Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!
1. Come guardarsi allo specchio, parte II
L’attitudine del “pic e pala” non è sicuramente esclusiva dell’Ambrì Piotta, ed anzi tutte le squadre che ambiscono ad avere successo devono possedere questa spiccata volontà di lavorare e sacrificarsi, ma vi sono state circostanze in cui i biancoblù sono stati battuti da squadre che hanno fatto maggior leva di loro su queste caratteristiche.
Viene subito alla mente la sconfitta in casa dell’Ajoie, occasione in cui i giurassiani avevano bruciato in partenza i leventinesi grazie a quell’euforia e carica che spesso è l’arma principale dell’Ambrì, specialmente quando gioca in casa.
Una dinamica simile l’abbiamo trovata nel derby di sabato alla Corner Arena, occasione in cui il Lugano si è imposto grazie ad armi come pattinaggio, forecheck e sacrificio, ingredienti che invece sono scarseggiati per 40 minuti nel gioco dell’Ambrì.
Sarà che con l’arrivo di Chris McSorley i bianconeri iniziano davvero cambiare volto, ed è anche verosimile che le tante assenze di peso abbiano alimentato una mentalità particolarmente battagliera… Ma sì, affrontare i bianconeri nel derby per l’Ambrì è stato un po’ come guardarsi allo specchio.
2. La dura legge del gol
Non è semplice muovere delle critiche agli stranieri dell’Ambrì Piotta, questo perché guardando alle loro prestazioni sul ghiaccio – e non solo ai freddi tabellini – il quartetto si trova in una sorta di contraddizione.
Pur prendendo in considerazione le dovute eccezioni – su tutte la prestazione non all’altezza di Kozun nel derby – i vari Regin, Kozun, McMillan e Hietanen sinora hanno dimostrato di avere tutte le carte in regola per poter fare la differenza, ed hanno alimentato il gioco dell’Ambrì Piotta portando qualità e determinazione.
D’altro canto però il promettente lavoro preparatorio non si sta traducendo in sufficienti reti segnate (in totale appena sette, 19% del totale), tant’è che solamente il Lugano ha visto un impatto meno rilevante dei propri giocatori d’importazione (sei reti, 16% del totale). Bisogna però considerare che i bianconeri hanno giocato diverse partite a legione straniera ridotta per gli infortuni di Carr e Josephs.
Sul fronte biancoblù nelle ultime dieci partite solamente Regin e Hietanen hanno trovato il gol (uno a testa), mentre Kozun è a secco da dieci incontri e McMillan da otto. Fortunatamente in questo frangente sono emersi altri giocatori, come Pestoni (6 gol), Bürgler, Zwerger e Kostner (3 a testa),
Il problema non è così isolato, perché dal 26 settembre (data dell’ultima rete straniera dell’Ambrì) ad oggi le statistiche parlano di altri 15 stranieri in NL a non aver più trovato la soddisfazione personale – tra cui elementi come Arcobello, Azevedo, Kovar, Quenneville oppure Tömmernes – ed anche loro dovranno presto mettere una marcia in pista.
In fondo lo sappiamo, specialmente chi viene da fuori vale la dura legge del gol.
3. Salutate la capolista… o quasi
Ci si poteva sicuramente attendere un grande entusiasmo da parte del pubblico biancoblù per l’apertura della nuova pista, anche se una campagna abbonamenti di così ampio successo ed una media spettatori come quella attuale era tutt’altro che scontata, anche perché era difficile prevedere la reazione dei tifosi al ritorno in massa nei luoghi pubblici dopo le restrizioni dettate dal Covid.
Il popolo leventinese ha però risposto “presente” in maniera davvero decisa, tanto che dopo le prime sei partite casalinghe l’Ambrì vanta una media di oltre 6’000 spettatori. In termini percentuali questo significa che sinora la Gottardo Arena è stata occupata all’88.90% della sua capienza, cifra che è seconda solamente al 90.86% fatto registrare dalla Bossard Arena.
