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Lugano

È un Lugano ancora poco maturo quello sconfitto a Langnau

La squadra di McSorley va in doppio vantaggio ma si fa rimontare. Nel finale la doppietta di Hudacek rimedia un punto prima del gol di Pesonen all’overtime

È un Lugano ancora poco maturo quello sconfitto a Langnau

LANGNAU – LUGANO

6-5

(3-2, 2-1, 0-2; 1-0)

Reti: 3’01 Thürkauf (Arcobello, Boedker) 0-1, 4’15 Josephs (Fazzini, Thürkauf) 0-2, 13’07 Schmutz (Grenier, Olofsson) 1-2, 18’15 Pesonen (Olofsson, Saarela) 2-2, 19’48 Huguenin (Schweri, Schilt) 3-2, 29’11 Olofsson (Grenier, Grossniklaus) 4-2, 36’48 Josephs (Alatalo, Arcobello) 4-3, 39’59 Huguenin (Olofsson, Pesonen) 5-3, 59’01 Hudacek (Alatalo, Fazzini) 5-4, 59’39 Hudacek (Alatalo, Fazzini) 5-5, 62’56 Pesonen (Saarela, Huguenin) 6-5

Note: Ilfishaller, 4’698 spettatori
Arbitri: Tscherrig, Borga; Burgy, Huguet
Penalità: Langnau 6×2′, Lugano 4×2′

Assenti: Romain LoeffelDaniel CarrNiklas SchlegelThibault FattonSamuel Guerra (infortunati), Leland Irving (sovrannumero), Elia Riva (ammalato), Evan Tschumi, Timo Haussener, Nicolò Ugazzi, Riccardo Werder (Rockets)

LANGNAU – Di cose da analizzare e commentare in una partita come quella tra Langnau e Lugano ce ne sarebbero a bizzeffe. Per prima cosa val però la pena chiedersi se per i bianconeri questo sia un punto guadagnato o qualcuno di più perso. Di sicuro, vista la situazione a un minuto dal termine il punticino va tenuto stretto, ma per come era iniziata la partita e per le occasioni avute nell’overtime c’è sicuramente qualche rimpianto in più tra le fila dei ticinesi.

Prima che Libor Hudacek da scafato “killer silenzioso” sfoderasse le due giocate che hanno portato al 5-5 (seconda doppietta in due partite, tre punti su tre procurati dallo slovacco) di carne messa al fuoco alla Ilfis ce n’è stata infatti parecchia, e spesso è stato il Lugano ad incaricarsi di cuocerla e di bruciarla, prima di salvarne un pezzetto in extremis.

La faccia migliore della squadra di McSorley la si è vista nei minuti iniziali, quando con personalità, determinazione e disciplina, i bianconeri si sono portati su un rapido 2-0 in proprio favore con Thürkauf e Josephs, annullando la temuta partenza a razzo dei Tigers e proponendo un forecheck esemplare in ogni zona della pista.

In sé il Lugano non ha mai tolto una certa base dal suo gioco, lo ha condotto per gran parte della partita, ma in mezzo ha disseminato la sua prestazione di letture sbagliate del gioco e delle situazioni potenzialmente pericolose – clamorosa quella che ha portato al 2-2 da ingaggio offensivo – e in più non ha saputo concretizzare la mole di gioco prodotta.

Un gioco che per diverso tempo si è rivelato sterile, ronzando attorno a Mayer senza trovare la stoccata decisiva per evitare l’allungo degli uomini di O’Leary, e in quei momenti in cui i bianconeri sono riusciti a spingere si sono scontrati con lo stesso portiere dei Tigers, con i ferri (tre nel solo secondo periodo) e la vena degli stranieri di casa, oltre che con una penalità fischiata a Müller in maniera quasi incomprensibile che ha portato al gol del 5-3.

Olofsson e Pesonen hanno retto da soli il peso offensivo dei Tigers, con Huguenin finalizzatore in zona sirena – a tredici secondi nel primo tempo, addirittura a meno di tre decimi nel secondo – e pure un Fadani meno efficace delle ultime uscite ha avuto il suo peso sulle cinque reti subite dagli ospiti nei primi quaranta minuti di gioco.

Anche per la gran parte del terzo periodo il Lugano ha fatto la partita, alternando momenti di fumosità ad altri più decisi, sbagliando molto anche in power play – Fazzini, oltre ai due pali colpiti ha tirato moltissimo ma a vuoto – spingendo soprattutto con la linea guidata da Thürkauf e dando un gran fastidio ai Tigers con quella di Walker, ma mancando con la prima tutta straniera, nella quale “spicca” soprattutto un Arcobello piuttosto apatico.

Il numero 36 da diverse partite non riesce a trovare il guizzo e a dare il ritmo alla sua linea, che con Boedker e il nuovo arrivato Hudacek sembra slegata e viva per le giocate individuali, ma raramente avanza per gioco corale, in questo caso il blocco di Olofsson e Grenier (ma anche quello di Saarela e Pesonen) ha vinto il confronto per reti, gioco e intensità portate sul ghiaccio.

Continuano quindi gli alti e bassi del Lugano, che per varie ragioni non riesce ancora a decollare – stavolta più per negligenze che per le assenze – e con le buone prestazioni di Josephs, Hudacek e altri attaccanti, oltre a un onnipresente Alatalo, attende ancora quelle di altri presunti leader. Per una crescita che deve per forza di cose passare anche dalle loro mani.


IL PROTAGONISTA

Libor Hudacek:Lo si vede poco durante la partita, va a fare diversi lavori sporchi, ronza attorno allo slot e poi quando c’è da colpire in silenzio e inesorabilmente è lì. Doppietta in meno di quaranta secondi (seconda in due partite) pareggio raggiunto in extremis e terzo punto su tre guadagnato per il Lugano in due match. Difficilmente poteva sperare di fare meglio nei suoi primi giorni con la nuova maglia.


HIGHLIGHTS

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