L’episodio che ha visto il gol di Dario Bürgler annullato dopo un coach’s challenge durante la sfida tra Langnau e Ambrì Piotta dello scorso 19 novembre ha fatto un gran discutere, ma quanto accaduto rappresenta anche l’occasione per chiarire come vanno gestite questo tipo di situazioni.
Da un lato la National League ha pubblicato sul proprio sito web una precisazione in merito al processo di richiesta di un coach’s challenge ed al ruolo giocato dai “famosi” 45 secondi di attesa dopo una rete. Trovate il testo di riferimento qui.
D’altro canto è però anche importante sottolineare come nel caso specifico le cose non siano andate secondo regolamento, con l’Ambrì Piotta che a giusta ragione aveva immediatamente comunicato il proprio disappunto per la gestione della situazione.
Nel rapporto arbitrale giunto al club leventinese qualche giorno più tardi si legge infatti che, in questa specifica situazione, gli arbitri avrebbero dovuto negare la richiesta di challenge da parte della panchina del Langnau.
“Dopo il goal break della durata di 45 secondi, uno degli allenatori del Langnau ha segnalato l’intenzione di chiedere il Coach’s Challenge”, si legge nel documento. “Quando l’arbitro si è avvicinato alla panchina il challenge non è però stato preso immediatamente, e si è verificato un periodo di attesa in cui non vi è stata comunicazione tra l’allenatore ed il direttore di gara. È passato un certo tempo, ed il challenge è poi stato accettato”.
Situazione questa che rappresenta un errore, come scrive il rapporto: “Se immediatamente prima dell’ingaggio l’allenatore segnala la volontà di chiedere il challenge, questa deve essere comunicata immediatamente. In questo esempio è possibile vedere come gli allenatori del Langnau, dopo che uno di loro ha effettuato il segnale, hanno rallentato la comunicazione con l’arbitro e dunque il challenge non doveva essere accettato”.
“Questa è considerata una tattica di ritardo, e dunque il challenge non è stato chiesto in maniera corretta. Se invece il coach avesse comunicato direttamente all’arbitro le sue intenzioni, la procedura di richiesta del challenge sarebbe stata al limite, ma corretta e secondo regolamento”.