Le ultime settimane sono state indubbiamente intense per il biancoblù Filip Chlapik, recentemente impegnato alla Karjala Cup con la Nazionale ceca, e nelle ultime partite di campionato sotto la lente per alcune discussioni avute con coach Luca Cereda.
Da parte di entrambe le parti l’episodio avvenuto durante una sfida contro l’Ajoie era comunque stato archiviato, con il giocatore che in una nostra intervista aveva affermato che “nell’hockey non è un episodio particolare. Entrambi vogliamo vincere ed è scoppiata della frustrazione. La cosa non ha lasciato traccia, si va semplicemente oltre”.
Chlapik è poi ritornato negli scorsi giorni su questa prima parte di avventura in Svizzera in alcune interviste concesse ai portali iSport e idnes, dove si può leggere come “in termini di stile di vita la decisione di andare in Svizzera è stata ottima. A livello sportivo invece siamo solo all’inizio, dunque vedremo. Sul ghiaccio mi sono sentito bene, ma non sono arrivati abbastanza punti. Sono il giocatore che tira di più di tutta la lega, ma le mie mani tremano e non sono calmo”.
Come successo con altri giocatori, anche Chlapik ha realizzato di aver bisogno di tempo per abituarsi al sistema di gioco voluto da Cereda: “È molto specifico. Le prime partite sono andate bene, ma poi devi seguire il sistema ed ho iniziato a pensare troppo. Dopo una decina di match ho ricominciato a ritrovare il mio gioco, ed ora mi sento bene”.
L’attaccante è poi entrato nello specifico delle difficoltà che ha incontrato, affermando che “in difesa giochiamo a uomo, e questo crea confusione. Le piste sono molto grandi e quando si affrontano le squadre più forti si passa tanto tempo in zona difensiva. In generale giochiamo in maniera molto veloce e ci vuole molta forza fisica, è un sistema diverso che non avevo mai visto in carriera”.
A colpire Chlapik è inoltre stata un’impostazione che l’Ambrì Piotta porta avanti da anni, ovvero quella di iniziare la partita con la quarta linea. “Anche questa è una cosa nuova. Le prime due linee entrano in gioco dopo alcuni minuti dall’inizio del match, il che rende le cose diverse. A Praga avevo probabilmente un ruolo maggiore, ma si deve essere in grado di affrontare anche queste situazioni”.