Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!
Gestione della rabbia
Un paio di settimane fa era stato il topscorer Mark Arcobello a farsi espellere per proteste nel finale contro il Rapperswil, denotando un certo nervosismo oltretutto in una partita che andava recuperata in quei frangenti anche con il suo importante aiuto.
Forse tra i bianconeri occorre appiattire un po’ questa focosità, dato che statistiche alla mano il Lugano risulta la squadra ad aver ricevuto più penalità disciplinari di 10’ di tutta la lega, fatto avvenuto in ben dodici occasioni, ossia in oltre una partita ogni tre. Ora, fate un bel respiro e contate con me: uno, due, tre…
Non più solo sniper
Che lo stile di gioco di Luca Fazzini sia cambiato in questa stagione lo hanno notato un po’ tutti, intravedendo un giocatore più attivo in diverse zone della pista e meno monodimensionale. Questo si riflette anche sui numeri, con l’attaccante numero 17 più al servizio dei compagni rispetto al passato, basti dire che dei suoi 11 assist ben 10 sono diretti e 9 di questi sono arrivati in cinque contro cinque e non più “semplicemente” in power play.
Più libero, più pungente
Lo stile di gioco che ha portato in Svizzera Mikkel Boedker ha dovuto essere limato prima di avere una resa importante e nelle ultime settimane qualche cambiamento si è visto. Il danese infatti, in chiave puramente offensiva, è un giocatore “accademico”, che puntava molto sulle entrate veloci nel terzo in uno contro uno e tiro tattico sul portiere.
Questo tipo di gioco funziona parecchio bene sulle piccole piste nordamericane, ed unito alla velocità di un gioco crash the net nella metà delle volte crea scompiglio, rebound sul secondo tiratore, mischie, in parole povere occasioni da rete a getto continuo. E non è nemmeno roba da tutti riuscirci regolarmente, ma qui Boedker ha capito che deve avvicinarsi di più alla porta e usare maggiormente l’istinto per essere più incisivo, e ci vuole pure parecchia classe per cambiare così il proprio stile e renderlo efficace.
A due a due fin che vien dispari
Certo che è un calendario strano quello della National League targata 2020/21, la gestione delle quarantene dà del filo da torcere a chi deve quasi settimanalmente stilare la griglia delle partite.
Una particolarità è che il Lugano deve affrontare il Ginevra con due back-to-back in 24 ore, stavolta alla Cornèr Arena. A gennaio i bianconeri avevano affrontato la doppia sfida in due giorni a Les Vernets, e se ricordate bene non andò benissimo per la squadra di Serge Pelletier. Chissà se a piste invertite la due giorni ginevrina darà un altro esito.
Non è molto ma è un lavoro onesto
Uno dei problemi del Lugano della scorsa stagione era la carenza di reti prodotta dal reparto offensivo, con una regular season portata a termine con sole 2,5 reti a partita. Oggi i bianconeri sono in proiezione per una classifica migliore rispetto a un anno fa (1,65 punti a partita contro 1,35) ma l’attacco è migliorato solo di 0,23 gol a partita.
Cosa è cambiato allora? Per prima cosa la difesa è più solida, anche se di poco pure qui (0,28 gol in meno a partita), ma è cambiato che le reti arrivano nei momenti importanti (vedasi gli overtime vinti ad esempio) e soprattutto vengono segnate da più giocatori spesso decisivi. Insomma, alcune cifre sono cambiate di poco, ma quel poco è già fondamentale.