LUGANO – ZUGO
3-2
(0-1, 1-0, 1-1, 1-0)
Reti: 9’12 Kovar (Schlumpf) 0-1, 37’34 Boedker (Arcobello, Fazzini) 1-1, 59’09 Arcobello (Nodari, Schlegel) 2-1, 59’59 Klingberg (Hansson, Senteler) 2-2, 64’00 Bertaggia (Alatalo, Herburger) 3-2
Note: Cornèr Arena, 4’722 spettatori. Arbitri Stolc, Urban; Altmann, Gnemmi
Penalità: Lugano 6×2′, Zugo 4×2′
Assenti: Timo Haussener, Daniel Carr, Romain Loeffel (infortunati), Davide Fadani (sovrannumero)
LUGANO – Ci sono serate che, dopo le restrizioni da un anno e mezzo di lockdown, le piste vuote e lo sport “asettico”, ti riconciliano con l’hockey. Per i tifosi del Lugano (ma anche per i pochi presenti dello Zugo in fondo) quella contro la squadra di Dan Tangnes è stata una scorpacciata di emozioni, di tensione e di passione come non se ne viveva da tempo alla Cornèr Arena e forse nell’hockey svizzero in generale.
E basterebbe anche raccontare solo del gol all’overtime di Alessio Bertaggia che ha così impresso il suo timbro più bello per festeggiare le 401 presenze (la 400esima era quella di Ginevra) con addosso la maglia bianconera. Prima di arrivare al gol che ha fatto sobbalzare tutta la Cornèr Arena dai propri posti, in mezzo c’è stata una partita bellissima e combattuta da raccontare, giocata con mosse da scacchisti – o da allenatori di lotta – dai due allenatori in panchina, Chris McSorley e Dan Tangnes.
Una partita che è iniziata equilibrata, intensa ma prevalentemente tattica e quasi difensivista nel primo tempo, difficile da giocare per tutti, con il Lugano perfettamente in partita nonostante la rete di Kovar, che ha approfittato dell’unico errore di una retroguardia bianconera sempre sul pezzo.
Müller e compagni – con il numero 25 non sempre irreprensibile – hanno tenuto lo Zugo il più possibile fuori dal cono dello slot basso, anche se quando la squadra ospite ha spinto veramente sul gas, gli uomini più tecnici hanno spesso fatto traballare più di una certezza, senza però causare il panico vero se non per qualche secondo.
La concentrazione degli uomini di McSorley è stata massima per limitare gli errori, mentre nello stesso tempo il continuo forecheck ha spinto all’indietro le manovre, impedendogli di svilupparsi ad alte velocità. Un gioco tattico che soprattutto nel secondo periodo, fattosi duro al limite dello scontro da playoff, ha limitato il Lugano sul piano offensivo, più concentrato a contenere lo Zugo piuttosto che a scoprirsi in folate offensive poco controllate.
La squadra di Tangnes non è mai riuscita a risultare veramente “debordante”, ma i pericoli corsi da Schlegel sono aumentati, fino all’episodio che ha portato il Lugano in 5 contro 3 e ha permesso a Boedker di segnare la sua prima rete stagionale.
Il pareggio ha riportato in pista due squadre sempre combattive ma anche prudenti, che con il passare dei minuti nella terza frazione si sono aperte di più e sono cominciate le emozioni preludio ai fuochi d’artificio degli ultimi secondi. La rete di Arcobello al 59’09 in shorthand sul primo vero grande errore dei tori ha fatto esplodere di gioia la Cornèr Arena, prima che Klingberg ricacciasse tutti seduti sui seggiolini per l’incredibile pareggio a soli sette decimi di secondo dal termine.
Un punto sembrava meglio di nulla per i bianconeri, con un power play dello Zugo nell’overtime, ma dopo aver resistito alla grande, Bertaggia si è ripreso quello che era stato tolto a lui e ai suoi compagni, segnando il gol decisivo con quella forza che ha contraddistinto il Lugano per tutta la sera: la caparbietà.
In uno scontro da playoff il Lugano ha messo in pista un grande sforzo per dare il primo dispiacere stagionale allo Zugo, giocando una partita accorta in difesa – nel limite del possibile per il contesto – e un po’ più spuntata in attacco, forse meglio dire più prudente, ma ha comunque fatto maggior fatica a creare occasioni chiare rispetto alle ultime uscite.
McSorley chiedeva continuità nelle prestazioni perché sarebbe arrivata la continuità nei risultati, ed è stato ripagato con la grande prestazione dei suoi ragazzi che non hanno mollato nonostante il 2-2 preso sulla terza sirena. È un Lugano che assomiglia sempre più al suo coach, combattivo, ostinato, duro e “cattivo”, che non si fa mettere i piedi in testa in nessuna maniera.
Manca ancora un po’ di precisione e pulizia in certe manovre (qualche errore di troppo nelle transizioni sotto pressione) ma davanti forse i riferimenti stanno aumentando. Boedker dopo il gol è sembrato improvvisamente ricaricato e chissà che anche le reti di Arcobello e Bertaggia non rilancino il reparto offensivo bianconero, che rimane sempre un po’ “impastato” nonostante sia sorretto dalla solidità di un impianto di gioco che è sempre più radicato.
Per intanto però Bertaggia e compagni possono godersi i risultati che sta portando il loro lavoro di squadra. Anzi, di squadra vera, che è ben diverso.
IL PROTAGONISTA
Santeri Alatalo: Non ha fatto una partita perfetta, è vero, ma vista anche l’assenza di Loeffel, il numero 22 si è caricato sulle spalle una mole di lavoro enorme, facendo anche i doppi turni in power play e giocando una marea di dischi. Forse anche la sfida ai suoi ex compagni lo ha spronato ulteriormente, ma è stato palese nel vederlo giocare che aveva tutta l’intenzione di dimostrare le sue doti da leader e trascinatore.
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