LUGANO – FRIBORGO
4-2
(1-0, 2-1, 1-1)
Reti: 9’45 Postma (McIntyre, Wellinger) 1-0, 24’23 Klasen (McIntyre) 2-0, 28’00 Bertaggia 3-0, 28’18 Boychuk (Stalberg, Gunderson) 3-1, 45’00 Mottet (Furrer) 3-2, 54’45 Bertaggia (McIntyre, Wellinger) 4-2
Note: Corner Arena, 5’879 spettatori. Arbitri Wiegand, Urban; Altmann, Bürgi
Penalità: Lugano 5×2′, Losanna 4×2′ + 1×10′
LUGANO – Serge Pelletier aveva affermato di voler riportare allegria nel suo Lugano, e nella sfida contro il Friborgo si è effettivamente vista una squadra bianconera meno contratta e più propensa “a giocare”, anche se il prezzo da pagare è stata qualche comprensibile sbavatura di troppo che solamente il tempo potrà spazzare via.
Nel frattempo però il nuovo coach ha ottenuto la sua prima vittoria in un match fondamentale, che permette al Lugano di riprendere ossigeno nella corsa alla linea e nel contempo mette i bastoni tra le ruote ai burgundi, che come Chiesa e compagni stanno cercando di trovare continuità lasciandosi alle spalle vertiginosi alti e bassi.
In termini di solidità ci sarà però da lavorare, visto che al buon primo tempo – soprattutto a livello di ritmo e volontà nel costruire – ha fatto seguito una prova a corrente alterna, con il Lugano sempre in bilico tra il trovare il gol che avrebbe “ammazzato” il Gotteron ed alcuni passaggi a vuoto che gli ospiti non si sono fatti pregare nello sfruttare.
“Sfruttare” in senso lato, visto che pure il Friborgo può recriminare su diverse buone opportunità non capitalizzate, ma gli uomini agli ordini di Dubé e Simpson sono sempre stati pronti a sovvertire il momentum della gara, spesso proprio nei frangenti in cui l’inerzia della sfida sembra saldamente in mano di McIntyre e soci.
Proprio il centro canadese è stato autore di una prova maiuscola, la sua migliore in maglia bianconera e resa ancora più preziosa dall’assenza di Lajunen, rimasto accanto alla compagna dopo essere diventato per la seconda volta papà. McIntyre ha così mostrato la via, fornendo due assist da rivedere sulle prime due reti del Lugano, e dando poi concretezza alla sua prova con addirittura 21 ingaggi vinti (frutto di un’efficacia del 75%!) e cinque tiri in porta.
Sostanza che il Lugano avrà bisogno di trovare anche nel resto del suo lineup, che è comunque sceso in pista in maniera positivamente distesa ed intenzionato a sfruttare la propria velocità e creatività. In alcune fasi le cose hanno funzionato bene, in altre invece il motore si è un po’ inceppato, ma complessivamente il Lugano ha meritato una vittoria arrivata in un match che si colloca solamente agli inizi di un nuovo processo di crescita.
Da analizzare i momenti seguenti il 3-0 ottenuto in shorthand da Bertaggia, quando il Friborgo ha potuto reagire dopo soli 18 secondi con Boychuk, prima di trovare alcuni cambi ad alto regime che hanno fatto suonare un primo campanello d’allarme in casa Lugano… Allarme che sarebbe potuto rientrare immediatamente se i bianconeri avessero sfruttato quei 4 minuti di powerplay nel finale di periodo, ma ad eccezione di una grande chance capitata sul bastone di McIntyre, il Lugano non ha tratto abbastanza da quel momento chiave del match.
Lo svolgersi degli eventi ha così punito i ticinesi in apertura di terza frazione, con Klasen incapace di infilare l’ipotetico 4-1 ed una penalità per cambio scorretto arrivata qualche secondo dopo. Il Gotteron ne ha approfittato ed ha infilato il 3-2 con Mottet, rimettendo in discussione un match che a quel punto sarebbe già potuto essere agli archivi.
Il Lugano ha però confermato un buon atteggiamento, ha continuato a giocare senza chiudersi eccessivamente e con Bertaggia ha trovato il fondamentale quarto gol, che ha consegnato ai ragazzi di Pelletier tre punti importantissimi.
Complessivamente dunque i bianconeri hanno iniziato l’anno dando dei segnali positivi. Ci sono stati alcuni momenti in cui la squadra ha perso contatto con la sfida, ma l’atteggiamento è stato quello di un gruppo che si è lasciato alle spalle una certa pesantezza mentale, ed è sceso sul ghiaccio senza farsi condizionare dai fantasmi del recente passato. Poi certo, ci sarà da lavorare per trovare continuità, ma quello di venerdì è stato sicuramente un passo nella giusta direzione.
IL PROTAGONISTA
David McIntyre: L’ex giocatore dello Zugo ha giocato la sua miglior partita da quando è arrivato sulle rive del Ceresio, distribuendo puck con un’ottima visione di gioco e risultando intrattabile agli ingaggi.
Gli è mancato solo il gol, che ha sfiorato in un paio di circostanze, ma complessivamente ha dato alla squadra quella solidità e leadership che ci si aspetta da lui.
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