LUGANO – BIENNE
6-3
(2-0, 1-2, 3-1)
Reti: 00’27 Klasen (McIntyre) 1-0, 8’23 Loeffel (McIntyre) 2-0, 21’26 Fuchs (Cunti, Fey) 2-1, 22’27 Künzle (Fuchs, Rajala) 2-2, 39’51 Loeffel (Lajunen) 3-2, 43’27 Tanner 3-3, 52’29 Bertaggia 4-3, 58’41 Loeffel 5-3, 59’55 Chiesa 6-3
Note: Corner Arena, 5’597 spettatori. Arbitri Stricker, Müller; Kaderli, Altmann
Penalità: Lugano 4×2′, Bienne 7×2′
LUGANO – Negli spogliatoi, uscendo dall’ufficio dello staff tecnico, Hnat Domenichelli ha la faccia stravolta, ma felice: “Sono fiero della partita dei ragazzi, ci siamo complicati la vita ma ho visto la reazione che volevo”.
Sì, Domenichelli, coach per un fine settimana, ha visto la sua squadra vincere contro il Bienne una partita pazza, ricca di errori ma anche supportata dal cuore dei giocatori bianconeri. No, il Lugano del dopo terribile derby non è una squadra guarita all’improvviso, i mali di questo gruppo sono più profondi di una questione meramente tecnica, perché sul ghiaccio contro il Bienne si sono viste tutte le insicurezze di un gruppo che ha bisogno di una guida.
Quello che era venuto a mancare con Kapanen, ipotizziamo una certa credibilità verso i dogma piuttosto integralisti del tecnico finlandese, dovrà arrivare con il prossimo coach, perché aldilà del cuore e dell’abnegazione mancati clamorosamente alla Valascia, a questo gruppo servono le idee. E quindi, riassunta un po’ la situazione del paziente, la vittoria contro la squadra di Törmänen non è stata per nulla scontata pensando alla semplice reazione emotiva.
Il Lugano ha infatti avuto il merito di scendere sul ghiaccio determinato e convinto, giocando un primo tempo che non si vedeva da mesi alla Cornèr Arena, strappando applausi e schiacciando nel terzo difensivo un Bienne in balìa della voglia di rivalsa avversaria.
Il 2-0 nato per le reti di Klasen e Loeffel non è stato infatti casuale e sarebbe potuto essere anche ben più largo considerate le occasioni create dai bianconeri attorno alla porta di Paupe.
Dall’entusiasmo per un Lugano ritrovato almeno sul piano dell’orgoglio però è stato rapidissimo il passo che ha ricacciato la squadra bianconera nelle sue paure, ed è bastato che il Bienne approfittasse di un errore di piazzamento (uno dei tanti invero) per andare a segnare il 2-1 e a far tremare le gambe dei padroni di casa.
Questo è stato un segnale inequivocabile, il Lugano è fragile sotto molti punti di vista, ma lo è soprattutto quando le sue sicurezze vengono prese di mira e il gol di Fuchs ha solo dato il via a un secondo periodo di difficoltà.
Poco dopo, con i bianconeri presi dalla foga e dai falli è infatti caduto anche il pareggio ospite e per tutto il resto del periodo il Bienne è sempre stato un metro in avanti a far ballare il disco davanti agli occhi dei propri avversari.
Nemmeno la rete di Loeffel (sarà tripletta per lui) ha definitivamente scacciato i demoni davanti alla faccia dei luganesi, ricaduti in qualche difficoltà di troppo nel periodo conclusivo e soprattutto in troppe penalità ingenue.
L’autorete di Postma in shorthand ha rilanciato il Bienne, squadra tremendamente tecnica e con un gioco “automatico” e rodato, ma il Lugano si è ricordato di quel cuore e di quell’abnegazione e ha perlomeno rigettato tutto sul ghiaccio, pur scontrandosi ancora con le sue insicurezze.
Alla fine il Lugano ha avuto la meglio grazie anche all’indecisione di Paupe fuori dalla propria porta e a due reti a porta vuota, ma per quanto ha messo sul ghiaccio per difendere la propria partita ha mostrato che questa squadra può tornare a dire la sua e può tornare ad essere un gruppo vero e resistente alle sollecitazioni.
Nessuno ha la bacchetta magica, chiunque si piazzerà sulla panchina bianconera avrà un gran lavoro da fare, ma mai come venerdì sera si è dimostrato che il grosso della fatica deve essere chiesta ai giocatori.
IL PROTAGONISTA
Romain Loeffel: Da giocatore invisibile che vagava sul ghiaccio senza costrutto a protagonista assoluto della partita contro il Bienne.
Mai avevamo visto un Loeffel così in palla in questa stagione e non staremo qui ora a chiederne conto di questa metamorfosi improvvisa, Fatto sta che il romando in una partita sola ha fatto vedere quello che non si è visto in più di mezza regular season.
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