai vissuto il torneo in panchina al fianco di Cereda, per te è una novità. Sinora com’è andata questa esperienza?
“L’ho vissuta sicuramente bene! In realtà tutto è nato da una problematica, ovvero il fatto che in tribuna stampa i posti sono limitati, ed allora abbiamo deciso all’ultimo che avrei seguito le partite dalla panchina. Ho subito accettato, è un’esperienza bellissima. Devo essere onesto, alla prima partita ho avuto un po’ di difficoltà perché vedere le cose dal basso è tutta un’altra cosa, il gioco è più veloce e bisogna essere sul pezzo immediatamente. Mi sono però abituato, ed essere in panchina con lo staff è un piacere”.
Tu sai bene cosa si prova a portare un trofeo ad Ambrì, riuscirci sarebbe unico…
“Esatto, sarebbe magnifico. Mi ricordo molto bene le due Continental Cup e la Supercoppa, tutte quelle esperienze furono eccezionali. Riuscire a portare un trofeo ad Ambrì è qualcosa che, se ci riesci, ti ricorderai per sempre. Sabato daremo battaglia allo Sparta Praga proprio per questo, per fare nostra una coppa che sarebbe speciale”.
L’Ambrì non ha molte opportunità di vincere una coppa, la motivazione sarà sicuramente al massimo…
“Sappiamo che quando ci sono delle competizioni come queste, che non sono molto lunghe, c’è l’occasione di arrivare fino in fondo. Abbiamo cercato di preparaci al massimo, tutto lo staff ha lavorato davvero nei minimi dettagli visionando gli avversari… Ci siamo preparati bene e la finale sarà una vera battaglia, sicuramente non vogliamo fermarci qui”.
A sorreggere la squadra c’è stato Juvonen, che si è confermato su alti livelli…
“Lui sta facendo esattamente quello che gli abbiamo visto fare quando lo abbiamo conosciuto nel finale della scorsa stagione. Noi dello staff eravamo sicuri che potesse portare il suo contributo sull’arco di un’intera stagione, e lo sta facendo. È un portiere molto calmo, solido e bravo nei suoi momenti, che compie senza esagerare. È inoltre importante che ci sia Conz insieme a lui, i due creano una sana concorrenza. Ricordiamoci che siamo appena a metà stagione, dunque saranno importanti entrambi”.
Che effetto ti fa vedere Juvonen portare una maschera che rappresenta un tributo a quella che indossavi tu alcuni decenni fa?
“Mi fa davvero molto piacere. Penso di aver visto le immagini del casco per la prima volta sul vostro sito, è stata una bella sorpresa. Lui ha scelto tra i colori il celeste mentre io ai tempi avevo il rosso, che faceva parte della nostra divisa. In questi giorni ho inoltre conosciuto il capo materiale dell’IFK Helsinki, che è proprio la persona che realizzato la maschera di Juvonen. Gli piacciono molto le cose dei vecchi tempi e mi ha chiesto se avessi ancora la maschera originale, ed effettivamente dovrei cercarla. Vedere Janne scegliere questo design per me è stato davvero bello”.