Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!
La porta!
Uno dei principali problemi del Lugano di questo inizio di stagione è la fatica nel tramutare in rete le numerose occasioni che i bianconeri riescono a crearsi. A fare specie sono soprattutto le cifre magre di giocatori dal pedigree piuttosto “nobile”, su tutti l’ex Zugo Reto Suri.
Il numero 9 dell’attacco del Lugano è infatti fermo a una sola rete segnata, quella del provvisorio 0-2 alla Ilfis di Langnau. A guardare bene le statistiche salta all’occhio una cosa non proprio esaltante, ossia che Suri è l’unico giocatore del Lugano – e tra i pochi della lega – ad aver effettuato più tiri fuori dallo specchio della porta che dentro, con 16 dischi arrivati al portiere e 19 fuori. Un salto dall’armaiolo per un’aggiustatina al mirino?
Ma quale psicologo…
In questi giorni a Lugano è atteso l’arrivo del famoso psicologo sportivo Saul Miller, che in passato aveva già lavorato con il Berna e il Friborgo Gottéron. Il lavoro di Miller dovrà incentrarsi su molti giocatori, ma sembra ci sia qualcuno al quale è bastato cambiare aria per ritrovare le migliori sensazioni.
Sandro Zangger ha giovato infatti dal passaggio dal lago Lemano al Ceresio, tanto che Sami Kapanen lo schiera ormai stabilmente nel blocco di Jani Lajunen e Linus Klasen.
Certo, anche il numero 94 ha ammesso che giocare con due fuoriclasse lo aiuta non poco ma se è lì un motivo esiste e anche i suoi numeri ne sono una prova discreta. I tre gol e tre assist trovati nelle prime partite con la maglia bianconera sono già a un solo punto dal totale messo a segno in una regular season intera con il Losanna, e il fatto di essere passato dal quarto blocco – o la tribuna – al top six bianconero non è solo questione di mancanza di alternative.
Prima o poi tutte si fanno il ritocchino
È di questi giorni la notizia – apparsa sul Corriere del Ticino – che la Cornèr Arena subirà un restyling soprattutto per quel che riguarda gli spazi amministrativi e la tribuna stampa.
In questi tempi di grandi rinnovi e nuovi stadi il Lugano passa dietro al carro per quel che riguarda la modernità della pista. Non che la Cornèr Arena sia vetusta, sia ben chiaro, ma essendo stato un progetto datato metà anni ’80 e portato avanti solo dieci anni più tardi oggi anche l’impianto bianconero subisce qualche effetto del tempo che passa.
Non è certo il tempo di pensare a uno stadio nuovo, ci mancherebbe altro, ma quando almeno 4 squadre si ritrovano con impianti nuovi di zecca (o al massimo decennali), altre rinnovano pesantemente e altre ancora portano avanti progetti futuri di nuovi stadi, ecco che anche la “vecchia” Cornèr Arena (sempre Resega per i nostalgici) ha voglia di qualche ritocchino. Un po’ come le signore in là con gli anni che si sentono minacciate dalle più giovani e attraenti…
Le Odissee
È già successo ben due volte in questo inizio di stagione che il Lugano si sia trovato costretto a ritardare l’inizio delle partite a causa dei ritardi delle squadre ospiti o degli arbitri che tentavano di raggiungere Lugano.
Già perché in alcune serate arrivare alla Cornèr Arena via autostrada A2 nord-sud diventa una vera e propria odissea a causa del traffico. I blocchi delle gallerie nel Sottoceneri (e del Ceneri stesso…) a causa di incedenti e imbottigliamenti vari hanno portato avanti di mezzora l’inizio delle partite contro ZSC Lions e di dieci minuti quella contro il Losanna.
E se le partite in casa il Lugano le giocasse alle 6 del mattino? Così, tanto per andare sul sicuro…
Linea Berna-Lugano, storie di mercato
È di pochi giorni fa la notizia della firma di Mark Arcobellosu un contratto triennale con la maglia del Lugano. Di certo si tratta di un colpo piuttosto altisonante visto il calibro del giocatore il cambio di maglia in favore di una delle avversarie storiche degli orsi.
Arcobello non è il primo nome di un certo calibro che percorre la tratta tra Berna e Lugano o viceversa e in molti casi queste storie hanno fatto molto parlare. A partire da Tomas Vrabec che, firmando un contratto con il Berna prima di affrontare i playoff con la maglia del Lugano venne relegato in tribuna da John Slettvoll.
Poi fu la volta dell’odiato (fino a lì) Gates Orlando, arrivato a Lugano per vincere lo storico titolo del 1999 nella finale contro l’Ambrì Piotta. Nella stagione 2012/13 è stata la volta di Jaroslav Bednar, mandato in autunno in Repubblica Ceca per poi indirizzarsi in corso di stagione proprio a Berna in tempo per vincere un titolo.
Si è passati poi allo stesso Hnat Domenichelli, direttore sportivo dei bianconeri, che l’anno dopo lasciò dopo dieci partite il Lugano per terminare la propria carriera da giocatore proprio con la maglia giallorossa. Non vanno dimenticati poi i vari Mikko Lehtonen (forse meglio di sì…) e Calle Andersson, oggi ancora nella Capitale dopo aver giocato con la maglia del Lugano prima di partire per il Nord America.