LUGANO – AMBRÌ
3-2
(1-0, 1-2, 0-0; 1-0)
Reti: 4’30 Wolf (Bertaggia, Nodari) 1-0, 21’44 Flynn (Hächler, Novotny) 1-1, 24’10 Fazzini (Bertaggia, Loeffel) 2-1, 26’15 Zwerger (Müller, Fohrler) 2-2, 60’20 Heed (Boedker, Arcobello) 3-2
Note: Corner Arena, porte chiuse. Arbitri Stolc, Mollard; Cattaneo, Kehrli
Penalità: Lugano 2×2′ + 1×10′, Ambrì 6×2′
Assenti Lugano: Sandro Zurkirchen, Giovanni Morini (infortunati), Timo Haussener (Rockets), Reto Suri, Eliot Antonietti (indisponibili)
Assenti Ambrì: Patrick Incir, Zaccheo Dotti, Matt D’Agostini, Benjamin Conz, Elias Bianchi (infortunati), Karim Del Ponte, Elia Mazzolini, Joël Neuenschwander (Rockets), Rocco Pezzullo (Nazionale U20)
LUGANO – Non c’è due senza tre, diceva il vecchio proverbio. Tim Heed lo prende alla lettera e segna il suo terzo gol all’overtime della stagione dopo quelli contro Friborgo e Bienne, risolvendo pure la sfida contro l’Ambrì Piotta.
Con la rete dello svedese, dopo 29 secondi di prolungamenti il Lugano fa suo il terzo derby stagionale, calando il tris contro i biancoblù nelle sfide stracantonali di questa stranissima annata. I bianconeri concludono quindi il trittico impegnativo prenatalizio con quattro punti su nove disponibili, un bottino che si può sicuramente definire soddisfacente date le premesse al rientro della squadra di Pelletier dopo la lunga quarantena.
Bertaggia e compagni rimangono così ben agganciati alla parte alta della classifica – se letta per media punti – ma anche se con meno partite degli avversari che gli stanno attorno il posizionamento dei bianconeri si può guardare con con positività.
L’Ambrì Piotta dal canto suo racimola un punto meritato per quanto fatto sul ghiaccio, anche se nel complesso è stato un derby povero sul piano tecnico e ricco di errori individuali e di automatismi andati fuori giri, ma vista anche la situazione da cui sono usciti i biancoblù (sempre privi di uno straniero e con Nättinen rientrato giusto per i derby) anche i ragazzi di Cereda possono passare un Natale piuttosto sereno, con un percorso che sin qui ha visto sì alcuni alti e bassi ma che rimane positivo.
Detto di come passeranno le festività le due squadre – che saranno però impegnate in alcuni recuperi di campionato prima di San Silvestro – occorre spendere almeno qualche parola sul derby, anche se la povertà di argomenti e contenuti di questa partita non rendono facilissima la vita a chi deve raccontarlo.
Questo non significa che la partita della Cornèr Arena non sia stata combattuta, anzi, sul piano fisico le squadre non si sono risparmiate, e in alcuni frangenti è sembrata la squadra leventinese quella più propensa a vincere i duelli individuali, con una migliore copertura alle assi e uno slot meglio protetto davanti a Ciaccio.
Sono stati infatti i biancoblù a saper perforare meglio la zona bassa davanti a Schlegel piuttosto che i bianconeri nel fare lo stesso con Ciaccio, soprattutto per errori dei padroni di casa forzati dal forecheck di Grassi e compagni.
L’Ambrì Piotta ha infatti cercato di pressare sulla profondità il Lugano, impedendogli di operare con uscite pulite dal terzo, lasciando però giocoforza una zona neutra meno coperta ed è da lì che i ragazzi di Pelletier hanno più spesso lanciato le loro controffensive.
Certo, il Lugano ha cercato di sfruttare maggiormente anche i propri tiratori, come in occasione della rete di Fazzini e trascinando nelle azioni i propri difensori. I leventinesi dal canto loro si sono invece spesso visti la strada bloccata nei tiri dalla distanza o negli appoggi “tattici”, e su questo va premiato sicuramente il sacrificio dei loro avversari, capaci di bloccare ben 24 tiri.
Il Lugano ha infatti cercato più volte una via più spiccia per rompere le azioni avversarie, per non incappare in rischi inutili badando più che altro al sodo. Da questo lato l’Ambrì ha pagato anche la minor capacità dei propri difensori di saltare l’uomo in entrata del terzo per cercare la sovrapposizione, perdendo diversi dischi sulla linea blu offensiva.
A pagare una serata difficile, ma in entrambe le formazioni, sono stati anche i topscorer, con un Arcobello per una volta un po’ superficiale e stanco alla fine dei cambi e un Nättinen più in ombra al rientro dalla settimana con la nazionale finlandese.
Riassunto il tutto, arrivare all’overtime è stato giusto per quanto le squadre hanno proposto soprattutto sul piano della combattività, e il fatto che a vincerlo siano stati gli uomini di più classe del Lugano è stato quasi logico in una partita che attendeva una sola scintilla per essere risolta.
Quel che è certo è che nonostante tutto nessuna delle due squadre passerà un Natale con il broncio. E visti gli anni passati è quasi una notizia.
IL PROTAGONISTA
Tim Heed: A qualcuno è venuto in mente il paragone con un certo Magnus Svensson, un altro difensore svedese bianconero che quando era sul ghiaccio qualcosa può sempre accadere.
Come a Zugo il numero 72 ha messo lo zampino in reti su entrambi i fronti, e se nel derby ha in effetti deviato involontariamente il disco per l’1-1 assegnato a Novotny, ha avuto poi il merito di insaccare il gol decisivo all’overtime, il terzo dopo quelli contro Friborgo e Bienne, dopo essersi reso spesso pericoloso dalle parti di Ciaccio anche durante i tempi regolamentari. Ma quando scatta il tempo supplementare è praticamente una sentenza.
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