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5 spunti da Lugano: sabbie mobili, messaggi chiari, bomber inattesi, potenziale frenato

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


1. Sabbie mobili

La lotta che si è innescata da qualche settimana tra la settima e l’undicesima posizione ha assunto ormai i connotati di una palude che può risucchiare chiunque non presti attenzione. Ne sa qualcosa il Berna, raggiunto e superato dall’Ambrì Piotta che pareva spacciato, ma anche il Lugano, passato dal sognare e quasi toccare il sesto posto a rischiare un piede nel fango con la partita contro il Berna.

I due punti incamerati hanno tolto da una mezza impasse i bianconeri, che con una sconfitta avrebbero rischiato di scivolare in una zona molto pericolosa. Occorre mantenere la calma, nelle sabbie mobili più ci si agita, più si affonda.

2. Messaggi poco nascosti

Non è la prima volta che Chris McSorley a mezzo stampa riferisce di una mancanza di carattere o di aggressività dei suoi giocatori, come già successo mesi fa. Messaggi chiari, che ai diretti interessati sono sicuramente arrivati di persona, come successe ad Alessio Bertaggia quando fu relegato in tribuna a ritrovare sé stesso.

Nulla di eclatante, cose quasi “quotidiane” nello sport e non sarà l’ultima volta che il coach si arrabbierà con i suoi giocatori, questo però dimostra come il Lugano a volte ricada nel “mood” che troppo spesso lo aveva imprigionato la scorsa stagione, e che qualche volta gioca brutti scherzi ai bianconeri. In un processo di cambiamento vero anche questo è da mettere in conto.

3. L’uomo da uomo… in più

Con le due reti messe a segno la scorsa settimana Luca Fazzini ha interrotto un digiuno che durava da otto partite, un’eternità per uno scorer come lui. Ancora più lungo però è stato l’intervallo di tempo che è passato tra le ultime due reti a parità numerica del numero 17.

L’ultima è infatti arrivata sabato sera contro il Berna, ma quella precedente è caduta addirittura il 1 ottobre 2021 nel derby contro l’Ambrì Piotta e tra le due sono trascorse addirittura ventotto partite.

4. Bomber inattesi

Tra i protagonisti della larga vittoria del Lugano in quel di Porrentruy contro l’Ajoie c’è anche chi sui tabellini non ci finisce molto spesso. Tim Traber ha infatti timbrato la sfida con segnando le reti dello 0-1 e del 3-5, per la sua prima doppietta nel massimo campionato svizzero.

Prima delle due reti della Raiffeisen Arena, infatti, solo in occasione di una partita giocata con la maglia del Martigny in LNB era riuscito nell’impresa, quando ancora correva l’anno 2015. Avversario? Ancora l’Ajoie…

5. Potenziale frenato

Ci sono quei giocatori che sembrano sempre incompiuti, o che di fronte a grandi qualità tecniche posseggono una lacuna che ne frena il potenziale in maniera importante. Raphael Herburger è uno di questi, ottime mani, visione di gioco, senso della posizione e lettura degli spazi. Lacuna? Il tiro, in ogni sua tipologia.

È vero che una certa tecnica la si può allenare ancora e ancora, ma l’istintività, la velocità d’esecuzione e la traiettoria sono cose a volte innate e il numero 16 bianconero ne paga ancora il prezzo. L’abbiamo visto sbagliare clamorosamente nei secondi finali contro il Bienne a botta sicura, come in vari power play in cui viene schierato proprio nello slot o ciccare one-timer in maniera piuttosto evidente. E sì che basterebbe poco per farne un giocatore veramente completo.

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