AMBRÌ – La stagione dell’Ambrì Piotta non poteva partire meglio di così: due vittorie in due giorni e cinque punti su sei conquistati contro due avversari storicamente ostici. E, a differenza della prima uscita stagionale di Friborgo, sabato sera alla Gottardo Arena ad emergere con prepotenza è stato tutto il pacchetto straniero che, con i vari Chlapik, Spacek ma anche Heed e Virtanen, ha saputo alzare sensibilmente il proprio livello e, di conseguenza, quello del gioco di Luca Cereda.
A fine partita abbiamo incontrato proprio Filip Chlapik, autore di una prova di spessore e condita dall’importante rete del 3-1 in superiorità numerica.
“Iniziare in questo modo una stagione, con due vittorie e ottime sensazioni, è certamente qualcosa di molto positivo. Per me è tutto nuovo, mi sono visto catapultato in un contesto totalmente diverso e ne sono rimasto affascinato. Abbiamo iniziato col piede giusto e il pubblico sembra aver apprezzato…”.
Ne sei rimasto colpito?
“È stato incredibile. In passato mi è capitato di giocare davanti a 17 mila tifosi, ma qui è totalmente diverso. La pista è più piccola e il baccano… beh, è sorprendente. È la prima volta che percepisco una spinta così decisa dal pubblico. Avevo sentito parlare del tifo biancoblù, ma non avrei mai immaginato nulla del genere”.
Tornando alla partita, l’avete controllata fondamentalmente per sessanta minuti e la vostra linea – la prima – ha saputo mettersi in evidenza. Sei soddisfatto del vostro apporto?
“Rispetto alla prima partita abbiamo fatto un deciso passo in avanti. Non eravamo completamente soddisfatti della performance della linea, e così sabato mattina abbiamo riguardato i video in modo da riuscire ad individuare quegli aspetti che avremmo potuto migliorare per la sfida contro il Berna. Abbiamo cercato di correggere alcune cose e, in linea generale, posso dire che la nostra linea – così come la squadra in generale – ha saputo alzare il proprio livello. Di questo siamo molto felici, pur consapevoli che la stagione è lunga e che i margini di miglioramento sono enormi”.
Ad emergere è stata anche una certa intesa con Spacek, tuo connazionale…
“È vero. Non avevamo mai giocato insieme prima d’ora, nella stessa linea voglio dire. Ad eccezione delle amichevoli di quest’estate. Ma ci conosciamo da moltissimi anni ed è bello avere un punto di riferimento, specie quando arrivi in una nuova realtà. Ci aiutiamo molto l’un l’altro. Naturalmente l’obiettivo è che questa intesa progredisca e si affini sempre di più. E poi il bello di poter giocare in linea insieme è che quando parliamo ceco tra di noi… gli avversari non capiscono niente (ride, ndr.)”.
Sei arrivato in Leventina come “lo scorer”, colui che dovrà concretizzare la manovra e portare tanti punti. Percepisci una certa pressione in tal senso?
“No, non direi. Anche perché il mio è un approccio molto pragmatico: se la squadra vince, poco importa se a segnare sono io, Michael (Spacek, ndr.) o altri compagni. A contare è esclusivamente il collettivo. Se invece si perde e io personalmente non sono riuscito ad esprimermi ad un livello sufficientemente adeguato, allora inizio un’analisi sul mio gioco e cerco di capire che cosa non ha funzionato e dove avrei potuto fare meglio. Ma questa è musica del futuro. Siamo all’inizio della stagione e l’unica cosa sulla quale voglio concentrarmi ora sono le emozioni positive che sto vivendo in questi giorni. Sono abbastanza sicuro del fatto che, se gioco come so di dover giocare, i punti saranno una naturale conseguenza del mio lavoro”.