AMBRÌ – Nella partita che avrebbe potuto regalare la prima vittoria stagionale all’Ambrì Piotta si è invece materializzata la sconfitta più brutta, figlia di una mancanza di costanza di gioco e, soprattutto, di coralità sui tre tempi.
Con Diego Kostner abbiamo cercato di capire i motivi di questa débâcle a fronte di un Rapperswil sicuramente alla portata dei biancoblù. “È una sconfitta che fa molto male, specie se guardiamo ai primi due tempi nei quali abbiamo lavorato tanto e bene, anche se a concretizzare ci siamo riusciti in una sola occasione. Due pali e un disco salvato sulla linea di porta testimoniano quanto fossimo vicini a condurre la sfida ma, seppur mettendo tanti dischi sulla porta, una volta di più non siamo riusciti a concretizzare le nostre occasioni”.
Dalla rete in shorthand di Rowe non siete più riusciti a riprendervi. Come mai questo crollo?
“Ci ha tagliato le gambe, non saprei che altro aggiungere… Stavamo insistendo e proprio allora è arrivata questa rete che ci ha dato una mazzata al morale. Nel terzo tempo, anziché trovare la reazione, non siamo riusciti a portare sul ghiaccio l’attitudine giusta e la partita ci è sfuggita di mano. Siamo delusi”.
Oltre all’aspetto mentale, specie nel terzo tempo a venire meno è stata la freschezza nelle gambe. Fisicamente vi manca ancora qualcosa?
“Direi che venerdì sera l’abbiamo persa sia mentalmente che fisicamente. Quella rete in shorthand ci ha scombussolato sotto tutti gli aspetti, soprattutto perché è caduta in un momento nel quale stavamo spingendo da parecchi minuti. Quando tenti e ritenti senza successo e poi, con una ripartenza vai sotto nel risultato, mentalmente non è semplice ritrovare immediatamente le migliori sensazioni, specie in queste settimane in cui fatichiamo così tanto a trovare la via del gol. Volevamo reagire nel terzo tempo e credo che molti di noi, volendo strafare, hanno finito per ottenere l’effetto inverso e cioè dei tentativi individuali completamente inefficaci. Perché lo sappiamo, se non giochiamo da squadra non abbiamo nessuna chance di vincere”.
A venir meno è stata soprattutto una mancanza di costanza sui 60 minuti. Un elemento sul quale è necessario lavorare sin da subito…
“È vero ed è un elemento centrale del nostro gioco e che sta molto a cuore al nostro coach. Quello che dobbiamo fare ora è archiviare il più velocemente possibile questo brutto capitolo, prendere quanto di buono abbiamo mostrato nella prima metà di partita e ripartire da lì. Sarà banale ma è l’unica cosa che possiamo fare. Cerchiamo di imparare dai nostri errori e, soprattutto, reagiamo come gruppo”.
Su cosa lavorerete nei prossimi giorni al fine di migliorare l’efficacia offensiva?
“Direi soprattutto sulla presenza davanti allo slot. Continuiamo a tirare moltissimo dalla blu e dalle medie distanze ma davanti al portiere ci manca la necessaria determinazione per pungere quando fa male. Dobbiamo disturbare maggiormente i portieri avversari generando quanto più traffico possibile… In questo senso possiamo e dobbiamo assolutamente fare meglio”.
Di rientro dal tuo infortunio che ti ha tenuto lontano dalle piste per tutta la passata stagione, alla tua terza partita di campionato come ti senti?
“Ogni giorno va sempre un po’ meglio. Chiaramente dopo un infortunio che ti tiene lontano dal ghiaccio per così tanto occorre un po’ di tempo per ritrovare le giuste sensazioni, soprattutto quando parliamo di gestione dei momenti topici. Ma le cose arriveranno, è solo una questione di tempo, proprio come la prima vittoria”.
Quanto ti sta aiutando il fatto di poter giocare al fianco di due giocatori – Bianchi e Trisconi – che conosci alla perfezione?
“Effettivamente è di grande aiuto. Avendo giocato assieme per tre stagioni ci troviamo a occhi chiusi perché ognuno conosce i movimenti del compagno. Tutto questo, naturalmente, non fa altro che favorire la mia integrazione nel lineup e il mio recupero sul ghiaccio. È davvero tutto più semplice”.