AMBRÌ – LUGANO
3-2
(1-1, 1-1, 1-0)
Reti: 1’21 Upshall (Flynn, Fohrler) 1-0, 5’54 Klasen (Chorney, Lajunen) 1-1, 21’38 Romanenghi (Zangger) 1-2, 39’21 D’Agostini (Flynn, Bianchi) 2-2, 54’07 D’Agostini (Flynn, Egli) 3-2
Note: Valascia, 6’500 spettatori. Arbitri Salonen, Müller; Obwegeser, Schlegel
Penalità: Ambrì 4×2′ + 1×5′ + 1×20′, Lugano 8×2′ + 1×10′
AMBRÌ – Certo è che se alcune partite rispecchiano il momento delle squadre che vanno in pista, quello che ha detto il derby sul piano del gioco e della disciplina è assolutamente attuale.
Un derby combattuto certo, come è giusto che sia, ma per quanto mostrato tecnicamente da Ambrì Piotta e soprattutto dal Lugano fa alquanto pensare.
La vittoria contro il Rapperswil di ventiquattr’ore prima era da prendere con le pinze per i bianconeri, ed infatti nella piovosa – in senso letterale – Valascia, i ragazzi di Sami Kapanen hanno mostrato ancora tutti i limiti che li hanno contraddistinti nell’ultimo mese, tra i quali la mancanza di disciplina e l’incapacità di vivere i momenti emozionali dalla propria parte, con la mancanza di leader veri che si fa sentire.
Non quello che è mancato invece alla squadra leventinese, che pure ha sbattuto su errori di gestione del disco e di concentrazione, ma perlomeno ha sfruttato le capacità dell’unico uomo in grado di fare la vera differenza in questo derby, quel Matt D’Agostini la cui presenza è stata la più importante a ogni cambio, per lucidità e capacità di fare gioco.
La squadra di Cereda ha insomma ancora mostrato quelle sue caratteristiche per cui alla ripresa dopo una pausa fatica a riprendere il contesto e a trovare l’ordine e la regolarità del suo gioco, ma a lungo andare il grande lottare e gli acuti dei suoi uomini di punta (grande merito anche al lavoro di Flynn che ha preparato il 3-2) hanno fatto la differenza contro un Lugano che di acuti invece fa ancora fatica a tirarne fuori dal cilindro.
Va comunque sottolineato che Cereda deve sempre fare i conti con tanti e importanti assenti, quindi la determinazione dei suoi ragazzi va comunque applaudita, dato che è quella base di cui non devono mai fare a meno.
Aldilà della rete di Klasen (la seconda stagionale!) il pacchetto straniero del Lugano è stato ancora a tutti gli effetti insufficiente, a parte un Lajunen che ha fatto valere la sua forza fisica ma che non ha trovato l’appoggio sperato dai compagni per sfruttare il suo lavoro.
Chorney, infortunatosi nel terzo tempo sul discusso fallo di Upshall, ha sulla coscienza la mancata liberazione che ha portato al 2-2 a pochi secondi dalla terza sirena, mentre Postma ha disputato una gara discreta ma senza trovare anche lui il giusto spunto.
Dal canto suo l’Ambrì ha avuto una bella spinta caratteriale da parte di Upshall, che nel gioco di disturbo e continuo punzecchiare non è stato secondo a nessuno, con il gol d’apertura a presentarsi ai bianconeri, ma con anche tantissimo lavoro duro.
Come già sottolineato è veramente difficile fare una disamina tecnica su un derby di tale bassezza generale, tanti sono stati gli errori sui due fronti e le situazioni caotiche al limite dell’illeggibile e, aldilà dell’euforia che la vittoria in un derby può regalare, il lavoro da fare per dare una certa continuità anche in casa leventinese non è poco, anche se l’attitudine messa in pista da Bianchi e compagni è sempre stata quella giusta.
Certo, il ghiaccio quasi improponibile della Valascia, con diverse pozzanghere distribuite in vari settori della pista non ha aiutato a rendere il contesto fluido e avvincente, ma impossibile dare la colpa allo stato della Valascia, soprattutto da parte bianconera.
La squadra di Sami Kapanen, di fronte ad un avversario che ci ha messo la giusta determinazione è ancora apparsa a corto di idee in maniera preoccupante, continuando ad insistere su giocate prevedibili senza riuscire a trovare l’alternativa, pattinando e lottando ma senza alcun costrutto e spesso a vuoto.
Per quanto riguarda la classifica poche novità, l’Ambrì guadagna sul Lugano ma vede il Friborgo uscire da sotto la linea, con i bianconeri scivolati di nuovo sotto e sorpassati proprio dai Dragoni. Ma forse pensare alla classifica dopo un derby come questo, uno dei peggiori della storia recente, è qualcosa che passa in secondo piano.
IL PROTAGONISTA
Matt D’Agostini: La luce improvvisa nel buio. In un derby che si è trascinato su livelli tecnici a tratti preoccupanti, la classe del topscorer biancoblù ha fatto la differenza.
La doppietta decisiva del canadese ha deciso la sfida, ma è stato anche l’unico giocatore in pista a saper uscire dalla mediocrità a ogni cambio, portando fosforo, classe e tanta passione. E quando segna gol così, diventa irresistibile.
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