AMBRÌ – ZSC LIONS
2-3
(1-2, 0-0, 1-0; 0-1)
Reti: 1’23 Heim (Kneubuehler, Bürgler) 1-0, 4’27 Andrighetto (Noreau, Malgin) 1-1, 10’13 Azevedo (Krüger, Quenneville) 1-2, 41’25 McMillan (Bürgler, Pestoni) 2-2, 63’46 Hollenstein (Azevedo, Weber) 2-3
Note: Gottardo Arena, 6’137 spettatori
Arbitri: Wiegand, Dipietro; Kehrli, Schlegel
Penalità: Ambrì 5×2′ + 1 x rigore, ZSC Lions 4×2′
Assenti: Michael Fora, Dominic Zwerger (infortunati), Joel Neuenschwander, Petr Cajka (Ticino Rockets), Giacomo Dal Pian, Brandon Kozun (sovrannumero)
AMBRÌ – Era solamente al termine di un paio di partite fa che Luca Cereda affermava che per il suo Ambrì non era più sufficiente uscire dal ghiaccio consapevole di aver giocato una buona gara, ma era arrivato tempo di badare al sodo ottenendo punti e vittorie.
È però sicuramente da classificare tra le eccezioni la prova di sabato contro gli ZSC Lions, che ha sì visto i biancoblù uscire battuti dalla sfida all’overtime, ma la prestazione messa sul ghiaccio dalla squadra non può che aver lasciato soddisfatto il coach. Il punticino ottenuto è comunque prezioso, e con un episodio favorevole in più la posta sarebbe potuta essere più alta, ma quando Hollenstein ha infilato il puck decisivo la sensazione predominante era quella di aver visto l’Ambrì giocare una grande partita.
È ovvio che arrivati a questo punto della stagione – con il giro di boa di metà torneo già alle spalle – e con una classifica nella seconda metà davvero cortissima i risultati siano l’elemento di valutazione principale, ma dopo la vittoria di Zugo e la battaglia data ai Lions si può perlomeno affermare che i leventinesi abbiano voltato pagina dopo un mese di novembre avaro di soddisfazioni.
Come già successo alla Bossard Arena, anche contro una squadra di “artisti” come gli ZSC Lions il gruppo biancoblù ha saputo lasciare il suo segno in termini di gioco, dando un’impronta precisa alla manovra a 5-contro-5, e riuscendo anche ad esprimersi su livelli più incoraggianti nelle fasi di powerplay.
In questo senso l’Ambrì ci ha messo un po’ ad ingranare, perché dopo l’immediato vantaggio firmato da André Heim – di nuovo un’ottima prova per lui e per la sua linea – la presa di ritmo è stata ridimensionata da un paio di penalità e dal pareggio immediato di Andrighetto, a cui ha fatto seguito la pregevole scorribanda di Azevedo che ha dato il vantaggio allo Zurigo.
Una serie di eventi che hanno imposto ai leventinesi qualche momento a denti stretti prima di ritrovare una certa regolarità a livello di cambi ed intensità, ma dal periodo centrale in avanti l’Ambrì non ha più smarrito il filo conduttore della gara (anche se alcune penalità hanno complicato le cose). Anzi, i pericoli dalle parti di Flüeler sono stati sempre più frequenti, e le opportunità per arrivare al pareggio sono state parecchie.
Certo, il prezzo da pagare è stato quello di concedere di tanto in tanto anche delle ghiotte opportunità ai Lions, ma a livello tecnico Malgin e compagni sono di uno standard talmente alto – probabilmente il migliore della lega – che è inevitabile dover mettere in conto dei momenti di difficoltà in retrovia.
Ed infatti gli ospiti alcune azioni “ricamate” sul ghiaccio non se le sono fatte mancare, specialmente con una prima linea dalla velocità d’esecuzione micidiale, ma l’Ambrì ha potuto contare prima su Conz e poi su Ciaccio, quest’ultimo subentrato dopo la bandiera bianca alzata dal compagno nella seconda pausa.
Per ottenere il meritato pareggio si è così dovuto attendere l’inizio della terza frazione, quando McMillan (3 gol e 5 punti nelle ultime 6 partite) ha infilato il 2-2 dallo slot. Il canadese – nel terzo tempo spostato in prima linea al posto di Trisconi – ha così visto premiata una tendenza che si è evidenziata per tutta la partita, ovvero quella di un Ambrì in grado di creare tanti pericoli a pochi passi da Flüeler, che spesso ha dovuto districarsi nel caos che i biancoblù hanno generato nello slot.
Nel finale l’Ambrì ha poi avuto diverse chance per vincere la partita, con Heim e Pestoni che nell’overtime sono andanti ad un nulla dal chiudere la sfida, ma praticamente al primo spunto offensivo è stato Hollenstein a fare centro. Peccato, per trovare la giocata decisiva è mancato davvero poco, ma stavolta c’è comunque ragione per essere soddisfatti.
IL PROTAGONISTA
Sven Andrighetto: Sul fronte biancoblù tanti giocatori hanno disputato una buona gara – ad esempio Heim oppure McMillan – ma la qualità e la visione di gioco che Andrighetto porta in pista è sempre di un livello superiore. La sua linea con Malgin e Hollenstein ha mostrato di essere tecnicamente un piacere da ammirare, ed una volta di più Andrighetto ha lasciato un segno importante con una prestazione difficile da contenere.
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