LUGANO – Alla fine è una cannonata di Tim Heed a far esultare il Lugano al termine di una partita ricca di gol e emozioni. È la terza vittoria filata, tuttavia i punti conquistati sono solo due. Considerando l’andamento della gara, oltre alla soddisfazione per il successo, tra i bianconeri verosimilmente c’è pure dell’amarezza per il punto perso.
“Sì, sicuramente”, ci conferma infatti Giovanni Morini. “Eravamo in vantaggio 3-0, stavamo giocando bene, stavamo schiacciando il Friborgo e penso che abbiamo avuto tante occasioni per addirittura aumentare il margine. Poi però abbiamo smesso di giocare nel modo in cui vorremmo, siamo usciti dal nostro sistema, abbiamo commesso troppi errori e il Friborgo ne ha approfittato per rientrare in partita. Penso che abbiamo perso un punto”.
Dopo una prima parte di gara giocata bene, può essere che sia subentrato anche un calo fisico? D’altronde era la vostra terza partita in cinque giorni, dopo diverse settimane in cui avete giocato pochissimo…
“Difficile da dire. Alla fine ogni partita vive di momenti. Ovviamente fino a quando eravamo in vantaggio e stavamo giocando bene, avevamo tanto entusiasmo. In quei momenti si ha fiducia e il momentum a proprio favore. Poi, con episodi come per esempio il loro gol del 3-1, tutto questo è girato. Loro hanno preso coraggio, hanno iniziato a spingere di più e a crederci, e in questo modo si è poi trasformata la partita”.
Tra i punti positivi ci sono gli special teams. In boxplay a lungo avete concesso pochissimo e vi siete pure tolti lo sfizio di segnare in shorthand. In powerplay invece si sono visti dei nuovi blocchi che hanno subito mostrato una buona intesa, trovando anche un gol…
“Sì, penso che per buona parte della partita abbiamo lavorato bene sugli special teams. Peccato solo aver preso un gol alla fine in boxplay, ma comunque anche loro hanno sicuramente dei buoni giocatori, quindi a volte puoi impegnarti quanto vuoi, ma gli avversari troveranno lo stesso la via per segnare. Penso però che abbiamo mostrato delle buone cose e questo dimostra che stiamo lavorando bene con i nostri allenatori”.
A livello personale stai vivendo una crescita inarrestabile. Nel giro di poche partite sei passato dalla quarta, poi alla terza e infine alla prima linea, venendo anche inserito prima nel secondo e adesso nel primo blocco di powerplay…
“Devo ringraziare gli allenatori che mi stanno dando molta fiducia. Penso che in una squadra profonda come la nostra sia importante farsi trovare sempre pronti. Sono passato dalla quarta alla prima linea e, per quanto ci sia soddisfazione di aver giocato con due grandi campioni come Arcobello e Boedker, le cose possono però cambiare in fretta, anche in base alle esigenze tattiche. Penso che con la squadra che abbiamo, bisogna lottare per giocare e per avere lo spazio in una qualsiasi delle quattro linee”.
Contro il Friborgo hai cambiato anche ruolo, passando dal centro all’ala. Per te ci sono delle differenze o delle preferenze?
“Chiaramente ci sono delle differenze, però ho già giocato come ala, quindi non è un cambiamento enorme. È poi tutto più semplice quando si gioca con Arcobello e Boedker, rendono la transizione abbastanza facile”.