LOCARNO – Era uno dei grandi motivi d’interesse della conferenza stampa di inizio stagione dell’Ambrì Piotta, ed alla fine il club ha fatto la sua scelta. Il nuovo capitano leventinese è Daniele Grassi, che raccoglie così il testimone lasciato da Michael Fora.
“È una bella sensazione. Sono contento e molto orgoglioso. Mi era già successo in passato di avere la “C” sulla maglia quando Fora oppure Bianchi erano infortunati, e già in quelle occasioni ero onorato di poter rappresentare un club con determinati valori come l’Ambrì Piotta, che sono anche i miei personali”, ci ha raccontato l’attaccante.
Ora però sei capitano a tutti gli effetti, per te cambierà qualcosa?
“Non penso che da parte mia cambierà qualcosa nel mio atteggiamento in spogliatoio e nel rapporto con i compagni. Se mi hanno scelto significa che qualcosa di buono lo faccio, e quest’anno l’aspetto su cui dobbiamo concentrarci è ricreare un gruppo di leader. Gli altri tre giocatori che porteranno una lettera sulla maglia sono arrivati un anno fa e dobbiamo ora creare delle dinamiche sane e che ci permettano di essere sinceri ed onesti l’uno con l’altro, anche quando le cose andranno un po’ meno bene”.
Ci sono inoltre altri giocatori che faranno parte della leadership, anche pensando al fatto che nessuno degli stranieri avrà una lettera sulla maglia..
“Sicuramente. Ci sono tanti giocatori nuovi che hanno leadership ed esperienza, e in uno spogliatoio più ne hai, meglio è. Sia sul ghiaccio che fuori c’è sempre bisogno di figure che sappiano trascinare il gruppo e penso che in questo senso gli stranieri che sono arrivati sono un plus. Mi riferisco però anche a giocatori che già erano con noi, come Zwerger, i fratelli Dotti, e tanti altri”.
Da fuori il dilemma era tra te e Pestoni, voi come l’avete vissuta?
“L’abbiamo saputo venerdì mattina. Siamo tutti e due sulle stessa lunghezza d’onda, la cosa importante non è tanto chi porta la “C” ma piuttosto la capacità di prendersi le proprie responsabilità per cercare di fare crescere il gruppo ed aiutarlo a diventare sempre più competitivo”.
Lo scorso anno eri stato il giocatore più penalizzato della lega, ora da capitano sarà importante trovare il giusto equilibrio…
“Con gli arbitri ho sempre discusso senza oltrepassare la linea. Lo scorso anno c’è stato quell’episodio in cui involontariamente ne ho fatto cadere uno e per questo ho pagato, ma nel parlare con loro non sono mai andato oltre il limite. Durante l’estate però abbiamo discusso molto delle mie emozioni e come queste troppe volte si siano tradotte in penalità. È qualcosa su cui sto lavorando. Tante volte sul ghiaccio è difficile perché sono una persona che vive l’hockey con tante emozioni, ma ogni tanto bisogna fare una mossa in meno perché troppe volte ho messo in difficoltà la squadra. Non è un cambiamento che si può fare da un giorno all’altro, ma continuerò a lavorarci”.