AMBRÌ – Dopo la deludente prestazione di sabato scorso a Porrentruy era lecito attendersi una reazione decisa dell’Ambrì Piotta contro il Rapperswil. Reazione che è arrivata, ma solo in parte.
Perché se da un lato gli uomini di Luca Cereda ci hanno certamente provato, dall’altro si sono scontrati – per la seconda partita di fila – contro i propri limiti realizzativi, che si stanno rivelando più ostici del previsto in questo inizio di stagione.
“A mancare è stato il gol”, ha commentato a caldo il capitano biancoblù, Michael Fora. “L’inizio è stato un po’ troppo caotico, sono state commesse alcune ingenuità e un paio di errori di troppo che hanno favorito parecchi turnover. Abbiamo avuto le nostre chance ma non siamo stati bravi a concretizzarle quando avremmo dovuto”.
Non riuscite a trovare la via del gol da 175 minuti. Come ti spieghi questa improvvisa sterilità realizzativa?
“Non ho una vera spiegazione. Occorre lavorare con maggiore convinzione in allenamento, essere più affamati nello slot e andare a cercare quei gol sporchi che tanto ci mancano. Dobbiamo essere aggressivi al punto da spingere il portiere in porta se necessario. Ci mancano quelle reti nei momenti chiave capaci di dare energia positiva alla squadra. Ci vuole più fame”.
A mancare è stato anche l’apporto difensivo in fase di costruzione della manovra: tanti dischi persi in zona neutra, troppi errori che hanno consegnato ai Lakers il puck. Anche questo è un aspetto per il quale occorre trovare delle soluzioni…
“Abbiamo sbagliato tanto, è vero, e credo fosse dovuto alla confusione che ha caratterizzato l’inizio di partita. Non siamo riusciti ad entrare nel flusso di eventi a noi favorevole per costruire con necessaria tranquillità il match, questo ha fatto sì che non riuscissimo a sfruttare al meglio la nostra velocità e a risentirne è stato il momentum”.
Nel corso della sfida il coach ha apportato diversi cambiamenti nella composizione delle linee, come l’inserimento di McMillan al fianco di Heim e Bürgler. Siete ancora alla ricerca della giusta alchimia?
“In realtà credo che ci sia già un’ottima chimica tra di noi, oserei dire migliore rispetto agli anni passati. Semplicemente a partita in corso con questi cambiamenti si è cercato di dare una scossa alla squadra per smuovere una macchina che ormai si era inceppata e che pareva a corto di energie. Cambiamenti che poi hanno evidenziato buone trame ma, purtroppo, non è bastato”.
Prossimo avversario sarà il Davos, compagine contro la quale riuscite spesso ad esprimere il vostro miglior hockey. Che partita ci aspetta?
“Non esistono avversari ideali e trovo sia sbagliato spostare il focus sugli altri. Dobbiamo concentrarci su noi stessi e il fatto di avere a disposizione quattro giorni di recupero sarà sicuramente d’aiuto e ci permetterà di riordinare le idee. Poi si tratterà di riprendere quel discorso lasciato in sospeso dopo le prime tre gare che, vorrei ricordare, sono state giocate ottimamente. Bisogna riprendere da lì, facendo tesoro di quanto di buono mostrato fino a qualche giorno fa e che si tende già a dimenticare. Siamo nel bel mezzo di un processo, un processo che ci accompagnerà per tutta la stagione. Vogliamo crescere e sconfitte come questa ci aiuteranno a farlo”.