Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!
1. La medaglia è per la mamma
Nonostante una stagione difficile l’Ambrì Piotta ha comunque aggiunto una voce significativa nella storia del proprio club grazie al finlandese Juuso Hietanen, che è diventato il primo giocatore biancoblù a vincere l’oro olimpico.
Doveroso dunque l’omaggio che il club gli ha riservato venerdì sera alla Gottardo Arena, quando Hietanen si è guadagnato gli applausi del suo pubblico. Chi sperava però di vedere la medaglia conquistata a Pechino è rimasto deluso, perché il difensore ha deciso di lasciare il prezioso cimelio a casa dei genitori, dopo aver fatto tappa ad Helsinki per i festeggiamenti.
Poco male, il presidente Filippo Lombardi per la piccola cerimonia ad inizio partita ha rimediato con un ricco cestone di prodotti locali, che sicuramente fanno sempre piacere. La medaglia, invece, meglio lasciarla custodire alla mamma!
2. Il più giovane del decennio
Dopo lo scambio con il Berna che lo ha riportato in Ticino, il giovane difensore Simone Terraneo ha vissuto una stagione in cui si è tolto più di una soddisfazione. Dopo aver debuttato in Swiss League con i Ticino Rockets lo scorso autunno, martedì è stata la volta delle prime pattinate in National League, con quasi 8 minuti di ghiaccio giocati con calma e personalità alla Vaudoise Arena di Losanna.
Così facendo Terraneo è diventato il più giovane giocatore degli ultimi 10 anni a vestire la maglia biancoblù, con il suo debutto che è avvenuto ad appena 17 anni, 7 mesi e 22 giorni.
Anche guardando a tutto il resto del campionato sono solamente due i ragazzi ad essere scesi in pista questa stagione con un’età più giovane, ovvero Janick Liechti e Tim Mathys. I due giocatori dei Tigers sono infatti nati qualche mese dopo, ma nella sfida in cui sono stati impiegati hanno visto solamente due minuti di ghiaccio.
3. La matematica non è buon segno
Si sa, la matematica è una materia che a molti va indigesta, e nel mondo dello sport quando ci si appella ai numeri è sempre un segnale che qualcosa non sta andando per il meglio.
È il caso dell’Ambrì Piotta, con alcuni giocatori che nelle interviste hanno già accennato alla consueta frase “finché la matematica non ci condanna, noi ci crediamo”. Il principio è giustissimo e l’Ambrì con sette partite da giocare (e due scontri diretti con il Berna) ha ancora la possibilità di salvare in extremis la stagione.
Per passare l’esame di probabilità i buoni voti ora però non possono più essere rimandati, perché le proiezioni di NLIcedata.com dicono che l’Ambrì ha solamente il 7.7% di probabilità di arrivare decimo… Un po’ poco per considerare ancora la matematica come alleata.
4. Losanna, che bestia
Pensando ai risultati più recenti molti tifosi biancoblù sicuramente hanno ancora l’amaro in bocca per i tantissimi derby persi nelle passate stagioni (11 sconfitte nelle ultime 12 sfide cantonali), ed anche il Bienne per un certo periodo era diventato un avversario particolarmente ostico, ma è dal Losanna che i biancoblù dovrebbero guardarsi.
I vodesi si sono infatti imposti sui leventinesi in 12 delle ultime 13 partite, e la vittoria ottenuta contro di loro nell’attuale campionato ha rotto una maledizione che aveva visto l’Ambrì sempre battuto nelle stagioni 2019/20 e 2020/21.
Negli ultimi tre campionati i leventinesi hanno infatti racimolato solamente 0.62 punti di media contro il Losanna, cifra più bassa rispetto agli 0.73 arrivati al cospetto dello Zugo oppure agli 0.89 ottenuti con il Lugano. Rappresentativo dunque che siano proprio stati i due match contro la squadra di Fust a rendere ora complicatissimo il finale di stagione.
5. Quel poco in più che non basta
Con la regular season che sta velocemente arrivando alla sua conclusione, è normale iniziare a confrontare le statistiche rispetto a quella della passata stagione, anche ricordando che queste ultime erano state influenzate negativamente da un’annata praticamente intera giocata in piste deserte.
Con sette partite ancora da giocare l’Ambrì Piotta è ad un solo punto dal pareggiare i 50 ottenuti nello scorso campionato, ed ha già segnato più reti (110 contro 107) e potrebbe chiudere con meno gol incassati (attualmente 133, la passata stagione dopo 51 partite erano 158).
La media reti per 60 minuti è passata da 2 a 2.41, quella di gol incassati da 2.85 a 2.81, e a parità numerica sul ghiaccio sono già stati ottenuti ben 22 gol in più. D’altro canto la percentuale del powerplay è precipitata dal 17.29% al 12.42% (solo 20 gol segnati in stagione contro i 37 di quella passata) e le opportunità di superiorità numerica sono state solo 161 al posto di 214.
La percentuale al tiro è stata ritoccata verso l’alto (7.85% contro il 6.29) ma rimane insufficiente, e dagli stranieri sono arrivati appena 27 gol contro i 41 dell’ultima stagione. 83 invece i gol svizzeri, contro i passati 66.
Per un’analisi più approfondita ci sarà sicuramente spazio, e questi sono solo alcuni numeri messi sul tavolo per farci un’idea, ma il filo conduttore lo si vede già. L’Ambrì è migliorato sotto alcuni aspetti, ma dei passi avanti così timidi non sono stati abbastanza.