C’è tanta determinazione nella voce di Julius Nättinen, unita all’impazienza di iniziare un’avventura che il 23enne finlandese spera possa rappresentare per lui un trampolino di lancio decisivo nella sua carriera.
La nuova ala straniera dell’Ambrì Piotta non ci ha infatti messo molto a chiarire i suoi obiettivi una volta risposto al telefono e, dopo aver guidato l’intera Liiga con un totale di 33 reti, quella alla Valascia sarà la stagione in cui dovrà mettere alla prova i progressi degli ultimi anni.
“Voglio compiere il prossimo passo nella mia carriera, e dal mio punto di vista la Svizzera e l’Ambrì Piotta rappresentano un’ottima scelta in questo percorso”, ci ha spiegato Nättinen. “So che troverò una squadra in cui mi verrà riservato un ruolo importante, e che scende sul ghiaccio con lo stesso stile con cui voglio giocare. Parlando con Duca e Cereda ho avuto davvero ottime sensazioni, dopo aver discusso con loro per me è stata una scelta facile”.
Julius Nättinen, da dove è nata l’esigenza di lasciare la Liiga dopo una stagione come quella passata?
“L’alto livello del campionato svizzero mi intriga molto e l’hockey è uno degli sport principali nel vostro paese… In ogni squadra si possono trovare degli ottimi giocatori e da quanto mi hanno raccontato praticamente tutte le partite sono appassionanti da seguire e contraddistinte da un’atmosfera incredibile. La NLA è nota per essere composta da squadre molto complete, questo ai miei occhi la rende migliore rispetto alla Liiga”.
Tra i tuoi compagni al JYP c’era anche il difensore Mikko Mäenpää, gli hai chiesto consiglio?
“Sì, abbiamo avuto una bella telefonata di recente e mi ha raccontato del suo periodo in Svizzera. Quando gli ho detto che mi sarei trasferito ad Ambrì ha reagito in maniera molto positiva, confermando che quella biancoblù sarà per me la squadra ideale in cui potermi esprimere. Ha sottolineato in particolar modo il calore dei tifosi, assicurandomi che quando arriverò mi faranno subito sentire uno di loro”.
Hai giocato per anni al centro ma nell’ultima stagione sei stato impiegato all’ala, dove hai ritrovato un certo tocco offensivo…
“In questo momento sento di poter esprimere il mio miglior hockey giocando all’ala, ma non avrei problemi nel ritornare al centro. La scorsa stagione è stata per me la prima in assoluto in cui ho giocato per tutto il campionato all’ala, e devo dire di essermi trovato particolarmente a mio agio, ma mi sento piuttosto versatile da questo punto di vista. Insomma, arrivo ad Ambrì per giocare all’ala, ma in caso di necessità è bello sapere di poter dare un contributo in entrambi i ruoli”.
Vedi l’Ambrì Piotta come uno step intermedio per raggiungere la NHL, cosa devi migliorare per arrivare al tuo obiettivo?
“Credo di dover diventare un giocatore più completo. Al giorno d’oggi per avere successo nell’hockey non basta più saper fare bene un paio di cose, ma devi essere in grado di portare sul ghiaccio un contributo più ampio. Il mio obiettivo è quello di diventare un all-rounder capace di dare un contributo in powerplay, boxplay ed in tutte le zone della pista… Se voglio raggiungere i miei obiettivi devo diventare un giocatore a cui l’allenatore può affidarsi in ogni tipo di situazione, ad Ambrì voglio dunque migliorare in ogni aspetto”.
Da straniero avrai un ruolo di maggiore responsabilità rispetto a quello in Finlandia, come vedi questa sfida?
“Sarà sicuramente una sensazione diversa, ma questa è per me una sfida importante con cui confrontarmi. Essere tra i quattro giocatori d’importazione comporterà sicuramente delle grandi responsabilità, ad ogni partita e allenamento dovrò sempre farmi trovare al meglio… Ma questo è ciò che voglio, ho deciso di venire in Svizzera per trovarmi in un contesto che mi porti a spingermi al massimo delle mie possibilità. In tutto ciò dovrò essere anche solido mentalmente, questa è una componente centrale nell’hockey moderno ed io voglio farmi trovare pronto per essere un giocatore chiave e firmare tanti punti”.
Un percorso simile a quello che speri di fare l’ha avuto Dominik Kubalik… È per te un esempio da seguire?
“Indubbiamente. Ho visto quanto ha fatto con l’Ambrì Piotta e dove lo hanno portato i progressi che ha compiuto, ed io voglio fare esattamente lo stesso. Kubalik per me è l’esempio perfetto a cui ispirarmi se voglio riuscire a tornare in Nordamerica”.
Parlando della tua prima avventura oltre oceano, cosa non aveva funzionato?
“Quando ripenso a quegli anni, ora mi è chiaro che non ero pronto… Nemmeno lontanamente! Non avevo ancora capito che tipo di giocatore volessi essere, mentre oggi so esattamente ciò che devo fare quando sono sul ghiaccio e quali sono i miei punti forti. Nelle ultime stagioni ho imparato molto ed ora è per me più facile individuare i miei obiettivi e trovare il giusto ruolo all’interno di una squadra”.
Pensi dunque che il sistema dell’Ambrì sia l’ideale per le tue caratteristiche?
“Sì, ho parlato con Cereda in merito al sistema di gioco e credo che ben si adatti alle mie caratteristiche. L’allenatore vede in me un giocatore che deve portare velocità, reti e la capacità di essere un punto di riferimento in powerplay… Questo è esattamente ciò che voglio anch’io, dunque ci siamo subito trovati in sintonia. Per il resto se devo essere sincero non conosco molto dell’Ambrì, ma mi è ben chiaro come la squadra vuole giocare quando entra in pista”.