Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!
Una nuova visiera e via, su consiglio della mamma
Ha solo 24 anni il nuovo arrivato in casa biancoblù, Brendan Perlini, ma il ragazzone cresciuto in Inghilterra ne ha già passate parecchie. Dall’essere scelto come 12esimo pick assoluto al Draft 2014, al gol nel Winter Classic giocato con i Blackhawks nel 2019, passando però da un incidente che avrebbe potuto stroncare la sua carriera.
Meno di un anno fa – era il 12 febbraio 2020 – Perlini ha infatti avuto la peggio da un contrasto con il suo ex compagno Henri Jokiharju, che cadendo lo ha tagliato in volto con il pattino.
“Il mio pensiero è subito andato all’occhio… Un centimetro di differenza e lo avrei perso”, ci ha spiegato Perlini dopo la sua prima partita ad Ambrì. “Quando l’ho riaperto è stato un sollievo, anche se ho rimediato un brutto taglio sullo zigomo, naso e labbro”.
“È per questo che ora porto una visiera così grande”, ha poi aggiunto sorridendo. Perlini deve aver preso questa positività dalla madre Vicki, che proprio nella serata dell’incidente aveva mostrato il suo unico temperamento.
“Quando potrai tornare in pista?”, aveva subito chiesto al figlio senza trasformare l’accaduto in tragedia. Beh, la risposta è stata “tre giorni”. Il tempo di qualche punto di sutura, prima di ritornare ad allenarsi sul ghiaccio del TD Garden per la partita successiva!
A volte è impossibile resistere
L’hockey, quello vero che ci appassiona ogni anno, manca a tutti. Certo, i tifosi possono seguire le partite dalla televisione ed i media sono comunque presenti alle piste, ma per tutti decisamente non è la stessa cosa.
Questo è particolarmente vero per l’Ambrì Piotta, con squadra e pubblico che hanno un rapporto unico che quest’anno può però manifestarsi solamente su blog e social media. C’è però chi non è riuscito a resistere, e domenica si è recato lo stesso alla Valascia per la sfida contro il Bienne che vedeva il debutto di Brendan Perlini.
È stato infatti facile notera tre tifosi “appollaiati” dietro la Curva Sud, in bilico sul pendio innevato per riuscire a sfruttare l’apertura della Valascia e spiare così il match che si stava svolgendo all’interno. Beh, un attaccamento non indifferente, soprattutto considerando le temperature gelide ed una partita passato con i piedi nella neve!
A qualcuno piace piccola
La filosofia di coach Luca Cereda è chiara a tutti da tempo. Il suo Ambrì Piotta deve puntare su una grande intensità, con una “scatola” bassa a difendere il proprio portiere ed una fase offensiva che cerca di scardinare le difese avversarie con tiri dalla blu per poi attaccare la porta a caccia di deviazioni e rebound. Il tutto si unisce a forecheck il più asfissiante possibile, grande pattinaggio ed una marcata componente fisica.
Questo è un gioco che in Nordamerica viene applicato con una costanza impressionante – ed i recenti Mondiali U20 lo hanno confermato – dove viene favorito anche da piste più piccole.
L’Ambrì Piotta in questo senso non si lascerà sfuggire l’opportunità presentata dalla Nuova Valascia, ed infatti nella nuova arena ci sarà una pista di dimensioni minori di quella attuale, che ben si andrà a sposare con la filosofia di gioco che si vuole portare avanti.
La tournée dei trampolini
No, non ci riferiamo alla nota competizione di salto con gli sci, anche se alla Valascia oramai di trampolini si sta sempre diventando più esperti. È infatti in aumento il numero di giocatori che arrivano in biancoblù affermando di vedere l’Ambrì Piotta come la piattaforma ideale per poi puntare a palcoscenici più prestigiosi, l’ultimo di questi Brendan Perlini.
“Posso aiutare l’Ambrì, che mi ha offerto un ruolo centrale e tante responsabilità, e nel contempo il club può aiutare me a raggiungere il mio obiettivo di tornare il più velocemente possibile in NHL”, ha spiegato il canadese dopo la sua prima partita.
Un obiettivo che condivide con il compagno di squadra Nättinen, anche lui arrivato alla Valascia sulle orme di un Kubalik che proprio agli ordini di Cereda aveva raggiunto il livello che gli ha poi permesso di esplodere con la maglia dei Blackhawks.
Anche pensando ad un contesto più nostrano i “trampolini” non mancano, basti chiamare in causa i vari Hofer, Zwerger, Müller, Fohrler, Rohrbach oppure Dufey, tutti attirati in Valle dalle possibilità offerte. Tra di loro c’è chi è rimasto, chi ha preso altre strade e chi ancora sta lavorando per raggiungere i propri obiettivi… In fondo ad Ambrì la cosa più importante è lanciarsi senza paura.
Le 200 del “Cere”
È proprio vero che il tempo vola. Da quello spareggio di Langenthal che ha segnato il netto cambiamento di rotta sportiva dell’Ambrì Piotta è già passato parecchio tempo, e coach Luca Cereda nel pomeriggio di domenica ha già festeggiato le 200 partite alla guida dei biancoblù.
Un percorso unico il suo, con il ritiro forzato in giovane età e quel primo assaggio di panchina leventinese avuto nel 2008, quando per una decina di giorni (e tre partite) aveva guidato la squadra ad interim dopo il licenziamento di John Harrington.
Dall’avvio dell’attuale progetto sportivo nell’estate 2017 il coach di Sementina ha saputo distinguersi con Paolo Duca per aver ridato una chiara direzione ed identità al club, tanto da renderlo uno degli allenatori più invidiati anche oltre Gottardo.
Instancabile appassionato che respira hockey 24/7, il suo bilancio con l’Ambrì è di 84 vittorie e 116 sconfitte, ma il meglio potrebbe ancora venire. In attesa del futuro, per ora semplicemente “complimenti”!