LUGANO – Ci sono momenti durante una stagione in cui è solo un filo sottilissimo a dividere un risultato da occasione mancata a spallata decisiva.
Lo sa bene il Lugano che sconfitto in casa dal Ginevra Servette incassa sì una battuta d’arresto che si può dire indolore, viste le sconfitte da zero punti pure per Berna, Langnau e Friborgo, ma proprio per questo i rimpianti si fanno più che evidenti.
A quattro giornate dalla fine i bianconeri avevano in mano la possibilità di fare un passo ormai quasi decisivo verso i playoff, ma nella partita invero brutta e grigia contro il granata, McIntyre e compagni non hanno saputo cogliere l’occasione.
E allora occorrerà guardare al week end prossimo, quello che probabilmente – anzi, sicuramente – sarà decisivo nella volata finale, quando gli uomini di Pelletier andranno in trasferta a Friborgo e poi ospiteranno il Berna, le due dirette inseguitrici in classifica.
Una partita bruttina quella della Cornèr Arena, causata un po’ dallo stile di gioco delle due squadre che sono andate spesso ad annullarsi passando però momenti opposti durante i periodi, e forse il Lugano ha pagato anche una certa mancanza di lucidità dopo la lunga trasferta (in senso di gioco e di chilometri) di venerdì a Losanna.
Con Zurkirchen tornato tra i pali i bianconeri non sono partiti benissimo nel match, lasciando più che altro la maggiore iniziativa alle aquile, faticando a penetrare nello slot davanti a Descloux, ma anche il Ginevra ha fatto parecchia fatica nonostante il numero dei tiri a costruirsi occasioni nitide.
Si è dovuto infatti attendere un errore, quello di Bertaggia nel caso specifico, per vedere la prima rete, con Wingels che non si è fatto pregare trovandosi il disco letteralmente tra le mani dopo un pericoloso e mal calcolato tentativo di rilancio del numero 10 di casa.
Da lì il Ginevra ha attaccato sempre e comunque soprattutto con la linea di Wingels, Rod e Richard, impedendo al Lugano di farsi pericoloso con regolarità imbastendo un gioco… da Lugano, ovverosia portando fuori dallo slot gli attaccanti di casa e attuando il solito difficilmente penetrabile filtro in zona neutra.
Solo nel terzo periodo il Lugano è riuscito a scrollarsi di dosso un po’ di polvere e ha iniziato a mettere più ritmo nelle giocate, trovando il pareggio con McIntyre e pagando però anche un po’ di sfortuna nei dieci minuti finali.
Un lasso di tempo in cui il Lugano ha spinto maggiormente, sfiorando a più riprese il pareggio, facendo tremare i ferri e trovando delle ginocchia a bloccare i tiri a colpo sicuro sulla porta di Descloux, pagando pegno pesante per un errore di Zurkirchen (ma anche di una difesa troppo larga) in presa su iniziativa personale di Noah Rod.
In quei dieci minuti i bianconeri avrebbero sicuramente meritato di andare a giocarsi perlomeno l’overtime, ma anche il finale in 6 contro 4 non ha pagato, causa imprecisione e tenuta del sistema difensivo ginevrino, e invece si sono ritrovati sotto.
Una battuta d’arresto che sul piano della classifica resta indolore come detto, ma forse il Lugano ha di nuovo bisogno dei giorni senza partite che arriveranno in settimana per riguadagnare lucidità e idee, con in più un Ryno da inserire nel motore.
Questa sconfitta non deve assolutamente intaccare la fiducia dei bianconeri, che nelle sfide pesanti fino a sabato sera si sono sempre esaltati e hanno trovato il modo di riuscire nei propri obiettivi. Ecco perché nel prossimo fine settimana ci vorrà di nuovo il miglior Lugano, quello che da gennaio fino ad oggi ha proposto una scalata irresistibile e che non ha alcuna voglia di gettare tutto sul più bello.
IL PROTAGONISTA
Gauthier Descloux: In una sfida chiusa, con poche giocate offensive a getto continuo, il rischio per i portieri è quello di restare “freddi” a lungo.
Ecco perché nella partita interna tra Lugano e Ginevra decisivi sono stati la parata difettosa di Sandro Zurkirchen sul game winning gol da una parte e gli interventi quasi disperati del ginevrino nel finale, quando il Lugano ha spinto sul serio. Nel confronto, il portiere granata esce vincitore per un punto, uno solo ma decisivo.
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