AMBRÌ – ZUGO
1-2
(0-1, 0-0, 1-0; 0-1)
Reti: 19’05 Zehnder (Hofmann, Alatalo) 0-1, 42’59 Nättinen (Zwerger, Fora) 1-1
Rigori: Senteler, Kovar, Klingberg
Note: Valascia, 2’049 spettatori. Arbitri Tscherrig, Fluri; Wolf, Betschart
Penalità: Ambrì 7×2′, Zugo 6×2′
Assenti: Patrick Incir, Isacco Dotti, Jiri Novotny, Tommaso Goi (infortunati), Elia Mazzolini (sovrannumero), Christian Pinana (Ticino Rockets)
AMBRÌ – Aveva bisogno di una scintilla l’Ambrì Piotta, dello stimolo che potesse permettere alla squadra di tornare a portare sul ghiaccio le giuste emozioni, quelle che abbiamo imparato essere la vera “benzina” del gruppo biancoblù. Cereda in questo senso può essere soddisfatto, perché nel difficile impegno contro lo Zugo di scintille ne sono arrivate ben due.
La prima, quella che ha brillato per tutta la partita, è stata indubbiamente rappresentata dall’eccezionale prestazione di Damiano Ciaccio, capace di rispedire al mittente tantissime ghiotte opportunità capitate sui bastoni dei quotati avversari.
Il portiere biancoblù ha rappresentato il vero punto di equilibrio della sfida, capace di mettere le giuste pezze quando i compagni davanti a lui hanno sbandato in copertura oppure sono stati bruciati in transizione, e nel contempo di trasmettere sicurezza ed energia.
I segnali importanti si sono aggiunti a quelli lanciati da Nättinen, autore per la seconda serata consecutiva di una prova convincente. Il finlandese per gli avversari si sta rivelando essere il classico giocatore da non perdere di vista assolutamente, e l’importante gol in powerplay arrivato ad inizio terzo tempo lo ha premiato per le numerose sollecitazioni al bravo Luca Hollenstein.
La consapevolezza di avere un’arma aggiuntiva tra le proprie fila – Nättinen tira appena può, e praticamente sempre i suoi puck arrivano nello specchio della porta – è uno stimolo che sta facendo bene all’intero gruppo, sabato capace di emozionare nuovamente una Valascia che in alcuni tratti è sembrata quella “di una volta”, nonostante i soli 2’000 presenti.
L’Ambrì non ha giocato una partita perfetta, ed in alcuni momenti gli equilibri della sfida si sono fatti estremamente sottili, tanto che per entrambe le squadre sarebbe bastato il rimbalzo giusto (pensando anche alle fasi in 5-contro-3) per portare a casa i tre punti. Di punticino invece i biancoblù ne hanno ottenuto solo uno, ma il suo gusto è decisamente più dolce rispetto a quello della serata precedente, perché questo è davvero guadagnato.
Gli aspetti su cui lavorare rimangono comunque ancora molti, tra cui l’efficacia del forecheck e la capacità di vincere le battaglie per i puck messi in profondità, elementi di gioco che trovano concretezza con ancora troppa poca costanza. Il gruppo di Cereda trova intensità solamente a folate e questo va a minare la capacità di essere pericolosi a parità numerica, perché l’Ambrì costruisce le sue reti sull’insistenza e non sul killer instinct.
I crucci evidenziati nel recente passato non possono però essere risolti da un giorno all’altro, ed allora bisogna concentrarsi sulle piccole cose che stanno migliorando, così da acquisire quella fiducia nei propri mezzi che inevitabilmente ad inizio stagione necessita conferme. Ci vorrà chi mostra la via, e sabato lo hanno fatto ottimamente Nättinen e Ciaccio, con un evidente effetto sul resto del gruppo.
Di attori in grado di elevare il proprio livello l’Ambrì ne ha però diversi, con i vari D’Agostini (alti e bassi per lui), Flynn, Fora e soprattutto Zwerger che sono ben lontani dalla miglior forma, ma che lasciano però intendere che con il lavoro i biancoblù potranno presto o tardi trovare maggiore continuità ed equilibrio.
Nel frattempo però la squadra di Cereda è tornata ad emozionare il suo pubblico, dando la risposta che si chiedeva dopo l’opaca prestazione a Langnau della sera precedente.
L’occasione di confermare le proprie possibilità di crescita arriverà già martedì, contro un Losanna che imporrà ai leventinesi anche una maggiore attenzione in copertura, perché chiedere al proprio portiere una nuova prestazione come quella di sabato sarebbe probabilmente troppo. La scintilla che si cercava è però arrivata, ora starà a tutti tener acceso il fuoco per scaldare la fredda Valascia.
IL PROTAGONISTA
Damiano Ciaccio: Autore di 38 parate, il portiere leventinese ha compiuto una serie impressionante di interventi difficilissimi, con i vari Hofmann, Kovar oppure Klingberg ad impazzire ogni volta che una ghiotta occasione veniva vanificata.
Ha spesso messo una pezza sugli errori difensivi dei compagni, ritrovandosi anche in più di un’occasione a tu-per-tu con gli avversari senza mai farsi ipnotizzare. Alla fine è stato battuto ai rigori, ma oggettivamente non gli si poteva chiedere di più.
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