ZUGO – Può essere sicuramente un coach soddisfatto di quanto visto in pista Luca Gianinazzi, che nella sfida in casa dello Zugo ha guidato il suo Lugano ad imporsi con decisione e grande personalità
“Il punto centrale? Prima della partita ci siamo detti che a Friborgo a un certo punto avevamo la sensazione che stavamo cercando di rubarla più che di vincerla. In quelle partite dove sei vicino all’avversario, ma lui è migliore di te, cerchi in qualche modo di portarla a casa, ma non è quello che vogliamo fare noi. Vogliamo vincere attaccando e a Zugo il nostro focus era proprio questo, mettere pressione a loro e in entrata di partita ci siamo riusciti molto bene”, ha commentato.
E poi siete stati bravissimi a gestire il vantaggio, specialmente nella terza frazione…
“Nel secondo tempo c’è stata una fase un po’ più difficile, ma nel terzo periodo abbiamo trovato le risposte e siamo riusciti a uscire dalla loro pressione. Gli aggiustamenti soprattutto in uscita di zona hanno funzionato e siamo riusciti a mantenere più a lungo il disco in zona offensiva mostrando coraggio. Ciò ha rallentato la loro manovra, anche perché in queste situazioni prima di poter attaccare, devi guadagnarti il puck. Questo atteggiamento è stato fondamentale”.
Fa piacere a un coach per una volta vedere tra i marcatori gente come Herburger e Josephs, non abituata a segnare molto e un portiere solitamente non titolare sugli scudi?
“In realtà mi fa piacere qualsiasi successo individuale, fa parte di una squadra ed è il frutto del lavoro. Tutti devono essere contenti del successo degli altri, è la celebrazione del risultato degli allenamenti, ne abbiamo anche parlato in gruppo. Ma attenzione, spesso il risultato viene misurato solo con gol e assist, ma ci sono pure i tiri bloccati o le giocate a favore della squadra. Anche lì ci deve essere l’energia e il riconoscimento da parte di tutti”.
Privarsi di Koskinen e inserire Kaski e Schlegel dall’esterno è parsa una scelta coraggiosa, come mai questa decisione?
“Il fatto di avere 8 stranieri e 2 buoni portieri a disposizione ti dà la possibilità di fare delle scelte. Non ho una risposta intelligente in merito al motivo. Sono valutazioni interne dello staff, si pensano ai vantaggi e svantaggi. Sappiamo che Nik è un’ottima alternativa in porta, quindi non vedo questa opzione come una scommessa o un rischio, è semplicemente una scelta strategica diversa. Ha pagato e siamo contenti”.
Una vittoria piena in trasferta non arrivava dal primo ottobre, tu non eri ancora sulla panchina. Questo successo è uno step importante, più di altri, una specie di paletto?
“Più che la vittoria in trasferta direi il terzo tempo disputato. Questo è stato un passo in avanti, abbiamo usato le nostre risorse per affrontare la difficoltà e girarla a nostro favore. La vittoria è il risultato, la conseguenza di ciò. È sicuramente dunque uno step importante, ma come ho detto quando entrai in carica, ci vuole pazienza. Oltretutto nello sport il percorso non è mai lineare, ma attualmente siamo in un buon momento, dobbiamo continuare a lavorare in questa direzione”.