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Lugano

Pratico e sicuro di sé, il Lugano passa anche sul Bienne

I bianconeri trovano la sesta vittoria consecutiva e tornano a vedere la parte alta della classifica. Difesa solida e controllo della situazione le chiavi

© PhotoBrusca & LuckyVideo

Pratico e sicuro di sé, il Lugano passa anche sul Bienne

LUGANO – BIENNE

4-1

(0-0, 1-0, 3-1)

Reti: 30’38 Boedker (Bertaggia) 1-0, 55’36 Nodari (Arcobello) 2-0, 57’58 Sannitz 3-0, 58’16 Brunner 3-1, 59’52 Boedker 4-1

Note: Corner Arena, porte chiuse. Arbitri Tscherrig, Nikolic; Gnemmi, Kehrli
Penalità: Lugano 4×2′, Bienne 4×2′

Assenti: Elia RivaGiovanni Morini (infortunati), Loic VedovaTim TraberMatteo Romanenghi (Rockets), Alessandro Villa (sovrannumero)

LUGANO – E intanto sono sei di fila. E scusate se è poco. Il Lugano va a prendersi la sua sesta vittoria consecutiva migliorando ancora il record filato di bastoni al cielo di questa stagione, battendo il Bienne e anche un po’ i mugugni della settimana appena trascorsa.

Sì perché sul Lugano in ripresa di questo periodo era piombato addosso con tutto il suo peso e l’ingombro il nome di Chris McSorley a rendere pepate le giornate e lo stesso Serge Pelletier non aveva fatto nulla per nascondere il suo disappunto sia sulla conferma di certe voci che sulla progettazione della società, lasciando qualche timore sul fatto che una pulce nell’orecchio di tali dimensioni potesse disturbare un po’ il suo lavoro.

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Invece il coach bianconero ha dimostrato di aver rimesso in carreggiata la squadra già contro Losanna e Friborgo, confermandolo anche al cospetto del Bienne alla Cornèr Arena, mitigando i possibili dubbi di qualche scricchiolio dopo le sue indispettite parole. Il Lugano ha infatti vinto e convinto in buona sostanza, alla sua maniera, ossia con poco spettacolo ma tanta solidità e concretezza al momento giusto.

Il coach di Montrèal sembra quindi aver trovato di nuovo la sua formazione ideale dopo il rientro di buona parte degli infortunati, dimostrandosi ancora pragmatico e poco consono agli esperimenti, ma comunque capace di portare avanti un filo del discorso quando trova la sua quadratura.

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Contro il Bienne i bianconeri non hanno voluto strafare, mostrando la buona capacità di evitare di “fare i fenomeni” dopo qualche risultato positivo, mantenendo i piedi per terra e la testa in linea con l’obiettivo, qualità queste che non sempre sono facili da inserire in un contesto di squadra.

Arcobello e compagni sono infatti scesi in pista con il principale obiettivo di controllare disco, avversario e partita, con le tre cose che si sono succedute come naturale conseguenza, indispensabile contro avversari sempre difficili da leggere e molto lunatici ma anche dotati di qualche picco di talento pericoloso come i giallorossi di Lars Leuenberger, squadra che stava diventando pure avversario diretto dei bianconeri nella corsa alle prime 4-5 posizioni.

La qualità principale di questo Lugano è stata questa, la capacità di controllo, sia del gioco che in secondo luogo dell’avversario, resosi pericoloso solo nel secondo periodo con un palo clamoroso e in qualche sporadica occasione, riuscendo solo nel finale a dare un certo senso alla sua trasferta.

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Il Bienne infatti non ha mai vissuto di momenti veri dalla sua parte, quasi mai ha messo in seria difficoltà l’apparato difensivo del Lugano, tanto da riuscire a tirare in porta solamente 16 volte in tutto l’incontro, con solo due dischi scagliati dagli ospiti dallo slot basso davanti a Schlegel.

Qui sta la bravura dei padroni di casa nel tenere lontani i poco ispirati (va detto) attaccanti del Bienne, costretti sempre a girare al largo e a cercare appoggi poco pericolosi da posizioni molto defilate e con le linee di tiro pulite.

Davanti invece i bianconeri hanno giocato ancora di pazienza, sbagliando a volte sulle ripartenze e nelle entrate nel terzo, spesso sporcate da passaggi fuori linea o movimenti non sincronizzati, ma è palese che il lavoro per Van Pottelberghe sia stato decisamente superiore, anche per la capacità di arrivare molto vicini sulla porta perforando una difesa poco preparata e fuori posizione.

E infine la differenza l’hanno fatta le giocate di Arcobello e Boedker, con il danese di nuovo molto ispirato, e se anche Nodari trova delle reti del genere, significa che gli ingranaggi cominciano ad oliarsi un po’ per tutti, o quasi. Ma intanto Pelletier ritrova il suo Lugano, a sua immagine e somiglianza: pratico, solido e poco sperimentale. Ma decisamente suo.


IL PROTAGONISTA

Mikkel Boedker: Ancora una volta il danese dimostra di essere un metronomo e un motorino insostituibile per la prima linea, un giocatore che equilibra la propria linea. I migliori spunti offensivi passano per il suo bastone e in retrovia è capace di giocate che liberano i difensori da pressioni difficili in fase di backcheck, facilitando il lavoro di tutti. Comincia a trovare la rete in maniera più regolare, ma il peso della sua presenza è molto più forte di quello che lascia trasparire.


HIGHLIGHTS

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