GINEVRA – È rientrato un po’ a sorpresa il centro André Heim, che venerdì sera a Ginevra è tornato a dare man forte ai suoi compagni dopo l’operazione al pollice che lo aveva messo fuori causa a fine ottobre.
“Non ho avvertito dolori al pollice, è andato tutto bene, da questo punto di vista sono contento”, ha affermato il biancoblù a fine partita.
Inizialmente il tuo rientro era previsto attorno al 20 dicembre, hai anticipato il ritorno viste le defezioni di Kostner e Kneubuehler?
“No, l’obiettivo era il 20, ma siccome mi sentivo pronto e tutto filava liscio, abbiamo deciso di anticipare i tempi. A contare è stata insomma la sensazione e non gli infortuni dei compagni”.
All’inizio non hai praticamente fatto ingaggi, solamente con il passare dei minuti ne hai fatto qualcuno. Era per proteggere il pollice?
“In allenamento ho svolto qualche ingaggio, ma non mi sono sentito così in forma in questo esercizio. McMillan è bravo in questo ambito e quindi abbiamo concordato che specialmente in entrata sarebbe stato lui a farli. Chiaramente gli ingaggi sono sempre delicati per le mani e dunque abbiamo optato per ridurre un po’ i rischi ed evitare qualche ricaduta”.
Un conto è rientrare, un altro è tornare sui livelli d’inizio campionato, quando tempo ti ci vorrà?
“Spero già sabato contro il Langnau onestamente, è il mio obiettivo. Venerdì ho avuto un buon inizio, poi il mio rendimento è un po’ calato, non sono così contento della mia prova”.
Contro il Ginevra il risultato vi ha puniti oltremisura al termine di una buona prestazione. In particolar modo il terzo tempo è stato edificante, non avete mollato…
“L’ultima frazione ha effettivamente mostrato l’aspetto più importante, siamo in vita, non molliamo. Abbiamo spinto, siamo riusciti a segnare e ci abbiamo provato sino al termine. Sì il risultato è un po’ esagerato. Nel secondo tempo abbiamo subito troppi turnover sulla nostra linea blu, è stata la chiave che ci ha condannato e possiamo solo prendercela con noi stessi”.
È stato ancora più dura del solito restare fuori vedendo la squadra quasi sempre uscire sconfitta?
“Eh certo. Non è mai bello vedere dall’alto i compagni che perdono, anche quando giocano bene. Ti senti impotente in tribuna, non puoi fare nulla, è una sensazione veramente sgradevole”.
Hai comunque provato ad aiutare in qualche modo il team durante la tua assenza agonistica?
“Ho cercato di arrivare sempre contemporaneamente con loro alla pista, di presenziare ai meeting, ho parlato a volte con i miei compagni, ho cercato di motivarli e rincuorarli singolarmente, specialmente nei momenti critici”.