L’Ambrì Piotta ha però l’opportunità di insidiare ancora più da vicino il primato dello Zugo, perché con un sold out da 6’775 spettatori al derby di venerdì la media si alzerebbe a 6’130 spettatori, ovvero il 90.47% della capienza. La sfida è insomma lanciata.
4. La doppia faccia degli slot
Trovare la via del gol in questo inizio di campionato non è stato statisticamente un problema particolare per l’Ambrì Piotta e – pur considerando l’anomalia delle dieci reti segnate a Ginevra – l’attuale media di tre reti ad incontro è superiore a quella di lega, che si attesta a 2.92.
In 4 occasioni su 12 l’Ambrì è stato limitato ad un massimo di una rete (in due circostanze si è concesso uno shutout al portiere avversario), ed è proprio al termine di queste serate che si chiamano in causa quei gol sporchi che spesso rappresentano l’unica soluzione quando si hanno le polveri un po’ bagnate.
Ci vengono in questo senso in aiuto le statistiche di NLIceData, e basta dare un’occhiata alla heat map dell’Ambrì Piotta per accorgersi che le conclusioni si concentrano dalla lunga e media distanza oppure dai lati, mentre la situazione è piuttosto “fredda” nello slot offensivo.
La squadra di Cereda attualmente è quarta per conclusioni a partita, ma solamente decima se guardiamo ai tiri dallo slot. Mediamente i tentativi di tiro arrivano da 12.75 metri di distanza, mentre i gol sono segnati da 7.28 metri, dato questo che significa che tutte le altre squadre della lega – con l’eccezione dell’Ajoie – segnano mediamente da distanze più ravvicinate.
In altre parole l’Ambrì si affida ancora parecchio ai suoi difensori per creare pericoli alla porta avversaria – Hietanen e Fora sono infatti i giocatori a tirare più di tutti – ma dai successivi rebound non nascono abbastanza seconde conclusioni. Al momento la quantità di tiri complessiva riesce a compensare la mancanza di quelli dallo slot, ma potrebbero nascere delle difficoltà.
Il dato non è da trascurare, perché se andiamo a guardare la classifica tutte le squadre che precedono l’Ambrì hanno nello slot offensivo la zona calda della loro heat map (sopra gli esempi di Friborgo, Zugo, ZSC Lions oppure Rapperswil), mentre tutte quelle che sono dietro ai leventinesi hanno uno slot colorato di blu acceso.
Lo stesso vale dall’altro lato della pista. Dalla grafica si vede come l’Ambrì conceda una quantità decisamente minore di conclusioni dal suo slot rispetto alle media di lega, ed infatti le squadre che in classifica inseguono i biancoblù hanno davanti al loro portiere le zone più calde del terzo difensivo.
Indubbiamente tutto questo non è un caso.
5. Una rondine non fa primavera…
…ovvero, anche se Matt D’Agostini è tornato sul ghiaccio, questo non significa che siamo già nel mese di novembre. Un po’ a sorpresa l’attaccante canadese sabato è infatti tornato a giocare con la maglia dei Ticino Rockets, disputando così per la prima volta una partita a distanza di 351 giorni da quella sua ultima apparizione il 23 ottobre 2020 a Losanna.
Sabato a Biasca lo straniero ci ha messo logicamente un po’ a carburare, ma sin dall’inizio ha ricordato a tutti quel suo tocco preciso con il bastone e quel tiro secco da media distanza che gli hanno permesso di avere tanto successo in Svizzera.
Nella bella rimonta dei Ticino Rockets è stato protagonista con quattro assist, di cui due di prima, compreso quel contropiede imbastito con Cajka per la rete decisiva all’overtime.
Il suo rientro con l’Ambrì Piotta non è però imminente, come spiegato da Luca Cereda dopo il derby. “Ci vorrà tanta pazienza. Il primo passo era tornare ad allenarsi, ora ha fatto quello di ritornare a giocare, ed una volta che questi due fattori saranno ad un buon livello sarà a disposizione. Manca però sicuramente ancora un po’ di tempo”.