AMBRÌ – Indiavolato per sessanta minuti, costante spina nel fianco per gli avversari, Noele Trisconi ha vissuto un weekend in grande spolvero e a dimostrarlo sono i due assist – preziosi quanto due reti – messi a referto contro i seeläander e il gol ottenuto la sera precedente a Zugo.
“È una vittoria che ci voleva”, ha esordito l’attaccante numero 18. “Seppur non costanti sui sessanta minuti abbiamo alzato il nostro livello rispetto alla sfida di venerdì e siamo riusciti a mettere sotto pressione il Bienne in diversi frangenti. Vincere in questo modo fa bene e ci motiva a proseguire su questa strada”.
Nei primi minuti avete faticato a trovare il ritmo, poi la rete del Bienne, paradossalmente, è parsa sbloccarvi…
“In effetti l’approccio alla sfida non è stato ottimale ma col passare dei minuti siamo riusciti ad alzare la testa e a giocarcela alla pari. Rientrati in spogliatoio sotto di 1-0 ci siamo detti che se avessimo continuato in quel modo avremmo potuto vincerla. Eravamo presenti, stavamo lavorando bene e spesso in questi casi la rete non è che una logica conseguenza. Nel secondo periodo le cose sono andate ancora meglio, è emersa la nostra identità e, nonostante qualche penalità di troppo, siamo riusciti a lavorare bene nello slot trovando tre reti pesantissime”.
Esempio di perseveranza, hai lavorato moltissimo alle assi e hai messo più volte sotto pressione Hiller durante le sue uscite non sempre sicure. Da lì sono nati due gol…
“Non è solo merito mio ma di tutti i giocatori sul ghiaccio, così come di coloro che nel cambio precedente avevano stancato la linea avversaria che in quel momento era in pista. Io ho fatto ciò che mi viene richiesto ad ogni partita dallo staff, insistere e infastidire l’avversario con una pressione costante. Si tratta di perseverare, perché vi è sempre un momento nella testa di un giocatore in cui crede di essere ormai al sicuro perché l’avversario ha allentato la pressione. È proprio allora che diventa vulnerabile e, con un piccolo sforzo in più, hai la possibilità di togliergli il disco. Sabato sera è andata bene perché sono riuscito a trovare il compagno libero nello slot in due occasioni”.
Il gol della vittoria incarna l’essenza della squadra. Flynn pareva non avere più energie eppure ha dato fondo a tutte le sue riserve e con tenacia è andato a conquistare il secondo punto…
“Quando gli siamo saltati addosso lui ci ha confidato che non ne aveva più, che aveva usato l’ultimissima goccia di benzina che aveva in corpo. Era sfinito ma quando un attaccante si ritrova il disco davanti e la strada spianata verso il portiere viene istintivo dare tutto, anche quando non ti resta nulla in corpo. È quello che ha pensato Brian, sapeva di avere sul bastone un disco d’oro e ci ha provato. Quella tenacia ha pagato”.
Flynn che sta avendo un impatto notevole sulla squadra. Che uomo è all’interno dello spogliatoio?
“È una persona molto pacata e riservata, ma anche molto disponibile con i giovani. Spesso si avvicina per darci consigli e lo fa senza presunzione e senza essere invadente. È un grandissimo giocatore, basta guardare le statistiche degli ultimi mesi. Ha faticato un po’ ad adattarsi al sistema di gioco ma col passare delle partite è diventato un elemento imprescindibile all’interno della squadra. Siamo davvero contenti di averlo tra noi e sono sicuro che con la sua esperienza continuerà ad aiutarci moltissimo nel nostro processo di crescita”.