LUGANO – LOSANNA
1-3
(1-0, 0-3, 0-0)
Reti: 12’47 Herburger (Wolf, Lammer) 1-0, 26’11 Bozon (Almond, Frick) 1-1, 33’27 Almond (Bozon, Krakauskas) 1-2, 38’40 Bertschy 1-3
Note: Corner Arena, porte chiuse. Arbitri Salonen, Nikolic; Obwegeser, Progin
Penalità: Lugano 4×2′ + 1×10′, Losanna 3×2′
Assenti: Alessio Bertaggia, Tim Traber, Jani Lajunen, Sandro Zurkirchen, Elia Riva (infortunati), Loic Vedova, Matteo Romanenghi (sovrannumero)
LUGANO – Per la seconda volta in stagione si interrompe a otto la più lunga striscia di vittorie del Lugano, che nel big match della Cornèr Arena si è dovuto arrendere al Losanna. Proprio i biancorossi prendono ora possesso del secondo posto in un’alta classifica che fino all’ultima giornata promette di essere altamente incerta, anche per il nuovo calcolo sulla media punti che rende le previsioni finali a dir poco difficili.
Quel che si può dire per i bianconeri – passati ora al quarto posto quasi in coabitazione con il Friborgo (differenza di 0,021 punti…) è che alla squadra di Pelletier potrebbe bastare una vittoria giovedì contro il Langnau per accedere ai playoff, sempre che la situazione delle quarantene che coinvolge anche il Bienne non vada a cambiare ulteriormente.
Ad ogni modo, quella che poteva essere considerata come una sorta di test in vista della fase calda della stagione ha proposto un Lugano che forse sta pagando qualche sforzo delle ultime due settimane, contro un Losanna che alla Cornèr Arena ha dato prova di essere una squadra di altissimo livello.
Sin dai primi minuti la squadra di MacTavish ha messo in difficoltà i bianconeri con un gran pattinaggio e facendo muovere il disco a gran velocità, togliendo parecchi punti di riferimento ai propri avversari. Una squadra che soffre quando è costretta ad inseguire il disco questo Lugano, e se ci mettiamo l’impressione che le gambe di Arcobello e compagni non rispondessero al 100% (o perlomeno quanto quelle dei loro avversari) ben si capisce che il pallino del gioco è stato spesso in mano ai vodesi.
Nonostante ciò il Lugano ha saputo sfruttare le sue possibilità nel primo tempo e andare in vantaggio alla prima pausa, facendo capire che comunque anche nelle poche concessioni che la difesa ospite faceva davanti a Boltshauser qualcosa di buono poteva cavarlo.
Purtroppo però ancora una volta il Lugano si è reso vittima di uno dei suoi difetti di questo inizio primavera, concedendo ancora una volta tre reti in un tempo, ancora una volta nel secondo. Occorre dire che la situazione era diversa da quelle createsi nel derby e nella trasferta di Davos, ma ancora una volta le distrazioni difensive sono state maggiori nel terzo centrale, e diversi campanelli di allarme sono suonati oltre ai gol ospiti.
Più volte Jooris e compagni si sono trovati in spazi di slot completamente liberi da bianconeri, con qualche difensore colpevolmente fuori posizione, e concedere tali fette di ghiaccio a gente come Malgin, Bertschy o Hudon diventa assai pericoloso.
Una peculiarità, quella delle reti subite in un solo periodo, che ormai va avanti già dalla seconda trasferta di Berna, ripetutasi nel derby e a Davos, appunto, prima di ricomparire anche contro il Losanna. Un peccato perché nonostante tutto il Lugano ha ancora trovato la forza nel terzo tempo di crearsi le occasioni giuste per rientrare, con Boltshauser che si è superato in particolare su Herburger, respingendo sulla linea il suo tentativo a botta sicura dopo un gran palo di Fazzini.
Non ha aiutato nemmeno l’assenza di dodici minuti di Boedker da metà partita, uno dei pochi ad avere la necessaria lucidità di cambio in cambio, ma ad ogni modo i bianconeri sono comunque rimasti in partita nonostante un paio di rischi corsi su qualche errore difensivo e con qualche attenzione in più nel secondo periodo potevano ancora agganciare il Losanna prima del finale.
Si fa sentire sicuramente anche l’assenza di Lajunen, sia a cinque contro cinque che in powerplay, il suo l’equilibrio tra le fasi di gioco, la presenza nello slot e la capacità di uscire vincente dai duelli alle assi sarebbero stati molto utili in un contesto come quello preparato dal Losanna.
Nessun dramma, comunque, l’obiettivo delle prime quattro rimane alla portata, ma ai ragazzi di Serge Pelletier è richiesto di recuperare un po’ di lucidità e disciplina, poi potranno fare i calcoli. Che quest’anno sono un po’ più complicati del solito.
IL PROTAGONISTA
Tim Bozon: Si è sempre parlato poco del figlio d’arte, ma in quel di Losanna sta raggiungendo la sua maturità. Non è un caso se McTavish lo schiera regolarmente nel top six e le sue qualità si sono viste anche alla Cornèr Arena. Suo il gol del pareggio, suo anche l’assist (o il primo tentativo) sul game winning gol di Almond, e per il resto tanto pattinaggio e ottima lettura del gioco in ogni situazione, reggendo al meglio il livello dei suoi compagni.