AMBRÌ – Nonostante i cinque punti nelle prime due partite, e due vittorie per iniziare la stagione, l’Ambrì Piotta sa di poter crescere, ed infatti lo ha già fatto nel breve volgere del primo weekend di campionato.
“Abbiamo giocato meglio rispetto a venerdì, trovando maggiore costanza ma sbagliando ancora diversi dischi”, ha confermato coach Luca Cereda. “Dobbiamo imparare ad accettare che se la soluzione migliore non esiste possiamo optare per la meno peggio, però in generale c’è stato un buono sforzo della squadra ed i ragazzi hanno meritato di vincere”.
Avete vissuto una partita in crescendo, dando una bella sterzata alla sfida nel secondo tempo…
“Il secondo gol ci ha fatto molto bene ed ha ridato subito un buon entusiasmo al gruppo. Il periodo centrale è poi stato il nostro migliore, in cui abbiamo trovato una certa regolarità nelle nostre giocate martellando nel gioco, mentre nel primo abbiamo perso alcuni puck pericolosi. Rispetto a venerdì è stato comunque un buon passo avanti”.
L’aspetto più positivo è forse la consapevolezza di avere ancora un bel margine di miglioramento…
“Non siamo ancora al massimo della nostra brillantezza fisica e mentale, ma naturalmente la stagione rimane una strada lunga. Abbiamo fatto un primo passo ed ora abbiamo potuto vedere cosa funziona già bene, e cosa invece si può migliorare. Nelle amichevoli è difficile ottenere queste informazioni perché non sai mai in che condizioni è l’avversario, mentre ora sappiamo su cosa lavorare. Arrivano ora un paio di settimane in cui giocheremo tre volte, dunque bisognerà subito farsi trovare pronti”.
Siamo solo alle prime battute della nuova stagione, ma è già stato possibile vedere l’impatto sul gioco portato da sei stranieri?
“La cosa che mi ha colpito è il grande equilibrio, tutte le squadre hanno tre linee molto forti offensivamente, mentre prima non era sempre il caso… Anzi, alcune squadre hanno anche un quarto blocco offensivo. C’è sicuramente più velocità nel gioco. Anche noi notiamo la differenza ma stiamo gestendo bene il TOI, questa è una cosa in cui credo tanto. Giocare il più possibile a quattro linee a lungo andare porta dei vantaggi”.
In panchina con te c’era anche il mitico Claude Julien, come è iniziata questa particolare esperienza con lui?
“Per me è un grande onore, ha allenato vent’anni in NHL vincendo anche una Stanley Cup. È un’esperienza enorme, lui è davvero una bella persona, molto umile. Quello che gli abbiamo chiesto è di darci un feedback su quello che facciamo, così da capire se stiamo andando nella direzione giusta. È bello, da una persona così si può solo imparare. Si è messo a disposizione volentieri per passare due settimane con noi e siamo contentissimi. A Friborgo è rimasto in tribuna perché aveva incontrato la squadra solo venerdì mattina, invece contro il Berna è stato tutto il tempo in panchina e durante le pause ci ha dato degli input. È rimasto molto colpito, mi ha detto che se fosse stato in tribuna avrebbe sicuramente fatto un video per mostrare alla moglie l’atmosfera con i tifosi”.