AMBRÌ – È un ragazzo timido, Damiano Ciaccio. Di poche parole. Timida, al contrario, non è stata la sua prova messa in pista contro lo Zugo. Una prova di grandissimo spessore che, con il 97.44% di parate, ha saputo trasmettere tanta tranquillità e, soprattutto, tante emozioni a tutta la truppa di Luca Cereda.
Quelle emozioni che hanno permesso ai biancoblù di portare Hofmann e compagni sino ai rigori. “È un vero peccato che sia finita così”, ha ammesso il numero 40, premiato a fine partita come il migliore in pista tra i suoi. “Imporsi ai rigori contro una squadra così attrezzata come lo Zugo non è mai evidente ma, globalmente, non possiamo che essere soddisfatti della nostra prova. Personalmente lo vedo come un punto guadagnato”.
Sei stato determinante in più di una circostanza. Sono partiti i primi cori per te e a fine incontro sei stato chiamato sotto la curva. Una serata molto positiva la tua…
“Sì, è stato bello. Si trattava della mia prima partita in casa ed ero curioso di vedere come sarebbe andata. Volevo fare bene a tutti i costi… Ad Ambrì la curva, si sa, è capace di trasmettere tantissima energia a noi giocatori ed è ciò che è capitato sabato sera”.
A dare spettacolo sono stati soprattutto i portieri: tante penalità hanno generato molto lavoro per te e Hollenstein…
“È stata una serata condita da tantissime situazioni speciali. Ci sono stati diversi momenti chiave che avrebbero potuto portare la sfida sui binari di una o dell’altra squadra. Penso in particolar modo a quelle situazioni di 5 contro 3 nelle quali siamo riusciti a resistere con ordine. Questo ci ha dato la carica, moltissima energia che abbiamo poi sfruttato successivamente. Il boxplay, una volta di più, è emerso come uno dei nostri punti di forza e ci ha permesso di rimanere in partita fino alla fine”.
Nel weekend sono arrivate due sconfitte simili nel risultato ma radicalmente diverse nella sostanza. Sei d’accordo?
“Assolutamente. A Langnau è stata una serata difficile e tutti noi eravamo delusi dalla prestazione messa in pista. Trovo sia importante essere riusciti a reagire immediatamente, questo significa che la direzione intrapresa è quella giusta”.
Raccontaci dell’alternanza con Conz. Come la vivi?
“La vivo serenamente. Accetto le decisioni del coach e, da parte mia, cerco sempre di farmi trovare pronto. Con Benji lavoro molto bene, siamo amici e spesso ridiamo e scherziamo in francese. Anche Pauli (Jaks, ndr.) è una figura positiva nel nostro rapporto… Insomma, lavoriamo bene insieme”.
Martedì arriva il Losanna, una delle grandi di questo campionato. Spesso accade che contro le piccole fatichiate a generare gioco, mentre contro le grandi vi esaltate. Come spiegarlo?
“Difficile a dirsi. Forse contro le piccole – che oggigiorno sono ormai sempre meno – siamo chiamati a dettare maggiormente il ritmo e a prendere in mano le operazioni… E in questo fatichiamo. Una chiave di lettura potrebbe essere questa”.