LUGANO – Dopo otto risultati utili consecutivi, era inevitabile che prima o poi arrivasse la serata da zero punti. Quel che può lasciare l’amaro in bocca all’ambiente bianconero è che ciò sia successo proprio in una gara casalinga contro il Friborgo ultimo in classifica.
Una sconfitta tuttavia logica per quanto si è visto sul ghiaccio, con il Lugano autore di una prova ben al di sotto del livello mostrato nelle ultime settimane, come ammette coach Sami Kapanen.
“I fattori che ci hanno fatto avere successo nelle ultime tre settimane sono molteplici: lavoravamo più della squadra avversaria, giocavamo con molta intensità, mettevamo in pista la giusta dose di disperazione nel nostro gioco difensivo e pagavamo il prezzo bloccando molti tiri. Sabato sera invece penso che il Friborgo sia stato molto più preciso e disperato, e ha fatto tutto quanto appena accennato”, ha commentato l’allenatore bianconero.
“Volevamo cominciare la partita spingendo forte fin da subito, ma sono stati loro a dettare il ritmo, sono stati loro ad entrare in pista pressando alto per assicurarsi il controllo della zona offensiva. Penso che questa partita sia stata un buon promemoria per noi, siamo una buona squadra quando giochiamo in un determinato modo. Quando invece proviamo ad essere più creativi o cerchiamo una giocata in più, rallentiamo il gioco e ci allontaniamo dalla nostra idea di squadra che lavora duro. Non è stata la nostra serata”.
Sami Kapanen, si può trovare lo stesso qualcosa di positivo da questa partita o risulta difficile in serate del genere?
“Penso che possiamo usare questa prova come esempio per noi stessi, per ricordarci che siamo una buona squadra solo quando giochiamo in un certo modo. Spero che questo ci sarà d’aiuto nelle prossime settimane, per assicurarci che giocheremo un determinato tipo di hockey. Non c’è nient’altro di positivo da tenere dalla partita, ma forse questa sarà la lezione che ricorderemo. Penso che nel corso della stagione, sull’arco di 50 impegni, ci saranno degli alti e bassi. Venivamo da un periodo abbastanza lungo in cui giocavamo bene, ma questo è stato possibile grazie al fatto che lavoravamo meglio come unità di cinque giocatori sul ghiaccio. Sabato sera troppo spesso eravamo fermi in zona neutra, non pattinavamo e quando giocavamo il disco in zona offensiva non avevamo la velocità per riguadagnarlo. Abbiamo perso più del 50% dei contrasti e la squadra avversaria ha bloccato almeno il doppio dei tiri rispetto a noi (addirittura quasi 8 volte tanto, il Friborgo ha bloccato ben 31 tiri, il Lugano solo 4, ndr). Penso che se in queste categorie hai valori negativi, allora devi fare qualcosa di diverso negli special teams, ma loro hanno segnato in powerplay e noi no. Iniziando a sommare tutti questi fattori, era abbastanza ovvio capire quale squadra avrebbe vinto. Non ci sono segreti”.
È difficile cambiare partite del genere, in cui ti accorgi fin da subito che c’è qualcosa che non va, dalla panchina?
“È difficile, ma puoi fare qualcosa nelle pause. Quello che non mi piace di questa lega è che non ci sono i powerbreaks, perché in questi momenti hai un’interruzione durante il periodo e puoi svegliare la squadra. Questo è un elemento con cui sto ancora facendo fatica e sto ancora cercando gli strumenti per poter correggere qualcosa che non va durante il periodo”.
Di solito i giocatori dopo una sconfitta affermano di essere felici di poter giocare subito il giorno dopo. Anche questa volta è così, oppure considerando il lungo viaggio e le poche ore per recuperare sarebbe stato meglio giocare solo tra qualche giorno?
“Mettiamola così: dopo la partita di domenica potrò dirti se è stata una cosa positiva o no (ride, ndr). È comunque un fatto che la partita di sabato sera sia finita tardi, che ci aspetta un lungo viaggio e che domenica giochiamo già durante il pomeriggio. Sarà una partita molto impegnativa, ma è in sfide del genere che puoi legare assieme come squadra e trovare un modo per vincere nonostante delle circostanze difficili. Tutto incomincia dalla testa, quindi se avremo la giusta mentalità tutto andrà per il meglio”.