ZUGO – LUGANO
3-2
(1-0, 1-2, 0-0; 1-0)
Reti: 11’33 Klingberg (Shore, Stadler) 1-0, 32’40 Shore (Martschini, Thorell) 2-0, 33’02 Boedker (Wellinger, Heed) 2-1, 36’52 Arcobello (Boedker, Fazzini) 2-2, 61’45 Shore (Klingberg, Diaz)
Note: Bossard Arena, porte chiuse. Arbitri Hebeisen, Salonen; Obwegeser, Kehrli
Penalità: Zugo 5×2′, Lugano 4×2′ + 1×5′ + 1×20′
Assenti: Elia Riva, Giovanni Morini (infortunati), Loic Vedova, Matteo Romanenghi (Rockets), Alessandro Villa, Sandro Zangger (sovrannumero)
ZUGO – Stavolta il tempestivo Heed non basta, all’overtime ride lo Zugo. Un buon Lugano deve guardare gli avversari esultare, e lo fa al termine di una partita giocata in crescendo, dopo un primo tempo in cui ha limitato i danni e due terzi nei quali ha pure trovato momenti di gioco alla pari dello Zugo, seppur senza riuscire a dare continuità alla spinta.
Andare a comandare le operazioni alla Bossard Arena non è compito sicuramente facile e in pochissimi ci sono riusciti se non in quelle serate un po’ “così” di Diaz e compagni, e anche il Lugano ha faticato a rimanere in partita, ma va detto che il punto ottenuto è più che meritato.
Solo nel primo periodo i bianconeri hanno sofferto, non tanto per la potenza di gioco della squadra di Tangnes, ma perché per diversi minuti sembrava che il Lugano stesse per ripetere la stessa scialba prestazione del giorno prima contro il Rapperswil. Tanti errori in impostazione, pochissime le transizioni pulite e pure diverse distrazioni sulle incursioni dei padroni di casa.
Come quella di Loeffel sulla rete di apertura di Klingberg, con il difensore bianconero “impegnato” a controllare la situazione dalla sua comoda postazione in area di porta piuttosto che infilarsi nella mischia per aiutare i compagni, un’immagine piuttosto simbolica.
Per fortuna la rete dello Zugo ha avuto l’effetto di svegliare la squadra di Pelletier, che a partire dal secondo periodo ha cominciato ad alzare la testa e a mettere più di una volta in pericolo l’inviolabilità di Genoni.
Per vedere un gol bianconero è però dovuto arrivare prima il raddoppio locale, ma questo non ha fermato il carattere del Lugano, capace di risalire la china grazie alla stupenda deviazione di Boedker e al tocco di Arcobello che nel giro di nemmeno quattro minuti hanno improvvisamente rimesso in parità la sfida.
Bella prova di carattere impedire che dopo il 2-0 (arrivato un po’ dal nulla, va detto) lo Zugo prendesse il largo magari favorito dallo scoramento avversario, ma la compattezza del Lugano in quel momento era tornata ad essere quella che è richiesta a una squadra che deve risalire la china. Una bella differenza rispetto a quanto visto contro i Lakers il pomeriggio precedente, quando i bianconeri non sono riusciti ad abbozzare la minima reazione al secondo e decisivo vantaggio ospite.
Ad ogni modo in quel momento la partita si è equilibrata quasi definitivamente, il Lugano ha subito alcuni momenti di velocità dello Zugo, ma ha capito tatticamente che giocarsela sullo stesso piano sarebbe stato un mezzo suicidio, quindi Arcobello e compagni hanno iniziato a metterla sul fisico e sul possesso del disco nel terzo offensivo.
In quella maniera lo Zugo ha passato diversi pericoli nel terzo periodo, facendo più fatica a sganciarsi in velocità a causa dell’ingabbiamento del Lugano già in zona neutra – che per quasi metà partita era perforabile come una nuvola da entrambi i fronti – affidandosi molto ad azioni personali che non hanno mancato di tenere sul chi vive l’ottimo Schlegel.
Il Lugano ha fatto più fatica a trovare la via del tiro, è vero, ma quando lo ha fatto, soprattutto nel terzo periodo è stato spesso dallo slot basso, con alcuni difensori di casa – Geisser e Alatalo soprattutto – presi in controtempo e fuori posizione.
Un peccato per i bianconeri aver dovuto giocare in inferiorità gli ultimi minuti, e se per Bertaggia il colpo di bastone è stato condito dalla sfortuna nella concitazione del gioco, il fallo di Wolf costato il 3 contro 5 è stato di pura ingenuità.
Ottimo per contro il box play in quel frangente, ma quelle penalità hanno pure spezzato un momento che stava girando a favore del Lugano e gli hanno impedito di provarci fino all’ultimo per cercare tre punti che a quel punto erano sicuramente alla portata.
Alla fine i bianconeri tornano con un punto prezioso in Ticino, stavolta Heed non ha trovato lo spunto decisivo (va detto che Boedker ha avuto l’occasione più grossa nei prolungamenti) ma per come si era messa la partita nella sua seconda metà un po’ di amaro in bocca rimane.
Quello che era importante per la squadra di Pelletier ad ogni modo era dare una risposta dopo la scialba prestazione di domenica e in gran parte la reazione è stata oltremodo positiva. Se fare gioco pari allo Zugo in casa sua è difficilissimo, dimostrare carattere e compattezza, oltre a una buona dose di occasioni da rete, è stato sicuramente un segnale rassicurante per tutti.
IL PROTAGONISTA
Carl Klingberg: Ha aperto le marcature nel primo tempo e ha trovato l’azione decisiva nell’overtime di furbizia e visione di gioco, servendo il perfetto assist a Shore per il decisivo 3-2. Tra questi due spunti il lavoro dello svedese è stato ancora impressionante per qualità e quantità, sempre e solo al servizio dei compagni, un lavoratore intelligente e lucido fino in fondo.