DAVOS – Dopo le ottime prove fornite in campionato nell’ultimo mese e mezzo, anche alla Coppa Spengler lo statunitense Brian Flynn ha confermato di essersi lasciato alle spalle un inizio di stagione difficoltoso, risultando tra i migliori in pista nelle prime due uscite grigionesi.
“Ad Ambrì si applica uno stile diverso rispetto a qualsiasi altra squadra di cui ho fatto parte”, ci ha spiegato il centro biancoblù. “Per adattarmi mi ci è voluto più tempo del previsto, ed inizialmente non riuscivo a trovare la giusta alchimia con i compagni di squadra, il che mi ha portato ad essere spesso spostato tra le varie linee”.
Con D’Agostini al tuo fianco, tutto ora sembra funzionare alla perfezione…
“Sì, con lui ho decisamente trovato ciò che cercavo… Ci intendiamo bene in pista, ma alcune volte ci vuole del tempo per arrivare a questo livello d’intesa. Sabolic oppure Wolski inoltre completano bene la nostra linea, sono entrambi molto solidi e siamo contenti di come ci stiamo comportando”.
Wolski si sta rivelando un innesto di assoluto valore, che ben si è inserito nel vostro blocco…
“Sia io che D’Agostini abbiamo una certa famigliarità con lui, ha giocato in Nordamerica ed inoltre era stato scelto alto al Draft, dunque è un profilo che si conosce. Ha un gran fisico, vede il ghiaccio molto bene ed è sempre pericoloso al tiro… Ha tutti gli strumenti giusti. Il suo inserimento è stato immediato, tutti e tre siamo cresciuti con lo stesso stile di hockey, e questo è stato un aspetto fondamentale per trovare subito la giusta chemistry”.
La Coppa Spengler sinora si è svolta in maniera ideale per voi, con l’accesso alla semifinale e dei giorni di pausa tra le varie partite…
“È vero, il calendario del torneo ci ha sorriso, ma non siamo venuti a Davos in vacanza. La nostra intenzione alla Coppa Spengler è quella di lavorare duramente per i nostri tifosi, siamo una squadra che punta tutto sull’identità e sinora siamo stati capaci di fare ciò che ci siamo promessi”.
Da americano, la Coppa Spengler è un torneo particolare come lo è per i canadesi?
“Non esattamente, ho imparato a conoscere la Spengler solamente con il passare degli anni. Negli Stati Uniti non è un torneo che viene trasmesso in televisione e dunque crescendo non posso dire di averlo seguito, ed inoltre viene messo un po’ in ombra dai Mondiali U20. Da quando sono in Svizzera ho però capito quanto popolare sia, soprattutto per i tifosi, ed anche solo camminare per le vie di Davos in questo periodo è molto bello… È l’atmosfera ideale per le famiglie, mia moglie e mio figlio si stanno divertendo tantissimo”.
Grande atmosfera la stanno inoltre creando i vostri tifosi, che attendono la tua conferma sino a fine stagione…
“Abbiamo dei fans che sanno davvero apprezzare il lavoro che portiamo sul ghiaccio. Non riusciamo sempre a vincere, ma ci presentiamo in pista per lottare e credo che questo ricalchi un po’ anche la mentalità di tutto l’ambiente. Per quanto riguarda l’attivazione dell’opzione nel mio contratto invece non posso dire nulla, sapete che è Duca la persona con cui bisogna parlare (ride, ndr)”.