GINEVRA – LUGANO
5-2
(4-1, 1-0, 0-1)
Reti: 30’1 Omark (Vouillamoz, Le Coultre) 1-0, 4’19 Omark (Fehr, Winnik) 2-0, 6’02 Vouillamoz (Völlmin, Winnik) 3-0, 12’40 Lammer (Fazzini, Heed) 3-1, 16’29 Guebey (Omark, Vouillamoz) 4-1, 23’00 Moy (Richard, Tömmernes) 5-1, 52’58 Nodari (Lammer, Fazzini) 5-2
Note: Les Vernets, porte chiuse. Arbitri Tscherrig, Stolc; Altmann, Steenstra
Penalità: Ginevra 7×2′, Lugano 2×2′
Assenti: Tim Traber, Jani Lajunen (infortunati), Matteo Romanenghi, Loic Vedova, T.J. Brennan (sovrannumero), Thomas Wellinger, Raphael Herburger (ammalati)
GINEVRA – A volte è davvero difficile trovare dei contenuti per poter raccontare o analizzare una partita. Nel caso della partita tra Ginevra e Lugano poche righe basterebbero, perché in fondo alla prima pausa la partita aveva già esaurito quello che aveva da dire o poco gli mancava.
Merito del Ginevra? Certo, ma soprattutto demerito della squadra di Serge Pelletier che praticamente non è entrata in pista, proponendo un inzio di partita sullo stile di quello visto contro il Langnau.
Solo che stavolta di fronte ai bianconeri non c’era la squadra dell’Emmental, magari senza stranieri come l’ultima volta, bensì un Servette che era a caccia del sesto posto con tutti gli Omark e i Tömmernes al loro posto. Impossibile pensare di passarla liscia in effetti, tanto che alla squadra di coach Patrick Emond (fresco di rinnovo da poche ore) sono bastati sei minuti per instradare la partita come da loro pianificato, con la doppietta di Omark e il gol di Vouillamoz a disegnare un rotondissimo 3-0.
Poco ha potuto il time out chiesto da Pelletier, la partita era quasi compromessa, i bianconeri non ci hanno mai capito molto e tra gli errori di un insicuro Zurkirchen e una difesa “svolazzante” il Ginevra è andato a nozze, per non parlare delle penalità concesse ai granata.
Male il portiere numero 39, certo, ma malissimo anche la difesa, sempre fuori posizione – vedasi il secondo gol di Omark e quello di Vouillamoz – leggerissima nei contrasti e poco efficace sui tiri dalla distanza (solo 7 tiri bloccati) e un sistema collettivo spesso costretto al fallo in rincorsa.
Certo anche il Lugano a partire dal secondo tempo ha trovato più spazio dalle parti dell’ottimo Descloux, ma non solo per un cambio di rotta della squadra di Pelletier, ma anche logicamente con il “permesso” di un Servette che aveva a quel punto tolto il pedale dall’acceleratore per cercare soprattutto di colpire in contropiede come in occasione del quinto gol ad opera di Tyler Moy.
Per il Lugano si tratta di ritrovare forze, lucidità e concentrazione, ad immagine di un primo blocco che da qualche partita sembra in calo di energie e la settimana in attesa dell’esito dei preplayoff farà senz’altro bene.
Aldilà di tutto i bianconeri chiudono la regular season al secondo posto, miglior piazzamento da quindici anni a questa parte e in vista dei playoff sono sicuramente più i fattori positivi da portare con se che quelli negativi. Tra questi ultimi va sicuramente registrata l’impermeabilità della difesa, che da qualche settimana subisce più reti di quanto ci avevano abituati i bianconeri, che però stanno riscoprendo le reti delle seconde linee.
Un peccato invece la prestazione di Sandro Zurkirchen, insicuro di suo anche se poco protetto, sarà da valutare se questa sua involuzione è dettata dai postumi dell’infortunio – di cui recentemente aveva ancora sofferto – e se lo staff tecnico potrà contare o meno su una coppia di portieri altamente affidabile, anche se Schlegel parte comunque da titolare nel 90% dei casi.
Ora i bianconeri possono godersi un attimo la vista, ma tra una settimana la storia dovrà essere diversa. Perché sarà una frase fatta, ma iniziano i giochi che contano sul serio.
IL PROTAGONISTA
Linus Omark: Se è in serata è irrefrenabile, ma anche nelle partite “normali” a lasciargi un centimetro di troppo si pagano le conseguenze. Con una doppietta nei primi quattro minuti dell’incontro traccia la via devastando la difesa bianconera e quando c’è da gestire la partita è bastato che i compagni dessero il disco a lui, che è meglio di una cassaforte.