RIGA – Mirco Müller in questo momento è ovviamente concentrato sui Mondiali che per la Svizzera inizieranno sabato contro la Repubblica Ceca, ma è altresì palese che la “bomba” di mercato che lo ha visto protagonista firmando un contratto di 6 anni con il Lugano va a rubare un po’ la scena. “Sono molto eccitato dall’idea di questa nuova avventura – esordisce il 26enne difensore – è stata dura abbandonare la NHL, ma questa è l’opportunità che cercavo”.
Mirco Müller, prima ovvia domanda: perché hai scelto il Lugano?
“Ho scelto Lugano perché mi hanno cercato e voluto fortemente e mi hanno dato quello che cercavo. È una squadra ambiziosa e non vedo l’ora di raggiungere i miei nuovi compagni lo staff durante l’estate. Anche Chris McSorley è stato decisivo nella mia scelta, mi ha chiamato qualche volta per spiegarmi la sua visione della squadra, è una persona molto professionale e preparata e soprattutto vuole vincere, quello che vogliamo anche noi giocatori”.
Un contratto così lungo a 26 anni significa che hai abbandonato l’idea della NHL o lasci una porta aperta?
“La NHL rimane qualcosa di molto importante, è normale e avrei ancora voluto giocarci, ma non ho più trovato le condizioni giuste per firmare un contratto dopo quello con i Devils. In questo momento non posso dire se ci tornerò oppure no, ma per adesso quella porta è chiusa e il mio futuro è il Lugano”.
Come hai preso la decisione di lasciare il Nord America per poi ritrovarti in Svezia?
“È stata sicuramente una stagione molto difficile, per me come per tanti altri. Ho atteso a lungo qualche chiamata dalla NHL, ma più di qualche breve contatto non ho ottenuto, alcune squadre mi apprezzavano come giocatore ma la situazione di incertezza in cui è partito il campionato non gli permetteva di ingaggiarmi o di darmi le certezze che cercavo. Ho quindi preso la decisione di tornare in Europa, dalla Svizzera avevo molte offerte ma mi sono voluto prendere il tempo per decidere e a un certo punto è arrivata l’offerta del Leksand, che aveva bisogno di rinforzi in difesa e mi ha garantito molto tempo di ghiaccio e responsabilità”.
Da quella seppur breve esperienza in SHL cosa ti porti appresso?
“È stata un’esperienza breve, ma mi ha permesso di conoscere un altro paese e un altro hockey, molto competitivo e difficile. In SHL i giocatori sono molto veloci e tecnici e ogni partita diventa serrata e combattuta, da parte mia potermi prendere un ruolo di primo piano in un campionato del genere mi ha sicuramente fatto crescere ulteriormente come giocatore, inoltre mi ha permesso di raggiungere una buona forma prima dei Mondiali”.
Prima di raggiungere Lugano hai un Mondiale da giocare con la Svizzera, quali sensazioni hai?
“Il feeling in squadra è sicuramente ottimo, la squadra è equilibrata, ci sono diversi giocatori con esperienza NHL, diversi ottimi scorer, altri più fisici che amano andare sulla porta, credo che la nostra sia una squadra veramente completa e dotata di un grande spirito di gruppo. Speriamo che il nostro torneo duri il più a lungo possibile, prenderemo una partita dopo l’altra cercando di creare sempre il gioco a nostro favore, senza avere paura di nessuno”.
E quando potremmo sentire una tua intervista in italiano?
“Mi ci vorrà un po’ di tempo e di pratica, non lo parlo ancora ma riesco comunque a capirlo e a leggerlo abbastanza bene, dato che in famiglia abbiamo anche origini italiane. Mia nonna infatti era di Bergamo e mia mamma parla ancora italiano, ma per me è molto più difficile riuscirci, anche perché ho passato molti anni a parlare solo inglese e so che mi ci vorrà molto esercizio”.