LUGANO – AMBRÌ
1-4
(0-0, 1-1, 0-3)
Reti: 21’27 Wellinger (Suri, Walker) 1-0, 33’28 D’Agostini 1-1, 41’24 Hofer (Müller) 1-2, 45039 Sabolic (Flynn, D’Agostini) 1-3, 59’15 Zwerger (Plastino) 1-4
Note: Corner Arena, porte chiuse. Arbitri Lemelin, Mollard; Fuchs, Cattaneo
Penalità: Lugano 4×2′, Ambrì 5×2′ + 1×10′
LUGANO – Un derby che fa bene all’Ambrì Piotta e un derby che si spera faccia bene anche al Lugano. La prima sfida ticinese giocata a porte chiuse ha riservato umori e sapori contrastanti al sessantesimo, con i biancoblù a portare via tre punti dalla Cornèr Arena che sono fieno in cascina in vista del ranking round nei playout.
Il Lugano invece, paradossalmente, può “festeggiare” nonostante la sconfitta, dato che la contemporanea sconfitta del Berna a Losanna ha salvato i bianconeri, condannando di fatto gli orsi ai playout assieme ai biancoblù, al Langnau e al Rapperswil. Certo, chi è più felice del risultato in prospettiva sono sicuramente gli uomini di Pelletier che hanno raggiunto in extremis e con una buona dose di fortuna l’obiettivo minimo, ma sulla prestazione di Chiesa e compagni c’è certamente di che riflettere.
Nonostante la formazione di Luca Cereda abbia pienamente meritato la posta in palio forti di una prestazione vera e decisa a lanciare la fase calda della stagione, i padroni di casa hanno proposto alla vuota platea una partita decisamente sotto tono, priva di brillantezza e costantemente correlata da errori a ogni cambio.
Insomma il Lugano non ha fatto decisamente passi avanti nella partita più importante della stagione – resa “meno” importante solo al 60′ dal risultato di Losanna – e questo non può che preoccupare, dato che tra una settimana inizieranno i playoff, dove troverà come avversario la corazzata degli ZSC Lions di Pius Suter e compagnia allegra.
Dall’inizio, con quella penalità di Klasen dopo soli 14 secondi, alla fine il Lugano non ha mai trovato i mezzi per prendere in mano la partita come avrebbe dovuto fare una squadra padrona del proprio destino, per dire che quel Lugano forse non bello da vedere ma determinato ed efficace di un mese fa è sparito dai radar ancora una volta.
Quali timori poteva avere una squadra che si giocava tutto in sessanta minuti? Certo, quelli di finire nei playout, ma giocandosela come una squadra determinata a costruire il proprio futuro con le proprie mani è tutta un’altra storia, come dovrà esserlo ora nei playoff.
Un po’ l’opposto di quello che ha fatto l’Ambrì Piotta, sceso sul ghiaccio luganese con probabilmente meno pensieri nella testa – ma comunque occupato a sgomitare con il Langnau per il decimo posto – ma capace comunque di interpretare la partita come una da giocarsi fino in fondo e anche sul piano del gioco, soprattutto nella fase offensiva, i biancoblù hanno mostrato più cose dei loro avversari.
Difficile ora capire cosa aspettarsi dal Lugano, e se i playoff ormai acquisiti toglieranno il peso della scimmia dalla spalla e torneremo a vedere una squadra più libera come quando obbligata ad inseguire. È questo in fondo uno dei problemi che il Lugano ha palesato di più nell’ultimo periodo, l’incapacità di giocarsi davvero e di portare a casa le partite decisive e che gli avrebbero fatto fare quel passo più in là, mentre quando c’era da inseguire e da risalire i bianconeri hanno sempre mostrato più attitudine e facilità nel giocare.
È una questione di mentalità, questo gruppo sembra ormai privo di quelle personalità forti perse nel corso delle stagioni, sia per qualità tecnica che soprattutto forse per carattere e capacità di trascinare i compagni e questo si ripercuote logicamente nel rendimento.
L’Ambrì Piotta invece sembra aver ritrovato la sua miglior verve, con due vittorie consecutive che lo lanciano nel “gironcino” al meglio, consapevoli che dovranno sgomitare non poco per raggiungere l’obiettivo primario, ossia quel decimo posto che li metterebbe al riparo da brutte sorprese. E con giocatori come D’Agostini, un ritrovato Hofer e la solita grinta millimetro per millimetro l’obiettivo sembra ampiamente alla portata.
IL PROTAGONISTA
Matt D’Agostini: Una polizza assicurativa che l’Ambrì Piotta vuole tenersi strettissima. La prestazione del canadese è stata ancora di qualità e sostanza, con il casco giallo che si muoveva costantemente nelle zone calde della pista.
Anche lui non è stato esente da errori, ma la sua rete in shorthand che ha pareggiato i conti e lanciato i biancoblù è stata decisiva e l’ennesima perla della sua grande stagione.
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