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Lugano

Il Lugano non molla, colti tre punti in casa degli ZSC Lions

Nell’ottima reazione riemerge la premiata ditta Klasen-McIntyre. Prova difensiva sorretta da un grande Schlegel contro la sua ex squadra

© Berend Stettler

Il Lugano non molla, colti tre punti in casa degli ZSC Lions

ZSC LIONS – LUGANO

1-2

(1-1, 0-1, 0-0)

Reti: 5’38 McIntyre (Klasen, Postma) 0-1, 13’08 Simic (Suter, Hollenstein) 1-1, 39’47 Klasen (Fazzini, Postma) 1-2

Note: Hallenstadion, 9’781 spettatori. Arbitri Stricker, Urban; Kaderli, Obwegeser
Penalità: ZSC Lions 5×2′, Lugano 4×2′

ZURIGO – Il rischio è che in casa bianconera si possa pensare a questa vittoria contro gli ZSC Lions come fonte di rimpianto amplificato per quei tre punti buttati nelle ortiche – e siamo gentili – venerdì sera contro il Langnau.

Il Lugano ha di nuovo agganciato la linea, certo, e questo gli permette di provare un nuovo e decisivo assalto nell’ultimo turno di regular season, ma contro i Tigers i bianconeri si sono fatti un taglio in fronte che rischia di sanguinare parecchio. Roba passata comunque, la squadra di Pelletier non ha assolutamente il tempo di guardarsi indietro e piangere sul latte versato, ecco perché quello lanciato da Klasen e compagni all’Hallenstadion è un segnale molto importante.

© Berend Stettler

Lo è perché la squadra ha mostrato una reazione immediata, concentrandosi solamente sul prossimo passo da compiere senza farsi distrarre da quel che è fatto, e lo è perché conferma che il Lugano è vivo e continua ad andare avanti con un piano preciso mantenendosi comunque in piena corsa.

E rimane in piena corsa facendolo con una certa personalità, vincendo ancora come a Ginevra con una difesa disciplinata e molto stretta nello slot, con la solita e consolidata mentalità da battaglia, ma stavolta i bianconeri hanno dato di più sul fronte offensivo, tanto che nel secondo tempo con il risultato sull’1-1 i ticinesi avrebbero potuto trovare qualche rete in più anche prima dell’invenzione di Klasen.

© Berend Stettler

La rete dello svedese, arrivata a pochissimi secondi dalla sirena, ha suggellato di nuovo un power play com’era capitato per il primo vantaggio di McIntyre, ma soprattutto ha dato la forza e l’entusiasmo alla squadra per disputare un terzo periodo di personalità.

Quando infatti si è temuto che la squadra di Grönborg tirasse fuori l’artiglieria pesante, il Lugano ha sfoderato invece gli scudi migliori, tarpando i tentativi dei padroni di casa con un ottimo forecheck e dei tagli in zona neutra durante la fase difensiva che Suter e compagni hanno faticato a superare, tanto che è stato il Lugano a tirare maggiormente dallo slot.

E quando il sistema difensivo ha lasciato passare qualche tentativo – ma soprattutto in box play – dietro ci ha pensato l’ex di serata Niklas Schlegel a prendere in mano la
situazione, con alcuni interventi eccezionali e sicuri, rassicurando di nuovo il Lugano sulla bontà del suo ingaggio.

© Berend Stettler

Torna quindi a essere decisiva anche la premiata ditta KlasenMcIntyre per fortuna dei bianconeri, anche se qualche segnale incoraggiante è arrivato anche da qualche attaccante che ultimamente era praticamente invisibile.

Certo che la fase di finalizzazione rimane una scienza oscura per alcuni ma perlomeno i movimenti in zona offensiva e la determinazione mostrata hanno fatto vedere qualcos’altro rispetto alla tristezza della sera precedente. Serge Pelletier torna quindi al successo seguendo il suo stile e in fondo il ruolino di marcia rimane notevole pur restando in una rincorsa molto difficile.

Di sicuro occorre tornare a sfruttare certe occasioni, a partite da martedì, quando il Rapperswil dovrà essere battuto senza se e senza ma. Perché la rincorsa non diventi vana a causa di certi passi falsi.


IL PROTAGONISTA

Niklas Schlegel: La bravura dei suoi compagni è stata quella di proteggerlo al meglio limitando la pericolosità dei Lions nello slot, ma quando Suter e compagni si sono fatto pericolosi in power play l’ex di turno ha sfoderato interventi strepitosi.

Le parate sul break di Phil Baltisberger e sui tiri ravvicinati di Roe e Hollenstein nel terzo periodo sono state da lustrarsi gli occhi.


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