LUGANO – BIENNE
5-3
(2-1, 3-1, 0-1)
Reti: 5’20 Yakovenko (Hischier, Brunner) 0-1, 12’54 Fazzini (Marco Müller) 1-1, 16’22 Arcobello (Connolly, Josephs) 2-1, 22’40 Brunner (Cunti) 2-2, 25’17 Bennett (Kaski, Connolly) 3-2, 37’25 Müller (Herburger, Riva) 4-2, 37’54 Josephs (Morini) 5-2, 59’39 Lööv (Künzle, Cunti) 5-3
Note: Cornèr Arena, 4’695 spettatori
Arbitri: Stricker, Hungerbühler; Obwegeser, Duc
Penalità: Lugano 6×2′, Bienne 6×2′
Assenti: Daniel Carr, Julian Walker, Stephane Patry (infortunati), Mikko Koskinen, Yves Stoffel (sovrannumero)
LUGANO – Finalmente, vien da dire, aldilà della vittoria – importante e significativa – il Lugano è riuscito a domare se stesso in quei famosi terzi periodi, portandosi a casa tre punti ben gestiti contro un Bienne che veniva niente meno che da dieci vittorie consecutive.
Ad Arcobello e compagni occorreva anche una reazione decisa dopo la sconfitta di Kloten, una partita che a pensarci ancora oggi rimane qualcosa di delirante. Non era certo facile trovare subito una reazione a quella sconfitta così frustrante, ai bordi della pausa e contro un avversario che gioca a memoria, lanciato in una serie di vittorie che lo ha portato ad insidiare il Ginevra, lassù in cima alla classifica.
Per i bianconeri invece era importantissimo vincere non solo per portarsi una bella prestazione durante la pausa, ma anche per scongiurare un eventuale – di nuovo – scivolone sul fondo della graduatoria, la quale adesso non è che sorrida, ma chiudere questa prima parte di stagione con la lanterna rossa in mano non sarebbe stato un gran risultato da tenersi appresso.
Invece stavolta i ragazzi di Luca Gianinazzi hanno tenuto, con le gambe e con la testa, e dopo aver reagito all’iniziale vantaggio ospite con un gol di Yakovenko, hanno trovato il carattere per rimontare e riprendere il comando della nave, farfugliando tra un cambio e l’altro, vero, ma giocando una partita sul piano difensivo che non si vedeva da tempo alla Cornèr Arena.
I principali tiratori del Bienne, da Rajala a Hofer, passando per un Brunner che ha come di consueto timbrato il cartellino contro la sua ex squadra, hanno avuto vita difficile sia a cinque contro cinque che nel loro temuto powerplay, vedendosi tagliare le linee di passaggio per i tiri al volo da un Lugano ben piazzato nel suo slot e subito pronto a ripartire in velocità.
Qualche problema è arrivato semmai nel tenere invece il disco dentro il terzo offensivo, con un paio di piazzamenti sbagliati che hanno permesso due break in solitaria a Hofer e il citato Brunner, con l’ex Ambrì stoppato alla grande dal rientrante Schlegel, poi battuto con classe dal numero 96. Proprio il portiere di casa, dopo aver subito la rete dell’1-1 un po’ “così”, si è riscattato, compiendo interventi solidi e trasmettendo sicurezza ai suoi compagni di squadra e tenendo in piedi la baracca nei momenti di pressione dei seeländer.
Uno dei momenti decisivi della partita pareva potesse essere quel powerplay in cinque contro tre di 1’57 giocato dal Lugano quando i bianconeri erano già in vantaggio 3-2, ma nel senso contrario, visto come Connolly e compagni siano riusciti a sprecare giocando malamente una situazione che doveva servire per chiudere sul serio i conti.
Stavolta però il Lugano ha avuto perlomeno il merito di non lasciarsi andare e continuare sulla sua strada nonostante tutto, regolando i conti con le due reti in rapida successione di Marco Müller e Josephs, reagendo alla grande a un episodio che gli si sarebbe potuto ritorcere di nuovo contro.
Un bell’esame è stato anche quello della gestione del terzo periodo, dove i bianconeri hanno soprattutto pensato ad abbassare intelligentemente il ritmo delle operazioni mantenendo il più possibile il possesso del disco, obbligando il Bienne a uscire da duelli alla balaustra resi veramente difficili da vincere grazie alla foga intelligente dei combattivi padroni di casa, disposti finalmente a tutto pur di portare a casa questi tre punti.
Nulla più ha fatto vacillare la squadra di casa, nemmeno il timido tentativo di rientro del Bienne con il 5-3, ormai a quel punto un Lugano improvvisamente più maturo aveva finalmente la situazione saldamente tra le mani. Da lodare la reazione del Lugano rispetto alla sconfitta di Kloten, così come la capacità di Gianinazzi di leggere tatticamente la sfida e tenere i suoi giocatori con una tensione positiva. Una tensione che, nonostante il grande lavoro che aspetta Arcobello e compagni, potrà sicuramente venire rilasciata in una pausa tanto attesa.
IL PROTAGONISTA
Marco Müller: Il numero 10 ha trovato quello che si è rivelato il game winning gol contro il Bienne, ma è stato anche una costante spina nel fianco per i portatori del disco avversari. Sabato sera alla Cornèr Arena Müller ha portato in pista un’energia enorme, distribuita su tutti i fronti del gioco e che ha spesso rotto sul nascere le iniziative del Bienne, facendo anche da esempio per tutti i compagni in pista.