LUGANO – RAPPERSWIL
6-2
(1-1, 1-0, 4-1)
Reti: 3’54 Suri (Walker) 1-0, 10’2′ Schweri (Lehmann, Eggenberger) 1-1, 22’59 Lajunen (Arcobello, Bürgler) 2-1, 41’54 Loeffel (Lammer, Fazzini) 3-1, 43’03 Profico 3-2, 43’42 Bürgler (Arcobello, Chiesa) 4-2, 52’25 Fazzini 5-2, 55’40 Zangger (Sannitz, Morini) 6-2
Note: Corner Arena, porte chiuse. Arbitri Wiegand, Tscherrig; Schlegel, Burgy
Penalità: Lugano 6×2′, Rapperswil 4×2′
Assenti: Tim Traber (infortunato), Matteo Romanenghi, Loic Vedova, T.J. Brennan, Eliot Antonietti, Timo Haussener, Troy Josephs (sovrannumero)
LUGANO – Il clima da playoff lo si è visto solo dopo la terza sirena, con Lammer e altri compagni impegnati a scambiarsi opinioni non molto carine (immaginiamo) con un arrabbiato Vukovic sull’altro fronte. Per il resto Gara 1 dei quarti di finale tra Lugano e Rapperswil non ha offerto quello spettacolo che ci si può aspettare nelle serie ad eliminazioni, nonostante la partita a tratti sia stata piuttosto intensa.
Il Lugano di Serge Pelletier si è presentato al completo contro i Lakers e dai primi minuti è sembrato che i bianconeri avessero trovato l’interruttore giusto per entrare nel clima dei playoff, con una serie di cambi che non ha lasciato respirare gli ospiti e che hanno generato il gol del vantaggio di Suri.
È bastato poco però per riequilibrare la partita, le prime occasioni in power play hanno mostrato un Rapperswil non trascendentale ma come sempre organizzato bene in pista a con gli automatismi ben rodati, e la rete di Schweri ha “spento” un pochino il Lugano.
I bianconeri – complice forse anche gli otto giorni senza partite – hanno infatti iniziato a mostrare qualche errore di troppo, lasciando lo spazio necessario ai veloci attaccanti dei Lakers per farsi pericolosi, e alla prima pausa quell’1-1 suonava piuttosto stretto ripensando alle occasioni che Arcobello e compagni hanno sprecato nei primi minuti.
Poteva e forse doveva andare diversamente quel primo periodo, il Lugano con più mestiere e perizia avrebbe potuto scavare già un solco importante nel punteggio e nonostante il ritrovato vantaggio con Lajunen nel secondo periodo i Lakers sono riusciti in qualche maniera a restare in partita.
Privi di Cervenka dalla prima pausa, i sangallesi hanno approfittato di alcuni errori in zona neutra del Lugano (come un pericolosissimo shorthand pochi secondi prima del gol di Lajunen) e lanciati in qualche metro di ghiaccio i veloci attaccanti di Gällstedt sanno come esaltarsi.
Il Lugano da par suo ha avuto il merito di aumentare il ritmo delle operazioni sapendo forse che il suo avversario non avrebbe retto all’infinito, aumentando i cambi delle prime tre linee a partire dalla seconda pausa. La tattica ha avuto i suoi effetti, la difesa del Rapperswil ha cominciato a scomporsi, e nonostante l’immediato 3-2 dopo il gol di Loeffel in apertura – responsabilità anche di Schlegel – i ragazzi di Pelletier hanno cominciato ad affondare i colpi.
Privo del suo topscorer, il Rapperswil ha trovato più difficoltà nel cercare soluzioni offensive con le linee modificate e con la stanchezza che ha cominciato a farsi largo tra le gambe ospiti e in quel momento Arcobello e compagni hanno capito che era il momento di prendersi la partita definitivamente.
Ad avere un peso decisivo è stato soprattutto il quarto gol di Bürgler che ha subito sopito le esaltazioni dei Lakers, poi Fazzini e Zangger hanno dato il colpo di grazia quando ormai Rowe e compagni erano sulle ginocchia e gli altri uomini di punta erano praticamente scomparsi dal ghiaccio.
Il Rapperswil si è rivelato quell’avversario ostico e organizzato alla perfezione dal suo allenatore (assente in Gara 1 per malattia) e se preso alla leggera può sempre fare male. Il Lugano ha attraversato diversi minuti un po’ “apatici”, ma alla fine ha saputo approfittare del calo del suo avversario per finirlo quando ormai non ne aveva quasi più.
Per i bianconeri può aver pesato la pausa tra la fine della regular season e martedì, ma la progressione del terzo periodo è di sicuro la risposta migliore a qualche dubbio sorto in una partita che non è stata certo una passeggiata di piacere.
Da registrare c’è ancora la prima linea, imprecisa e sprecona, ma Pelletier può rallegrarsi per le capacità delle sue seconde linee di fare gioco e di rendersi decisive. Ad ogni modo già da Gara 2 sarà imperativo per il Lugano impedire ai Lakers di impadronirsi per troppi minuti del disco, un esercizio che i sangallesi sanno portare avanti con perizia, e di cercare di mettere la sfida su un piano fisico che alla fine è risultato indigesto al proprio avversario.
IL PROTAGONISTA
Julian Walker: Nessuno come lui nel Lugano sa interpretare al meglio il concetto di gioco fisico, e in un contesto come quello dei playoff risulta più che mai una pedina fondamentale.
I suoi check, i recuperi del disco, i blocchi e le botte scambiate nello slot hanno rovinato diversi piani dei sangallesi e hanno fatto quelle piccole differenze che risultano decisive. E l’assist per il gol di Suri è comunque una piccola perla.
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