FRIBORGO – LUGANO
1-2
(1-0, 0-0, 0-2)
Reti: 8’46 Herren (Brodin, Mottet) 1-0, 47’28 Heed (Lammer) 1-1, 52’01 Bürgler (Suri, Wellinger) 1-2
Note: BCF Arena, porte chiuse. Arbitri Stricker, Borga; Fuchs, Steenstra
Penalità: Friborgo 4×2′, Lugano 3×2′
Assenti: Elia Riva, Giovanni Morini (infortunati), Loic Vedova, Tim Traber, Matteo Romanenghi (Rockets), Alessandro Villa (sovrannumero)
FRIBORGO – Non ha mai perso la pazienza il Lugano, ed infine i bianconeri sono stati premiati con una vittoria meritata e cercata, ad immagine del sacrificio di Lajunen che nell’ultimo minuto è uscito sanguinante dopo aver bloccato un tiro.
È anche in questi gesti che la squadra di Pelletier sta dimostrando una certa crescita, perché se da un lato è vero che non si arriva a cinque successi consecutivi per caso, dall’altro i bianconeri dopo le ultime prove avevano anche evidenziato dei chiari margini di miglioramento.
In questo senso la prova di Friborgo è stata di quelle significative, pur tutt’altro che perfetta. Il Lugano ha però costruito il suo successo principalmente come squadra, scrollandosi di dosso alcuni momenti delicati e reagendo bene a diverse grandi occasioni sciupate nei primi due tempi, arrivando infine nella terza frazione a dare concretezza al proprio gioco.
In alcune circostanze il Lugano si è inoltre complicato la vita, come in occasione dell’evitabile penalità rimediata da Suri in zona offensiva che ha smorzato il buon inizio di gara, ed ha permesso al Gotteron di segnare un gol pesante con Herren.
La reazione sarebbe potuta arrivare immediatamente, ma Boedker ha lasciato per strada due grandissime occasioni, prima vanificando il perfetto suggerimento di Bertaggia che l’ha lanciato solo verso Berra, e poi rinunciando inspiegabilmente al tiro nel finale di periodo, quando la porta era per buona parte sguarnita.
In quegli episodi, e poi ancora nel secondo tempo, il Lugano ha peccato di quel pizzico di determinazione in più per riuscire a concretizzare il proprio gioco, con i vari Suri oppure Lammer che al momento buono si sono incartati. Poco pericoloso anche il powerplay, che ha balbettato già dalla fase d’impostazione, ma gli ospiti hanno comunque continuato ad alimentare un match vivo ed apertissimo, che il Friborgo con il passare del tempo ha iniziato ad interpretare in maniera sempre più conservativa.
Per vedere la sfida sbloccarsi definitivamente ci è così voluto lo spunto di Heed, autore martedì di una buona prova e capace di infilare con un tiro preciso il fondamentale 1-1, rete che gli permette ora di vantare un bottino di cinque punti (tre gol) nelle ultime quattro uscite.
A quel punto la squadra di Pelletier ha rotto gli equilibri ed ha portato la sfida definitivamente dalla propria parte, trovando pochi minuti dopo la rete del meritato vantaggio con Bürgler, mentre dall’altro lato Schlegel ha dato nuovamente un contributo fondamentale – a volte anche con un po’ di fortuna – per respingere i tentativi dei vari Sprunger, Brodin oppure Herren.
Il Lugano ha così condotto in porto una vittoria di carattere, costruita con pazienza e senza farsi innervosire dalle occasioni lasciate per strada, ma continuando a lavorare per trovare quella cattiveria che nei primi due periodi era stato l’ingrediente mancante in un gioco complessivamente dinamico e propositivo.
A volte ci vuole un po’ di tempo per far girare tutti gli ingranaggi, ma al suono della terza sirena la squadra di Pelletier è tornata negli spogliatoi con delle risposte interessanti. Che queste poi siano arrivate in trasferta, è un extra da non trascurare.
IL PROTAGONISTA
Tim Heed: È un giocatore che spesso vive di alti e bassi, ma martedì il difensore svedese è stato tra i migliori dei suoi, sia per la fondamentale rete che ha sbloccato la partita, sia per una prova difensiva stavolta priva di pericolose sbavature. Il meglio lo dà però con il disco sul bastone, con tanti spunti alla manovra offensiva ed una propensione al gioco verticale che ha dato tanto ritmo ai suoi compagni di squadra. Sul suo conto anche 4 tiri in porta, a ricordare di come rappresenti una minaccia costante.