AMBRÌ – Gioco confuso, passaggi imprecisi, tanto nervosismo e, unito a tutto questo, rimbalzi sfavorevoli, due infortuni ad inizio partita (Heim e Pezzullo) e una gestione arbitrale che ha più volte fatto infuriare Luca Cereda.
Contro l’Ajoie ci sono stati insomma tutti gli elementi per la più classica delle serate storte, anche se Daniele Grassi riesce a trarre un po’ di positività dalla sconfitta della Gottardo Arena. “Non è tutto da buttare. La nostra è stata una prova insufficiente, questo è vero, ma solamente a tratti. L’inizio è stato positivo ma poi, specialmente nel secondo tempo, siamo calati perdendo quelli che sono i capisaldi del nostro gioco e la sfida ci è sfuggita di mano”.
In diverse occasioni si è visto un Ambrì complicarsi la vita in fase offensiva, cercando giocate troppo complicate e ragionate. Sei d’accordo?
“È così, spesso e volentieri ci siamo complicati la vita e loro sono stati bravi a ripartire in velocità e a colpire in contropiede. Dobbiamo imparare ad essere molto più diretti sulla porta e questo lo si fa attraverso un gioco semplice. Specialmente quando le partite diventano complicate è importante riuscire a semplificare ulteriormente il proprio gioco”.
Hai parlato di contropiedi: per tre volte l’Ajoie ha saputo approfittarne trovando la via del gol. Mancanza di furbizia da parte vostra?
“Direi piuttosto che va loro riconosciuto il merito di essere stati bravi e cinici in fase realizzativa. Già nel secondo tempo si erano resi pericolosi in diverse occasioni finché hanno saputo andare a segno nei momenti topici della sfida. Per vincere devi giocare con regolarità e costanza sui tre tempi e contro di loro, purtroppo, siamo andati a corrente alternata”.
L’impressione è che nelle ultime uscite abbiate perso un po’ di smalto rispetto ad inizio stagione, specialmente in termini di gioco e di costruzione della manovra. C’è stato un passo indietro in tal senso?
“Non direi. Se penso alla partita contro i giurassiani si è trattato perlopiù di dischi persi laddove non dovevano essere persi… Siamo incappati nell’errore di voler fare di più proprio nei momenti in cui le cose non giravano, e questo è l’errore peggiore che si possa commettere. Avremmo dovuto essere più diretti sulla porta e semplificare le operazioni, ma non abbiamo fatto altro che complicarci la vita con giocate inutilmente complesse e inefficaci”.
Nel corso della sfida avete perso Heim e Pezzullo, costringendo il coach a un rimescolamento delle linee e, di conseguenza, a forzare alcuni elementi. Questo vi ha forse tolto un po’ di lucidità?
“Non direi, avendo arruolato tredici attaccanti abbiamo comunque girato a quattro linee complete. Non si tratta di questo, ma piuttosto di qualche rimbalzo sfavorevole e un po’ di sfortuna nei momenti decisivi della sfida. Come detto più volte in questi giorni, se ad inizio stagione avevamo raccolto più di quanto seminato, in questo periodo stiamo raccogliendo molto meno di quanto meriteremmo”.
Avete perso sei delle ultime sette partite e inanellato quattro sconfitte consecutive. Si tratta del primo momento difficile della stagione, con che spirito affronterete il Ginevra sabato sera?
“Come non bisogna montarsi la testa quando si vince, ora non dobbiamo demoralizzarci per qualche partita andata storta. Dobbiamo restare uniti, continuando a lavorare nel modo giusto con serenità e unità di gruppo. Solo così riusciremo ad uscire da questa piccola spirale negativa. Il fatto di sfidare una squadra in forma come il Ginevra è positivo: non stiamo certamente vivendo il nostro miglior momento e, forse, una grande sfida è proprio quello che ci vuole per aiutarci a rialzarci. Sarà un bel banco di prova e l’intenzione è quella di tornare a far punti”.