AMBRÌ – LUGANO
2-1
(0-0, 0-0, 2-1)
Reti: 47’03 Arcobello (Boedker, Fazzini) 0-1, 47’50 McMillan (D’Agostini) 1-1, 58’18 Heim (Fora) 2-1
Note: Gottardo Arena, 6’750 spettatori
Arbitri: Wiegand, Borga; Cattaneo, Altmann
Penalità: Ambrì 4×2′, Lugano 5×2′
Assenti Ambrì: Peter Regin, Diego Kostner (infortunati), Brandon Kozun (ammalato), Petr Cajka, Joel Neuenschwander (Ticino Rockets), Rocco Pezzullo (sovrannumero)
Assenti Lugano: Romain Loeffel, Daniel Carr, Troy Josephs, Niklas Schlegel, Raphael Herburger, Alessio Bertaggia (infortunati), Thibault Fatton (Ticino Rockets)
AMBRÌ – La legge dei grandi numeri è sempre destinata a cambiare le sue sequenze. All’Ambrì Piotta sono stati necessari nove derby di campionato per tornare ad esultare di fronte al Lugano ed è stato necessario anche uno sforzo di squadra impressionante per venire a capo di una partita molto difficile per quanto era chiusa.
Con entrambe le squadre alle prese con importanti assenze – i biancoblù hanno potuto però contare sul rientro “a tappe” di D’Agostini – il terzo derby stagionale non è stato certo una gioia per gli occhi, ma ancora una volta perlomeno è stato intenso dal punto di vista fisico, tirato e molto combattuto.
Si diceva che l’Ambrì ha dovuto far fronte a tutte le sue forze per avere la meglio su un Lugano che si aspettava di certo un avversario diverso rispetto a quello di sabato scorso, e così è stato fino all’ultimo, nonostante i bianconeri abbiano giocato una partita altamente speculativa. Con i ranghi ancora fortemente ridotti la squadra di McSorley si è appoggiata molto sull’attenzione difensiva e sul rendimento di Leland Irving, al suo esordio in campionato, trovando però molti limiti in zona offensiva.
Non è stata da meno la squadra di casa in fatto di lavoro difensivo, i biancoblù hanno iniziato il loro forecheck già oltre la linea rossa, impedendo al Lugano di ripartire con azioni rapide e centrali, costringendo gli ospiti a tentativi di breakout finiti in icing o a quei dischi appoggiati in zona neutra (chip out) semplicemente per alleggerire la situazione.
Dopo due tempi piuttosto equilibrati nonostante il dominio territoriale dell’Ambrì – che però ha attaccato più a fiammate che a veri momenti di lunga pressione – nel terzo periodo è uscita una maggior freschezza di Fora e compagni, che nonostante la rete subita contro l’andamento della situazione con un’autorete di Hächler ha trovato la forza per reagire subito, sfruttando un errore in rilancio di Werder per andare subito sull’1-1.
Una rete di un’importanza fondamentale non solo per l’ovvia matematica, ma che ha permesso ai leventinesi di non doversi aprire in maniera offensiva facendo quindi il gioco del Lugano, mantenendo quindi la partita sul piano preposto.
L’Ambrì ha quindi potuto continuare a forzare spingendo indietro il Lugano ricominciando con il forecheck largo e profondo, impedendo non solo agli ospiti di “arieggiare” la propria metà pista ma forzando anche l’errore in uscita. La rete decisiva nel finale – con tantissimo lavoro di Fora, ma sul tabellino assegnata ad Heim – è arrivata in maniera diversa e con un paio di tocchi sbagliati dal Lugano nel tentativo di proteggere Irving, ma quel 2-1 è stato il giusto complemento di una partita che la squadra di Cereda ha meritato se non altro per la maggior mole di gioco messa in pista.
Voleva una reazione di squadra e di emozioni il coach biancoblù e l’ha ottenuta, mentre sull’altro fronte il Lugano di McSorley non è riuscito a far pagare la sua tattica nonostante abbia gestito bene le forze e i tempi di gioco delle sue linee, ed è stavolta mancato lo spunto di qualità decisivo.
L’Ambrì Piotta si è quindi tolto un bel peso dalle spalle – checché se ne dica con i derby è così – ed ha ritrovato lo spirito che si era perso settimana scorsa. Anche senza Kozun, Regin e Kostner la squadra leventinese ha trovato i guizzi decisivi, con un D’Agostini che ha già mostrato che la qualità delle sue giocate non sono cambiate per nulla e potrà essere un upgrade fondamentale in corsa, non solo per i punti ma anche per l’impianto di gioco generale.
A Lugano la situazione rimane difficile per McSorley, la squadra lotta e si muove come il coach comanda, ma a lungo andare la mancanza di qualità – per infortuni e stranieri…attesi – si fa sentire, per questo occorre che Fazzini e compagni facciano sempre maggiormente di necessità virtù.
IL PROTAGONISTA
Michael Fora: Il game winning goal è frutto dal suo grande lavoro ed è la ciliegina sulla torta, ma il capitano biancoblù si merita la palma del migliore per la continuità messa in pista e per essere stato quasi sempre al centro delle azioni pericolose della sua squadra. Il passo avanti compiuto anche in termini di sicurezza e leadership rispetto a una stagione fa è lì da vedere.
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